Non è perdere qualcuno la cosa più triste,
la gente viene e va.
Sono i ricordi che lascia nel cuore,
a segnare per sempre il ricordo che abbiamo di lei.«Ti ha chiesto davvero di andare a vivere insieme?» Mi chiese Rebecka guardandomi entusiasta. Mi ritrovai ad annuire imbarazzata, il tutto però con un enorme sorriso sul volto. «E tu cos'hai risposto?»
«Io... io non l'ho fatto» dissi io rendendomene conto in quell'esatto momento. Mi voltai verso Britney che, seduta anche lei al bordo del mio letto, mi guardava sorpresa dalla mia affermazione.«E perché non l'hai fatto?» Chiese infatti lei.
«Io non lo so, insomma forse è troppo presto, forse siamo ancora troppo giovani e...»
«Non inventarti balle, sorellina adorata» disse Britney sorridendomi e prendendo una mia mano tra le sue. «Sappiamo entrambe cosa avete passato tu e lui, quanto tempo avete vissuto rincorrendovi senza nemmeno rendermene conto, e questo vostro riavvicinamento non è che la dimostrazione lampante di ciò. Se fosse stato per te, già staresti vedendo una casa da comprare. Perciò dimmi, Rose, qual è il vero problema?»La guardai con occhi sbarrati perché, per l'ennesima volta, mi stava dando dimostrazione di quanto sapesse leggere i miei silenzi ai quali, magari, non riuscivo a trovare risposta nemmeno io. Mi ritrovai a sospirare, e legandomi i capelli in uno chignon basso (giusto per togliermeli dal viso, insomma) decisi di essere del tutto sincera con loro.
«Ho paura a lasciare i nonni, ecco la verità» dissi abbassando lo sguardo e avvertendo un senso di colpa enorme. «Loro ci hanno sempre tenute al sicuro, ci hanno aiutate, ci sono stati accanto quando mamma e papà non hanno più potuto farlo. Mi sento in colpa a lasciarli ora, dopo che hanno fatto tutto questo per noi, solo perché voglio andare a vivere con Ryan.»
Britney mi sorrise, uguale fece la mia migliore amica, e solo dopo che ammisi ancora una volta le mie paure a qualcuno di cui sapevo potermi fidare riuscii a tirare un sospiro di sollievo. Mi sentii libera, meno tesa, meno in gabbia.
D'un tratto però, mentre Britney era intenta a dirmi quanto i miei pensieri fossero legittimi ma errati, dalla porta entrarono nonna Sally e nonno John, che mi guardarono con occhi commossi a cui non sapevo dare una spiegazione.
«Nonna, nonno, è tutto ok?» Chiesi guardandoli confusa. Cercai di alzarmi, ma come ero ormai abituata loro me lo impedirono. Non perché ero ancora in quell'ospedale allora ero malata, insomma!
«Tesoro mio, abbiamo sentito le tue parole...» disse la nonna sedendosi sulla sedia accanto al mio letto. Mi ritrovai a guardare mia sorella con occhi sgranati, ma lei mi fece intendere di non saperne nulla.
«Nonna, io...»
«Rose, piccola mia, concedimi di parlarti a cuore aperto, va bene?» Disse lei sorridendomi esattamente come faceva il nonno dietro le sue spalle. Annuii distrattamente, tanto dispiaciuta per il fatto che ne fossero venuti a conoscenza in quel modo.«Ricordo ancora quando, due anni fa, tu e Britney tornaste a casa dopo il tuo ricovero. Eri così persa, piccola mia, così smarrita che temetti davvero di aver perso mia nipote per sempre. Il lutto è qualcosa di tremendamente personale, soggettivo, e sapevo che tu lo stavi vivendo in quel modo non solo per la perdita dei tuoi genitori, ma anche per il ricordo che avevi di loro dal giorno dell'incidente. Britney era distrutta, piangeva tra le mie braccia giorno e notte, ma perlomeno ci concedeva il lusso di farsi aiutare, mentre tu...» disse lei prendendo sia la mia mano che quella di mia sorella. «...tu hai combattuto una guerra più grande di te da sola, senza chiedere l'aiuto di nessuno, ma passando le giornate ad aiutare noi. Ricordo ancora quando la notte ti sentivo sgattaiolare in cucina per preparare una cioccolata calda a Britney. Sai, non ve l'ho mai confessato ma vi sentivo. Sentivo le vostre parole, i vostri timori e i vostri dubbi, ma non potevo venire da voi e dirvi che tutto sarebbe passato prima o poi, perché quei momenti erano i vostri, e per quanto lo volessi non potevo immischiarmi.»
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Nel ricordo di noi due
ChickLitAlenoire Rose Miller ha sempre e solo avuto una priorità nella sua vita: diventare un'importante figura nel mondo dell'architettura. Per farlo si sa, serve decisamente tanta dedizione e passione, capacità nel prevedere le mosse degli avversari e, so...