«Ha intenzione di gridare, professor Fiorentino?» chiese Parise.
Colpito dalle abilità mentalistiche di quell'uomo, Tonio esitò. E l'urlo che aveva intenzione di lanciare finì per morirgli in gola.
«Io non lo farei, se fossi in lei» continuò l'avvocato. «Raggiungerebbe l'unico risultato di coprirsi di ridicolo con il giovanotto del bar.»
Sempre che sia ancora vivo, pensò Tonio ripensando all'immagine di Marco sgozzato sul pavimento del locale di suo padre.
«Se se lo sta chiedendo, le assicuro che Andrea non gli ha fatto alcun male. E' entrato là dentro solo perché aveva impellenza di farla. Vero, Andrea?»
In risposta, l'ex militare si limitò a grugnire.
Tonio non fu per nulla tranquillizzato, anzi quel siparietto gli suonò del tutto falso e lo indusse a rafforzare la sua convinzione circa la brutta fine del povero Marco.
«Guardi che la capisco perfettamente» riprese Parise. «Comprendo appieno la sua difficoltà a fidarsi di me. Dopotutto sono morto, ma adesso sono qui davanti a lei. E quando ero in vita...» Rise. «Quando era in vita non ci siamo frequentati tanto. Quante volte ci siamo parlati? Io credo si possano contare sulle dita di una mano.»
Pensandoci bene, Tonio si accorse che era proprio così. Anche se Anna ci aveva lavorato insieme per decenni, lui non aveva mai conosciuto Parise per davvero. La cosa gli parve all'improvviso molto strana.
Come tutto, d'altra parte.
«Inoltre, sono consapevole di averle dato ancora pochissime spiegazioni, ma gradirei fornirgliele seduti faccia a faccia, magari davanti a un caffè.»
In Tonio, la paura si mescolò all'offesa: possibile che Parise lo credesse tanto stupido.
Accennando al bar e meravigliandosi della propria prontezza, disse:
«Andiamo dentro, offro io.»
Come prevedibile, Parise storse la bocca per ostentare il suo disaccordo.
«Sono morto e vorrei rimanere tale per il maggior numero di persone» sostenne, questa volta senza ridere. «Non credo che il barista possa nuocermi, ma non voglio rischiare. Dal giorno del mio funerale mi faccio vedere in giro il meno possibile. Anzi per nulla. Mi limito a interagire con le poche persone che sanno la verità, tra le quali adesso c'è anche lei, professore.»
Quale onore!
Stupendosi di nuovo di se stesso, Tonio chiese:
«E dove dovremmo prenderlo, questo caffè, se lei non vuole manifestarsi al mondo? Sulla luna? Su Marte? Dove, mi dica?»
Fu contento di sentire nella propria voce, oltre a tanta intraprendenza, una punta di stizza.
Parise rimase impassibile.
«C'è un alberghetto più avanti...»
«Gli alberghi sono tutti chiusi in questo periodo.»
Parise chiuse gli occhi per qualche secondo, mostrandosi contrariato per l'interruzione.
«C'è un alberghetto poco più avanti» ripeté. « Ieri, in mia assenza è ovvio, Andrea ha rinnovato una generosa offerta fatta al custode già qualche giorno fa. Gli ha promesso due settimane di paga in contanti, in cambio delle quali, il buon uomo, a seguito di uno squillo sul proprio cellulare, aprirà il cancello, disattiverà tutte le telecamere e si toglierà dai piedi per un'oretta e più, permettendomi di uscire da quest'auto e di parlarle per altrettanto tempo nella confortevole sala bar della struttura.»
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Tutto ciò che si nasconde
Gizem / GerilimOttobre. Dopo il solito incubo, Antonio Fiorentino, detto Tonio, professore di lettere in pensione, si sveglia madido di sudore nel letto della sua villetta ubicata a una manciata di metri dalla baia di cui lui e sua moglie Anna si sono innamorati l...