«A quanto pare Anna ha intuito le intenzioni di Krause fin dal momento del loro primo contatto, ed è corsa a riferire tutto al direttore D'Amato, l'allora capo del SIGSI. Quest'ultimo, allertato dagli americani circa la possibile presenza di agenti Romeo in Italia, ne ha parlato con un operativo CIA dislocato presso l'ambasciata americana in via Vittorio Veneto a Roma, il quale ha poi riferito al capostazione della propria agenzia. Seguendo un protocollo preventivamente concordato con l'intelligence statunitense, D'Amato ha proposto ad Anna di sfruttare il tedesco e lei ha accettato di farlo. L'obiettivo era quello di propinare ai russi un mucchio di informazioni fasulle tramite l'agente della STASI. In pratica, è stata una delle tante battaglie combattute con l'arma della disinformazione nel corso della guerra fredda.

«Quando Anna ha cominciato a fornire il materiale che le veniva richiesto, Krause è diventato molto prudente. Tra le tante misure precauzionali da lui adottate c'è stata quella di incontrare la sua Giulietta solo all'interno di una casa sicura del KGB a Roma di cui lei non doveva conoscere l'ubicazione. E' per questo che a partire da un certo momento non si sono più visti in pubblico e Anna ha cominciato a essere prelevata per strada e a bendarsi lungo il tragitto che conduceva al rifugio. Le sequenze fotografiche e i video che lei ha appena visto, professore, sono stati prodotti dai russi per avere qualcosa con cui ricattare sua moglie semmai le fosse venuto in mente di defezionare. Una settimana fa, Anna mi ha detto di aver sempre avuto la certezza che il KGB e i servizi che si sono succeduti a esso la controllavano. Ma ha affermato anche di non aver mai avuto contezza né delle foto né dei video. Cosa vera, visto che le sequenze sono state realizzate a sua insaputa e gli incontri tra lei e Manfed sono stati filmati con una telecamera piazzata all'interno di una nicchia celata dietro a un vetro-specchio camuffato da normale specchio, sia nella camera da letto del rifugio sovietico a Roma, sia in quella dell'appartamento utilizzato in seguito al vostro trasferimento qui in zona.»

Tonio non disse niente e Parise proseguì.

«Tornando all'operazione di disinformazione, come anche lei ha avuto modo di constatare, essa si è protratta per anni, sopravvivendo agli incarichi dei suoi ideatori originari e tramandandosi di conseguenza ai loro successori. Da parte americana è sempre stata supervisionata da soli due uomini: il capostazione della CIA in carica e un agente da lui individuato. Da parte italiana è stata gestita sempre e solo dal direttore dell'intelligence interna. Quando, sempre una settimana fa, Anna me ne ha parlato, io non le ho creduto. Ho pensato che stesse inventando una frottola alquanto inverosimile per convincermi di non essere una traditrice. Non dimentichiamo che io sono sempre stato all'oscuro di tutto. Quando le ho chiesto se poteva provarmi di aver lavorato sotto copertura, mi ha consigliato di verificare la storia con uno qualsiasi dei responsabili della missione ancora in vita, visto che a suo dire consultare gli archivi cartacei avrebbe richiesto molto tempo. Mi sono quindi relazionato con il direttore dell'AISI che si occupava della faccenda al momento della sua chiusura e con il capostazione della CIA incaricato in quello stesso periodo. E visto che l'operazione è ormai stata dismessa da tempo e che i report a essa relativi sono a disposizione dell'attuale direttore AISI su mandato del quale io mi sono presentato a loro, entrambi hanno potuto confermarmi che la storia è vera. La sostanza è che Anna ha tradito solo lei, professor Fiorentino. Non anche la patria.»

Tonio rise senza alcuna allegria.

«Quindi l'unico cornuto qui sono io.»

«Mi dispiace che la pensi così» fece Parise, serio. «Io speravo che farle sapere che Anna ha agito per il bene della nazione avrebbe potuto mitigare il risentimento che di certo in questo momento sta provando nei suoi confronti. A quanto pare mi sbagliavo.»

Tonio non trovò nulla con cui controbattere.

Anzi, realizzò di essere sul punto di diventare incapace di formulare qualsivoglia considerazione.

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