10- Le vedi le stelle?

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Le vedi quelle stelle lì giù?
Una sera, guardandole, mi narrasti la loro storia,
da allora,
ogni volta che le ammiro,
loro continuano a chiedermi di te.



Ok, interrompiamo un secondo la narrazione lineare della storia per capire meglio ciò che sto per raccontarvi. Da quando Ryan Pryce era rientrato nella mia vita entrando con prepotenza all'interno di una stanza dalla quale si sarebbe dovuto tenere lontano, ogni cosa stava tornando a galla senza che potessi impedirlo.

Più provavo a tenere il passato lontano da me, più questo tornava con irruenza squarciando ogni barriera che mi avvolgeva il cuore.

Ricordate quando dissi di non provare assolutamente nulla per lui? Ecco, dovete credermi, perché ribadisco quanto questa fosse la realtà in quel momento della mia vita. Ricordo ancora però quel dannato mercoledì mattina, quando ogni mia paura tornò a galla con irruenza e con una spietatezza tale da mandare all'aria anni di fatica nel cercare di cacciarle via. Ora però vi spiegherò tutto, non preoccupatevi.

Stavano iniziando ad abbassarsi le temperature nei cieli di Denver, e con questo evento non esitai nemmeno un secondo a coprirmi con magliette a collo alto, giubboni o qualsivoglia altro tipo d'indumento dalla capacità di coprirmi totalmente. Quel mercoledì mattina, dopo essermi ritrovata con i ragazzi prima delle lezioni, trascorsi senz'ombra di dubbio le sei ore più belle da quando avevo iniziato il college. Ripensai costantemente all'uscita della sera prima con Robert, e il solo rivivere tutti quei momenti mi mandò letteralmente in pappa il cervello. Ero su di giri, sarebbe inutile negarlo, e nonostante temessi ciò che stavo iniziando a provare in sua presenza ero felice che, perlomeno, fosse lui l'artefice di quelle emozioni. Una volta giunta l'ora di pranzo, mi ritrovai con il mio solito vassoio davanti intenta ad aspettare la mia amica, mentre vedevo la mensa riempirsi sempre di più. Iniziai a dubitare che fosse successo qualcosa, passarono cinque, sette, poi dieci minuti cui stetti da sola al tavolo, fin quando la voce di Rebecka accompagnata da quella dei ragazzi arrivarono alle mie spalle facendomi tirare un sospiro di sollievo.

«Scusaci del ritardo, Brendon doveva chiedere una cosa a un professore» disse lei sedendosi difronte a me seguita dal ragazzo, mentre Dylan come sempre non esitò a sedersi al mio fianco. «Ma ei tu, sai vero che devi raccontarmi qualcosa?» Disse lei ammiccando al famoso appuntamento.
Sorrisi imbarazzata al pensiero, specialmente visti i due ragazzi accanto a noi che si guardavano confusi.
«Ho avuto un appuntamento con Robert ieri sera» dissi ai due sapendo di potermi fidare di loro.
«Principessa, mi stai davvero tradendo con Robert Brown? Che umiliazione, che amarezza!»disse Dylan portandosi una mano sulla fronte con fare tragico e facendoci scoppiare a ridere.

«Stai zitto Dylan, falle raccontare» disse Rebecka guardandomi entusiasta. Presi un sospiro profondo prima di iniziare a raccontare, ma non tralasciai alcun dettaglio che reputai importante da inserire. Raccontai loro dello splendido ristorante in cui mi aveva portata, descrivendolo per filo e per segno vista la sua particolarità.

Era un locale bellissimo situato accanto al Mastorn Lake, con al suo interno tantissime decorazioni con tema naturale e con splendidi fiori sia fuori che dentro il locale. Raccontai loro della cena, semplice ma deliziosa, e del fatto che scoprii che quel locale apparteneva alla sua famiglia e, per questo, conobbi i suoi genitori che si rivelarono estremamente dolci e gentili. Raccontai ai miei amici di quando uscimmo dal locale e andammo a fare una passeggiata lungo il lago, della camminata lenta e piacevole che ci tenne impegnati per circa un'ora. Parlammo molto io e Robert, e come immaginavo si rivelò un ragazzo veramente splendido.

Raccontai di quando immergemmo le gambe in acqua, di quando ridemmo e scherzammo per battute futili o le cadute che rischiavo di fare ad ogni passo in acqua. La parte più bella del racconto però arrivò alla fine, quando finalmente confessai ciò che era successo proprio a causa di una mia caduta (fortunatamente non accaduta.)

Nel ricordo di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora