4- La bellezza della spontaneità

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Se qualcuno mi avesse detto che partecipare ad una festa era sinonimo di vedersi piombare in casa Rebecka Lopez mi avrebbe fatto un immenso favore visto che, allo scoccare della diciassettesima ora di quel sabato pomeriggio, quando suonarono al campanello non ero certamente pronta a quell'uragano di energie che stava pian piano entrando nel mio cuore.

Mi avrebbe fatto un piacere anche perché se io lentamente mi stavo abituando a lei e alla sua continua adrenalina in corpo, al contrario mia nonna non lo era affatto, e già si trovava giornalmente nella situazione di combattere con mia sorella, avere in casa un'altra con la stessa dose di euforia nella circolazione senza essere avvisata non era poi il massimo.

«Buongiorno cara, chi sei tu?» chiese infatti lei una volta aperta la porta.
«Salve signora, sono venuta per Ale, è qui no?» chiese questa volta Becky di rimando. Mi alzai dal divano ed andai verso la porta, facendo un sorriso sia all'una che all'altra.
«Ciao Becky, cosa ci fai tu qui?» le chiesi permettendo a mia nonna di accoglierla in casa. Infatti lei si tirò leggermente indietro permettendole di entrare, opportunità che certamente non si lasciò scappare visto che si lanciò letteralmente in casa mia.
«Facile, sono venuta per prepararci. Abbiamo una festa, te lo ricordi vero?» chiese lei e solo allora notai effettivamente una busta tra le sue mani. Quando salutò nonna e mi prese sottobraccio per dirigerci in camera mia (di cui dovetti indicarle la posizione) proseguì la sua spiegazione. «Inoltre, in questo modo, i ragazzi verranno a prenderci senza fare da una parte all'altra, così andremo tutti assieme.»

«In realtà, beh ecco, io un accompagnatore già lo avrei...» dissi grattandomi la nuca imbarazzata. Subito i suoi occhi si posarono su di me increduli, mettendomi solo un sacco di soggezione addosso.
«E non mi dici nulla tu? Chi sarebbe questo accompagnatore segreto? Devi raccontarmi tutto!» disse lei sedendosi sul mio letto ed iniziando a battere le mani come i bambini quando gli si porge una caramella. Feci un sospiro decisa ad aprirmi con qualcuno che lo meritava, così non appena mi sedetti al suo fianco iniziai a raccontare ciò che accadde il giorno antecedente.

Non appena terminato il racconto la vidi più euforica che mai, tanto che mi si lanciò addosso stringendomi in un forte abbraccio.
«Non posso crederci, Robert Brown sarà il tuo accompagnatore! Sai quante ragazze gli corrono dietro inutilmente? Lui ha sempre rifiutato questo genere di cose, si è sempre tenuto alla larga dagli occhi indiscreti. Sai cosa vuol dire questo?» chiese lei elettrizzata.
«Cosa vorrà mai dire questo?» chiesi ridendo.
«Che è già cotto di te tesoro, c'è poco da fare ormai. Sta già iniziando a progettare il vostro matrimonio, te lo dico io» disse lei facendomi un occhiolino tattico, gesto che non fece altro che farmi scoppiare a ridere ancor di più. Mi alzai ed andai a rovistare nell'armadio in cerca di qualcosa da mettermi, mentre lo sguardo di Becky era sempre più insistente su di me.

«Se già è così ben venga, ma direi che è comunque il caso di iniziare a prepararsi per fare bella figura, non credi?» chiesi vedendo subito ciò che volevo indossare. Estrassi dall'armadio quel vestito color panna che tanto amavo, mostrandolo a lei a cui iniziarono a brillare gli occhi dal compiacimento.
«Vamos chica, questa sarà la nostra serata!»

Nel giro di due ore eravamo pronte, mancavano solo gli ultimi dettagli per far sì che potessimo reputarci apposto del tutto. Ero intenta a mettermi degli orecchini pendenti quando, come un fulmine, la piccola chioma di Britney si riversò con foga nella stanza.
«Rose avrei bisogno di...» disse una volta entrata, ma non appena vide la figura di Rebecka davanti allo specchio arcuò un sopracciglio confusa. «E tu chi sei?»

«Sono Rebecka, un'amica di Ale» disse lei avvicinandosi a Britney. Vidi negli occhi di mia sorella una sorta di felicità non appena incrociò i suoi occhi ai miei, per poi abbracciare Rebecka come se la conoscesse da una vita.
«Io sono la sorella per eccellenza tra le due, Britney» disse una volta sciolta la presa. «Dove state andando voi due?»
«Ad una festa in un locale poco distante da qui e no, non puoi aggiungerti» dissi io finendo di allacciarmi le scarpe.
«Oh andiamo, non posso mai venire con te da nessuna parte!» disse lei parandomisi davanti. «Almeno per oggi?»
«No».
«Solo per questa volta».
«No».
«Laverò i piatti per due settimane».
«No».
«Aiuterò la nonna in cucina per un mese intero».
«No».
«Parlerò io con la signora Cassie ogni volta che verrà».
«Ho detto di... aspetta, ogni volta?» chiesi io improvvisamente interessata.

Nel ricordo di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora