Trappola al miele
Anna si sentiva euforica e piena di energia.
Dopotutto, era giovane e bella, e stava vivendo un'avventura fantastica.
Non guastava il fatto che fosse primavera e che la sua storia fosse ambientata nella città più bella del mondo.
Nemmeno la consapevolezza di essere pedinata poteva scalfire il suo buonumore.
D'altronde, faceva tutto parte del gioco.
E che gioco!
Uscita dall'ufficio, prima di prendere l'autobus che l'avrebbe riportata a casa, aveva fatto un giretto nei dintorni del Viminale.
In fondo a via Palermo, si era messa alla ricerca della Fiat 600 bianca targata Napoli.
L'aveva trovata più o meno nello stesso posto in cui era parcheggiata sempre.
Passandoci accanto, vi aveva distrattamente sbirciato dentro attraverso il parabrezza.
Notando il giornale sul sedile anteriore per il passeggero, si era infilata senza indugio nella più vicina cabina telefonica.
Sua madre aveva risposto dopo tre squilli, e lei le aveva detto che l'avevano bloccata in ufficio fino a tardi.
Prima di abbassare la cornetta, sua madre le aveva raccomandato di mangiare qualcosa, e lei l'aveva tranquillizzata dicendole che l'avrebbe fatto senz'altro.
Quindi si era messa in cammino di gran carriera in direzione del Colosseo.
Durante il percorso, era spesso tornata sui suoi passi. Altrettanto spesso aveva cambiato strada e si era fermata a guardare le vetrine dei negozi, giacché queste potevano essere utilizzate anche per controllare la presenza di eventuali segugi alle sue spalle. In un'occasione, era addirittura entrata in bar dall'ingresso principale e vi era uscita dal retro dopo un caffè veloce: tutte misure spicciole di contro-pedinamento attuate per convincere coloro i quali la osservavano che si stava impegnando a mettere in pratica i loro suggerimenti volti a individuare ed eludere la sorveglianza di eventuali altri inseguitori, che lei sapeva esserci, ma di cui non aveva paura.
Adesso Anna, attorniata da turisti vocianti, diede un'occhiata al suo orologio da polso e prese atto di essere in perfetto orario. Alzò quindi lo sguardo sull'anfiteatro più famoso al mondo, che si stagliava proprio di fronte a lei, e sospirò. Poi si voltò ed entrò in un bar-pasticceria stracolmo di gente. Si tolse i vistosi occhiali da sole con le lenti rosse che aveva indossato subito dopo essere uscita dal palazzo dell'architetto Manfredo Manfredi e puntò gli occhi su un tavolo d'angolo, l'unico con sopra un giornale, l'unico in quel momento non occupato, visto che secondo gli accordi il precedente avventore lo aveva liberato solo qualche istante prima, dopo aver consumato un aperitivo (almeno a giudicare dal bicchiere che i camerieri non avevano ancora avuto il tempo di rimuovere) e dopo avervi abbandonato sul pianale il quotidiano piegato in quattro.
Sgomitando, Anna lo raggiunse e vi prese posto anticipando di un soffio una coppia di turisti dall'aspetto nordico visibilmente indignati per l'irruenza della giovane donna italiana.
Per rincarare la dose, lei rivolse loro una boccaccia e quelli uscirono dal locale mugugnando nella loro lingua gutturale.
Sorridendo, Anna dispiegò il giornale. I suoi movimenti non tradivano alcuna urgenza di farlo. Pareva si stesse solamente accingendo a leggere un paio di notizie in attesa di qualcuno che le sparecchiasse il tavolo e prendesse la sua ordinazione.
Scorse la prima pagina.
I soliti titoli.
Nuovi oneri sulle importazioni.
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Tutto ciò che si nasconde
Mystery / ThrillerOttobre. Dopo il solito incubo, Antonio Fiorentino, detto Tonio, professore di lettere in pensione, si sveglia madido di sudore nel letto della sua villetta ubicata a una manciata di metri dalla baia di cui lui e sua moglie Anna si sono innamorati l...