27- La magia dello sperare.

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"Ci pensi mai? A volte l'amore ci salva da tutto.
Dal dolore, dalla vita,
delle volte anche da noi stessi."


«Bussa tu» disse Ryan facendomi ridere. Aveva assunto un'espressione adorabile tanto era terrorizzato dall'idea di bussare alla porta di casa Brown.
«Finché non lo farai tu io non muoverò nemmeno un dito» dissi sfidando divertita. Lui mi guardò male, facendomi solo scoppiare a ridere ancor di più.

Era assurdo, un ragazzo bello e grande come lui che mi stava implorando di bussare ad una porta perché si vergognava.

«Ti detesto quando ti comporti così, te lo giuro!» Disse decidendosi finalmente a bussare alla porta. Era da ormai dieci minuti che ci trovavamo alla porta di casa di Robert, e finalmente si era deciso a compiere un gesto tanto semplice. Era stato Ryan a chiedermi di andare lì, voleva conoscere Emily, voleva vedere con i suoi occhi la realtà del ragazzo che tanto aveva disprezzato nei mesi precedenti.

Era rimasto colpito dal gesto del bracciale, tanto da chiedermi con timidezza di andare a conoscerne l'autrice. Chiunque lo avesse visto da fuori avrebbe sempre creduto che Ryan fosse solamente quello che faceva passare, quello che si impegnava tanto a dimostrare di essere, ma bastava vedere i suoi occhi per comprendere la bellezza della sua anima.

Ed io, quella bellezza, l'avevo colta sin dal primo istante.

Sin da quando, seduto in quello spogliatoio anni prima, aveva fatto il possibile per convincermi ad entrare nelle cheerleader fregandomene del giudizio degli altri. Lo avevo capito quando, una volta uscita dal provino stesso, lo ritrovai fuori dalla palestra intento ad aspettarmi, quando nemmeno sapeva come mi chiamassi, solo per chiedermi come fosse andata.

Me ne ero accorta dal primo istante in cui le nostre strade si erano incrociate, e forse per questo ciò che mi aveva fatto anni prima mi aveva destabilizzata tanto, perché su di lui avrei messo una mano sul fuoco, e mi resi conto tardi che, se lo avessi fatto realmente, mi sarei scottata come mai era accaduto.

Mi risvegliai dai miei pensieri quando la porta davanti a noi si aprì, lasciandoci vedere la figura di Robert lieto di vederci lì.
«Ciao ragazzi, benvenuti» disse lasciandoci entrare in casa. «Emily, guarda un po' chi c'è.»
«Alenoire!» Disse la piccola di casa Brown correndomi incontro bella come il sole.
«Ma ciao piccola Emily, come stai?» Le chiesi stringendola a me con cura.
«Sto benissimo, stavo disegnando...» disse spostando poi lo sguardo sul ragazzo al mio fianco. «Tu sei Ryan?»

«Sì, sono proprio io» disse il mio ragazzo abbassandosi alla sua altezza. «E tu invece sei la creatrice di questo qui» disse mostrandole il bracciale che portava al polso. Lei sorrise vedendo quel piccolo braccialetto colorato, e guardando Ryan con quel bellissimo sorriso in viso lo abbracciò cogliendolo alla sprovvista.

Sorrisi anche io nel vedere quel gesto, rendendomi conto di quanto quella bambina avesse un mondo intero dentro il suo cuore. Ryan ricambiò l'abbraccio, sorridendo a sua volta commosso.
«Sono felice che tu te lo sia messo» disse separandosi da lui.
«Come avrei potuto non farlo? È bellissimo, poi con tutti questi colori mi ha trasmesso tanta felicità» disse lui giocando con esso.
«Era proprio questo quello che volevo trasmettesse» disse Emily felice.

Io e Robert guardavamo la scena poi distanti da loro due, felici che quel momento fosse finalmente arrivato.
«Rose mi ha detto che sai fare dei disegni bellissimi, ti da fastidio se ti chiedo di vederli?» Le chiese Ryan alzandosi in piedi, e vidi lo sguardo della piccola Emily illuminarsi a quelle parole, tanto da prenderlo per mano e portarlo al tavolino in salotto dove vi era poggiata la sua cartellina lilla, proprio quella dove teneva tutti i suoi dipinti.

Nel ricordo di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora