«Non ci capisco niente.»

Appena ebbe pronunciato quelle parole, Tonio si chiese se non fossero solo l'esternazione di un inconscio meccanismo mentale che voleva a tutti i costi impedirgli di credere a Parise, il che in fin dei conti avrebbe significato spalancare le porte alla possibilità che Sara non fosse figlia sua ma di un tedesco di nome Manfred Krause il quale, oltre ad essere l'amante di Anna, aveva anche eterodiretto la sua vita, costringendola a prendere decisioni importanti come quella di sposarsi, di lasciare l'impiego e Dio solo poteva sapere cos'altro.

Ma dov'erano le prove che l'avvocato gli aveva promesso?

Come tornando a leggergli nel pensiero, Parise gli allungò il tablet dopo averci strusciato sopra un dito.

«Sono filmati e foto che documentano la relazione fra Manfred e Anna.»

Tonio prese il dispositivo e vide che lo schermo era diviso in una miriade di quadratini: alcuni erano semplici fotografie, altri, quelli che avevano un triangolino bianco nel centro, erano fotogrammi di file video.

«Ce ne sono centinaia» disse Parise. «Tutti, filmati e foto, hanno la data in cui sono stati prodotti in alto a destra. Ovviamente, quelli più vecchi sono stati digitalizzati in seguito alla loro realizzazione.»

Tonio toccò il primo quadratino, ingrandendo uno scatto che ritraeva Anna (ventitreenne, almeno secondo la data riportata nell'angolo) abbarbicata a uomo di cui non si vedeva il volto, nel bel mezzo di un vicolo anonimo.

Chi aveva fatto quella foto doveva trovarsi in una vettura in transito sulla strada principale.

Tonio cominciò a far scorrere le immagini, usando l'indice come se sfogliasse un libro.

Anna e Manfred in un bar, lo stesso anno dell'abbraccio, vale a dire due anni prima che lei conoscesse il suo futuro marito. Questa volta il viso del tedesco non era nascosto. Lei lo ammirava estasiata, lui le teneva una mano su un avambraccio e le sorrideva.

Subito dopo cominciavano i baci.

Anna e Manfred che si baciavano sul sofà di quello che sembrava un locale notturno.

Anna e Manfred che si baciavano sulla panchina di un parco.

Anna e Manfred che si baciavano sotto un albero. Sotto un acquazzone. Con la neve. Con il sole, sulla riva di una spiaggia di ciottoli. Su una scalinata. In un'auto. Con un lago sullo sfondo. Su una montagna. In una foresta, sempre che non si trattasse di un altro parco particolarmente lussureggiante. Di nuovo al mare. Di nuovo in un locale, forse una discoteca, a giudicare dalle luci colorate che li avvolgevano.

Passavano i giorni, passavano le settimane, e Anna e Manfred continuavano a baciarsi nei posti più disparati.

Poi venne l'anno nuovo, e per qualche mese il tenore degli scatti non cambiò.

A un certo punto, Tonio pigiò con il polpastrello su un quadratino e diede il via a una serie di fotografie scattate in rapida successione l'una dopo l'altra, la cui riproduzione altrettanto veloce dava l'impressione del movimento.

Anna era immobile su un marciapiede. Sulla carreggiata passò un'auto, un modello che Tonio non vedeva da almeno un trentennio. Rallentò, ma non si fermò. Quindi sopraggiunse un'Alfa Romeo Giulia nera, che si arrestò lungo il marciapiede. Anna salì sul sedile posteriore della vettura e l'inquadratura delle foto successive si strinse su di lei. Sembrò scambiare qualche parola con l'autista che non si vedeva in faccia, poi fece una cosa che inquietò Tonio non poco: indossò una benda nera e scomparve dietro la portiera, di sicuro dopo essersi distesa sul sedile. Alla fine l'Alfa ripartì e la sequenza si interruppe.

Mamma mia!

Tonio avrebbe voluto che Parise gli chiarisse il significato di ciò che aveva appena visto, ma per il momento decise continuare con la visione del materiale.

Aprì il file successivo.

Non l'avesse mai fatto.

Si trattava di un video, il primo in cui Tonio si imbatteva. La data era la stessa delle fotografie sequenziali.

Un letto matrimoniale. Un comodino a sinistra, uno a destra. Nessun guardaroba.

Anna e Manfred entrarono nella ripresa avvinghiati l'uno all'altra. Si baciavano con voluttà. Poi cominciarono a spogliarsi, lei ansimando, lui grufolando.

Tonio sentì qualcosa che in un primo momento non riconobbe, tanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva provato una sensazione del genere. Poi capì che si trattava di gelosia mista a rabbia. Cercò di farsene una ragione, dicendosi che ciò che stava vedendo era avvenuto più di un anno prima che lui e sua moglie si conoscessero. Ma proprio non riuscì a farsela, questa ragione.

Nel frattempo, Anna e Manfred si erano denudati. Tonio arrestò il filmino a luci rosse non appena i due si tuffarono sul letto.

Seguiva un'altra sequenza simile a quella di prima. Anna su un marciapiede. Auto che passavano e si allontanavano. L'arrivo dell'Alfa. Anna che saliva dietro, parlottava con l'autista di cui era visibile solo la nuca, indossava la benda e si sdraiava sul sedile.

Poi un altro video. La stessa camera di prima. Anna e Manfred che entravano in scena, questa volta già nudi, e saltavano sul letto.

Anche in questa occasione Tonio arrestò il video prima che loro cominciassero a farlo per davvero.

Guardò Parise, accorgendosi di non provare nemmeno una punta di vergogna. Disse:

«Non riesco a credere che Anna abbia acconsentito a farsi riprendere mentre era in intimità con quell'uomo.»

L'avvocato si mosse a disagio sulla poltroncina.

«E infatti non ha acconsentito a nulla. Nemmeno sapeva di essere filmata. A breve le spiegherò tutto.» Indicò il tablet. «Quello che mi preme farle vedere è il decimo filmato. Lo guardi tutto, anche se potrà trovarlo disturbante.»

Tonio abbassò la testa sullo schermo e individuò il decimo quadratino con un piccolo triangolo bianco nel mezzo. Lo sfiorò con un polpastrello e le immagini presero a scorrere quasi all'istante.

La solita camera da letto.

Anna e Manfred comparirono dopo qualche secondo, aggrovigliati come sempre.

Poi lui se la staccò di dosso e le ordinò:

«Spogliati.»

Lei assunse un'espressione maliziosa e disse:

«Niente preliminari per voi tedeschi.»

Lui grugnì.

Anna eseguì il comando che aveva ricevuto.

Poi lo fecero. Tonio distolse lo sguardo, ma non tolse l'audio e udì ogni singolo cigolio del letto, ogni singolo gemito, ogni singolo ansito, ogni singolo sussurro. Alla fine, si accorse di avere le unghie della mano che non reggeva il tablet piantate nel palmo.

Tornò a guardare il video.

Ormai appagati, i due erano ora in silenzio, sdraiati sotto un lenzuolo che li copriva fino alla vita: Anna con la testa poggiata sulla spalla di lui, il tedesco con una mano nei capelli di lei.

Di punto in bianco, Manfred disse:

«Devi sposarti. Ordini dall'alto.»

E lei, visibilmente esterrefatta:

«Chi l'ha detto?»

«Ordini dall'alto»

«Ma io non voglio sposarmi. Al massimo voglio sposare te.»

«Sai che non si può» ribatté lui. «Devi trovarti un altro. Un italiano.»

«Ma io non voglio.»

«Ordini dall'alto» ripeté lui per la terza volta. «Ed è meglio obbedire, credimi.»

Dopo un po', senza dire altro, i due si alzarono, si rivestirono e scomparvero dalla scena.

Prima che il video potesse interrompersi, Tonio diede un'occhiata alla data.

Tutto era accaduto il giorno prima che lui e Anna si incontrassero.

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