E' finita.

Adesso che lo avevano messo a conoscenza del loro sporco segreto, Parise e il suo galoppino lo avrebbero immobilizzato, portato al cospetto di Anna e torturato fino a quando lei non avesse detto loro dove aveva nascosto la bomba.

Non poteva andare in altro modo.

Ma perché raccontarmi tutto prima di arrivare a questo epilogo?

Non lo sapeva, e a dire il vero nemmeno gli importava.

Si girò verso l'ex incursore.

Stranamente, quello non pareva essere in procinto di entrare in azione.

Se ne stava in piedi, nella sua assurda posizione marziale, lo sguardo in avanti, immobile come se stesse aspettando l'ordine di mettersi sull'attenti o di rompere le righe ma sapesse che non l'avrebbe ricevuto a breve.

La grassa risata di Parise lo costrinse a voltarsi verso di lui.

«Ma che fa, professore? Cosa sta pensando?» L'avvocato continuò a ridere.

Sembrava proprio che se la stesse godendo.

Bastardo e pure sadico.

«Mio Dio, credo proprio che mi abbia frainteso.»

Ma cosa...?

«Sta immaginando cosa le faremo adesso che ha scoperto le nostre intenzioni, vero?»

«Io...Non...»

«Professore, le assicuro che non vogliamo vendere niente a nessuno.»

Ah, no?

«E' sua moglie che la pensa così.»

Ah, sì?

«Veramente crede che un settantenne sovrappeso come me possa mettersi a trafficare con dei terroristi islamici, quando ha dovuto abbandonare le scene in maniera tanto drastica proprio per essere entrato nelle mire di terroristi islamici. E che dire del dottor De Cato?»

Che dire?

«Un ex generale di divisione dell'Arma dei Carabinieri, un ex vice comandante del ROS, entrato nell'AISI in qualità di coordinatore della sezione dedicata al contrasto del terrorismo internazionale di matrice jihadista, nominato direttore dell'agenzia dal presidente del Consiglio...»

E allora?

«Un uomo da anni al servizio dello Stato...»

Sì...

«Le sembra possibile che un personaggio del genere possa voler compromettersi vendendo armi ai fondamentalisti?»

In effetti...

«Solo Anna può aver pensato a una sciocchezza del genere.»

Ma lei...

Era arrivato il momento di dar voce ai suoi pensieri.

«Ma lei come lo giustifica?»

Parise non gli rispose subito. Guardò il soffitto per un bel po' prima di parlare.

«Sostiene che non avrei mai accettato di tornare dal regno dei morti se non sperassi di ricavare un tornaconto personale dalla faccenda. Dice che se fossi in buona fede l'avrei minacciata di farla incriminare per qualcosa di grosso e non di spifferare tutti i suoi segreti a suo marito. E' convinta che se non fosse colluso anche il direttore De Cato, quest'ultimo, dopo aver sentito Popov, avrebbe messo al corrente della questione mezzo mondo, a cominciare proprio dal presidente, a cui per legge è tenuto a riferire, soprattutto in caso di urgenza. Adesso che la sentirà di nuovo, le chiederà se le ho fatto firmare qualche accordo di riservatezza prima di spiattellarle tutto. E quando lei, professore, dirà di non aver firmato un bel niente, tenterà di convincerla che questa è la riprova che vogliamo acquisire l'ordigno solo per sostituirci ai russi come parte venditrice. Vedrà se non lo farà, professore.»

Tutto ciò che si nascondeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora