L'essere umano, così tanta forza possiede in corpo...
Ha la capacità di combattere contro il mondo intero, se necessario,
eppure vi è sempre, un solo ed unico sguardo, in grado di renderlo tremendamente vulnerabile.«Si può sapere dov'eri finita l'altra sera?» chiese Rebecka facendomi sospirare. Ryan non aveva detto niente a nessuno, e non volevo essere io a svelare un dettaglio di sé che non voleva rendere noto.
«Non mi sono sentita bene, per questo ho preferito tornarmene a casa.»
«Con Ryan, immagino» disse con un sorrisetto compiaciuto in volto. Sbiancai improvvisamente rendendomi conto delle supposizioni che stava facendo su di noi, e mi sbrigai nel tentare di smentirle una ad una, ma ciononostante vedevo ancora quell'idea rimbalzarle nella testa. Provai ad inventarle una scusa plausibile sul come io fossi tornata a casa non avendo un'auto, e cercai di rimanere il più vaga possibile per quanto riguardasse l'improvvisa sparizione di Ryan, della quale sostenni di non sapere nulla.«Buongiorno bellezze, come stanno le due principesse del gruppo?» disse Dylan intromettendosi nella conversazione e avvolgendo il braccio attorno alle mie spalle. Alzai gli occhi al cielo con il sorriso sul viso, consapevole che quel turbine di spavalderia aveva la capacità di farsi voler bene da chiunque incrociasse il suo cammino.
«Fai meno l'adulatore tu, non ti riesce bene come credi» dissi dandogli una leggera gomitata sul fianco.
«Non gli riesce proprio, a dirla tutta...» disse Reb facendomi scoppiare a ridere.«Non esagerate con le parole, potreste ferire il suo cuore» disse una voce alle nostre spalle. Brendon fece il suo ingresso nella conversazione seguito da Jacob e Pryce, il quale rovinò decisamente quel momento di calma apparente con la sua sola presenza. Subito posai lo sguardo su Becky, la quale si era trovata Brendon accanto sul quale aveva posato il suo sguardo imbarazzato. Sorrisi a quella visione, riuscendo a capire sempre di più ciò che i suoi occhi gridavano al posto suo in un sussurro però talmente basso da passare inosservato a chiunque.
«Dov'eri finita l'altra sera?» chiese Jacob catturando lo sguardo di tutti i presenti su di me.
«Gliel'ho raccontato poco fa a Rebecka, non mi sono sentita bene e sono tornata a casa» dissi semplicemente sentendo lo sguardo di Pryce su di me.
«E tu invece cazzone, che fine avevi fatto?» chiese Dylan riferendosi a Ryan.
«Ho accompagnato Rose a casa.»Sgranai gli occhi puntandoli sulla figura di quell'imbecille davanti a me, soprattutto perché ora avevo lo sguardo di Rebecka puntato su di me incredulo, sia dal fatto che le avessi mentito sia perché, ancora una volta, il mio nome era stato affiancato a quello di Pryce.
«Che cosa hai appena...»
«Io dovrei andare, devo proprio passare in biblioteca prima di iniziare le lezioni. Ci si vede in giro» dissi interrompendo il commento di Rebecka e dileguandomi da quella situazione.Ero furiosa, anche se non si sarebbe detto vedendomi. Sentivo il bisogno di scappare via da lì, rifugiarmi dagli occhi curiosi dei ragazzi e dalle supposizioni che avrebbero fatto da quel momento in poi. Corsi dentro la scuola e mi riparai in biblioteca, cercando tra quegli scaffali la pace e la tranquillità di cui avevo bisogno. Necessitavo di un riparo dal mondo, di uno spiraglio di luce che contrastasse il buio di quei ricordi.
Avevo solo bisogno di tornare a respirare, e per farlo mi rifugiai ancora una volta tra le pagine di libri che narravano storie lontane dalla mia, ma che nonostante questo riuscivano ad accogliermi accarezzandomi il cuore con il suono delle loro parole. Mi ritrovai però a pensare al passato, ricaddi ancora una volta nei ricordi di una vita a me lontana, eppure tanto vicina da far aprire un'altra volta ogni ferita cucita con cura.
«Vieni qui?» chiesi al ragazzo in piedi davanti al mio letto. Vidi il suo sorriso ancora una volta, e potei giurare di non aver mai visto cosa più bella. Era incantevole, ed ogni volta che incrociavo il suo sguardo mi chiedevo perché, uno come lui, stesse con una come me...
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Nel ricordo di noi due
Literatura KobiecaAlenoire Rose Miller ha sempre e solo avuto una priorità nella sua vita: diventare un'importante figura nel mondo dell'architettura. Per farlo si sa, serve decisamente tanta dedizione e passione, capacità nel prevedere le mosse degli avversari e, so...