Tonio era sul punto di rimuovere le ultime barricate di diffidenza verso il morto, quando gli sovvenne una cosa che lo fece tornare sui propri passi.
A quindici anni, Sara voleva fare la giornalista.
E la fotografa, anche se con molta meno convinzione, tanto che non aveva mai insistito per farsi comprare qualcosa di più sofisticato di una Nikon di medio livello, peraltro utilizzandola soprattutto nel corso di battesimi, prime comunioni, cresime, diciottesimi e matrimoni.
Secondo Tonio, la prima aspirazione era stata una rielaborazione del sogno di diventare scrittrice, che Sara aveva coltivato dai tredici ai quattordici anni; mentre la seconda era derivata con tutta probabilità dalla passione per il disegno, che sua figlia aveva avuto fin da quando aveva imparato a tenere in mano una matita.
Poi Sara aveva fatto tutt'altro, iscrivendosi a legge e finendo per lavorare in un centro studi della Presidenza del Consiglio.
Tuttavia, mentre era ancora all'università, aveva scritto per un paio di anni su un settimanale a esclusiva diffusione cittadina, sfornando una quantità impressionante di articoli, la maggior parte dei quali, in linea con i propri studi, avevano riguardato la cronaca giudiziaria romana.
Di tanto in tanto, forse ricordandosi dell'effimero ma evidentemente mai sopito amore per la fotografia, era riuscita a farsi pubblicare sulle ultime pagine del giornale alcuni scatti con sotto una didascalia formata da una sola parola: Inquietante.
Erano foto alquanto ordinarie di svariati monumenti capitolini, vicino ai quali lei inseriva una stranezza inquietante con un programma per modificare le immagini.
Tonio ricordava il Colosseo sovrastato da un disco volante enorme; la scalinata di Trinità dei Monti invasa dagli zombie; l'uomo ragno appollaiato sulla Vittoria alata ospitata dalla quadriga sul propileo di destra del Vittoriano.
Tutto molto grottesco, forse anche di cattivo gusto, ma il punto non era quello.
Tonio non era un imbranato totale in fatto di computer, tablet, telefonini e tecnologia in generale, ma non sarebbe mai stato in grado di manipolare delle fotografie.
Ciononostante, gli era chiaro che se sua figlia aveva piazzato in un angolo di Roma una moltitudine di morti viventi, un uomo che era stato in grado di inscenare la propria morte e le successive esequie, non avrebbe avuto grandi problemi a creare una foto in cui Anna gli sedeva di fronte, con la spesa della settimana prima nei pressi del tavolino antistante a entrambi.
Forse, al centro commerciale, Anna si era poggiata per un attimo su una panchina, magari per riposarsi un po', ed era stata immortalata a sua insaputa con buste e sacchetto ai suoi piedi. Poi l'intera immagine era stata ritagliata e incollata sulla foto del salottino in cui, nella realtà, Parise era seduto da solo.
Tonio riconsegnò il tablet al suo legittimo proprietario.
«Non la bevo. Per me si tratta di un fotomontaggio.»
Parise espirò dalle narici, come se fosse all'esasperazione.
«L'avevo detto io che era meglio girare un video». Si pizzicò il mento. «Ma forse avrebbe messo in dubbio anche quello. Mi sbaglio, professor Fiorentino?»
Tonio tacque.
Parise lo squadrò con durezza. Disse:
«E' chiaro che non mi lascia altra scelta.»
L'amigdala gli suggerì che era di nuovo il momento di prepararsi al peggio, ma Tonio altro non poté fare che inspirare a pieni polmoni per mettersi a urlare.
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Tutto ciò che si nasconde
Mystery / ThrillerOttobre. Dopo il solito incubo, Antonio Fiorentino, detto Tonio, professore di lettere in pensione, si sveglia madido di sudore nel letto della sua villetta ubicata a una manciata di metri dalla baia di cui lui e sua moglie Anna si sono innamorati l...