Il poliziotto
Anna era consapevole che avrebbe dovuto convivere per il resto dei suoi giorni con il rimorso per quello che stava per provocare.
Un poliziotto innocente, che forse era marito e anche padre, stava per essere ucciso a causa sua.
Non era certa di riuscire a sopportarlo.
Di sicuro non sarebbe mai riuscita a perdonarselo.
Ciononostante, spalancò la porta della villetta.
La sua vita per la mia.
«Ispettore Minischetti, signora. Può spigarmi cosa sta succedendo qui?»
L'uomo in borghese che le si parò davanti le fece subito tintinnare un campanello dall'allarme in un angolo nascosto della sua coscienza.
Aveva qualcosa che divergeva dall'immagine che lei si era fatta di lui.
Innanzitutto, era molto trasandato.
Molti agenti lo erano quando non indossavano la divisa, ma non fin a quel punto.
L'ispettore aveva addosso un giubbotto bianco punteggiato di macchie troppo piccolo per la sua stazza e troppo leggero per quel periodo dell'anno.
I pantaloni era sformati e slavati, e le scarpe sporche e bucate.
In secondo luogo, aveva degli occhi porcini incassati in un viso enorme e grasso che gli conferivano un'aria di ottusità che mal si adattava con la qualifica con cui si era presentato.
Inoltre, la sua parlata aveva un che di forzato, come se non fosse molto abituato a parlare in italiano e come se si sforzasse di non ridere.
Anna lanciò un'occhiata alle spalle dell'ispettore.
Lungo il marciapiede, alla sua auto e a quella di Manfred si era aggiunto il furgone del trafficante.
Possibile che il poliziotto fosse a piedi in quella zona della città tanto lontana dal centro, tanto lontana da tutto?
«Chi diavolo è quello?»
Lo sguardo di Minischetti l'oltrepassò e si fissò sul corpo al centro del corridoio.
Anna non disse nulla.
Quando il poliziotto le mise una mano su una spalla per spostarla di lato, lei non fece alcuna resistenza.
Sperava solo che finisse tutto al più presto.
Minischetti raggiunse il cadavere.
«Ma è morto!»
Non dava l'impressione di essere sorpreso.
Anzi, sembrava quasi recitare una parte.
L'abitazione fu saturata da un urlo.
Anna fece un salto per lo spavento.
Gianni, seguito dal ragazzo con la faccia da topo, sbucò fuori dalla cucina e si avventò contro l'ispettore a mani nude.
Non aveva preso nemmeno un coltello dalla credenza, come Anna si era immaginata avrebbe fatto nel caso in cui fosse stato disarmato.
Gianni scavalcò il corpo esanime e abbracciò l'ispettore.
Poi entrambi scoppiarono a ridere.
Lo stesso fece faccia da topo.
Quando finirono, si misero a fissarla tutti e tre.
«Ci sei cascata, signora» disse Minischetti, ammesso che quello fosse il suo vero cognome.
«In pieno» concordò Gianni. «Signora, le presento mio fratello Luca. Luca, ti presento la nostra cliente.»
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Tutto ciò che si nasconde
Mystery / ThrillerOttobre. Dopo il solito incubo, Antonio Fiorentino, detto Tonio, professore di lettere in pensione, si sveglia madido di sudore nel letto della sua villetta ubicata a una manciata di metri dalla baia di cui lui e sua moglie Anna si sono innamorati l...