Omicidio, Occultamento e disseppellimento

«Stupida. Troia.»

Aprendole la porta della villetta, Lothar scandì bene quelle due parole, lasciandosi scappare qualche gocciolina di saliva mentre le pronunciava.

Era furente, a dir poco.

Anna aveva messo in conto una reazione del genere e non se ne preoccupò più di tanto.

«Venire qui senza permesso. Ma cosa ti dice la testa?» continuò a aggredirla il tedesco.

Anna assunse un'espressione di scusa.

Si strinse nel cappotto e rabbrividì.

Doveva mostrarsi fragile, preoccupata e spaventata.

Faceva tutto parte del piano.

«Fammi entrare, ti prego.»

Era fondamentale che Lothar glielo permettesse.

Il tedesco esitò per un attimo, ma per fortuna alla fine si fece da parte.

«Muoviti» le abbaiò contro.

Prima di varcare la soglia, Anna drizzò le orecchie.

Sentì il brusio della televisione all'interno della casa.

Atterrato ieri pomeriggio a Roma il premier cinese Li Peng. Il responsabile della Tian An Men è arrivato in Italia su invito del nostro governo. Cortei di protesta organizzati da cinesi e tibetani si sono snodati...

Udì il latrare lontano di una moltitudine di cani.

Nient'altro.

Bene.

Per buona misura, si lanciò un'occhiata al di sopra della spalla destra.

La sua auto era parcheggiata lungo il marciapiede, dietro alla Delta di Manfred. Per il resto, non c'era nessun altro veicolo in vista. Né fermo, né in transito. E nemmeno in avvicinamento.

Di pedoni, poi, neanche l'anima.

Era già buio nonostante non fossero neanche le sei, e la villetta era circondata da cantieri a quell'ora chiusi.

Inoltre, l'edificio abitato più vicino era un palazzone di cinque piani a mezzo chilometro di distanza, proprio alle spalle di un canile i cui operatori avevano smontato da almeno una quarantina di minuti.

Ottimo.

Anna entrò.

Lothar sbatté la porta.

«Lo sai che non devi venire qui senza aver ricevuto gli squilli» urlò. «O lo hai dimenticato?»

Il tedesco era proprio fuori di sé.

Non era detto che fosse un male, tuttavia.

Lothar le mostrò un pugno, mettendoglielo all'altezza degli occhi.

Era così stretto, che le nocche erano tutte bianche.

«Hai forse dimenticato anche che Manfred si trova a Mosca?»

Anna fece un passo indietro.

Per poco non finì contro una consolle posizionata alle sue spalle, a ridosso di una parete del corridoio d'ingresso.

Alzò le mani per proteggersi il volto, fingendo di temere che lui avesse intenzione di colpirla.

«No» singhiozzò. «Non ho dimenticato niente di tutto ciò.»

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