44- Cuori opposti

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Come fuoco e ghiaccio,
noi eravamo ciò che chiunque avrebbe sognato.



Quella sera non sarebbe potuta andare meglio di così.

Era da almeno un'ora e mezza che eravamo tutti lì sul terrazzo dell'hotel, intenti a parlare del più e del meno come sempre. Dylan faceva battute su battute, mettendo in imbarazzo il povero Brendon sostenendo che lui sarebbe dovuto essere il prossimo a fare un passo come quello di Ryan.

«Perché non potrei essere io il prossimo a farlo?» Chiese Jacob guardandolo offeso.
«La tua fanciulla è ancora troppo giovane per avere una fede al dito, perciò dovrai attendere ancora un po'» disse alludendo a mia sorella facendole sgranare gli occhi.
«Non parlate di me come se io non fossi presente!» Disse lei contrariata.

«Scusaci principessa, non era nostra intenzione offenderti, ma è mia intenzione andare a dormire ora» disse Dylan alzandosi e scompigliandole i capelli. «Sono stato tutto il giorno con quel coglione del tuo ragazzo Rose, facendo avanti e indietro da un negozio all'altro per far sì che tutto fosse perfetto. Sono esausto, nemmeno dopo un allenamento punitivo dettato dal coach sono mai stato così stanco!»
Mi voltai immediatamente a guardare Ryan sorridendogli e notandolo in imbarazzo, così mi limitai a dargli un rapido bacio sulla guancia vedendolo tornare a sorridere come prima.

«Credo andrò anche io ragazzi, ho una voglia di dormire pari a mille» disse Jacob sbadigliando e affiancando il biondo.
«Credo che andremo tutti, è tardi ormai» dissi io alzandomi a mia volta seguita da tutti gli altri.
«Ma io volevo parlare!» Si lamentò Britney.
«Parleremo domani, non ti preoccupare» dissi io sorridendole prima di mettere le mani in tasca per recuperare la chiave della stanza. Accadde però che, nel provare a prenderla, non riuscii a trovare nulla.

«Ryan...» dissi guardandolo con occhi sgranati.
«Che succede?»
«Credo proprio di aver dimenticato la chiave nella stanza prima di uscire.»

«Credo che dopo questo ci detesteranno!» Dissi ridendo dopo essere entrata in stanza.
«Sicuramente, io proporrei di non farci vedere per un po'» disse lui sorridendomi chiudendosi la porta ale spalle. Eravamo appena saliti dopo aver pregato il signore della reception di poterci aprire la porta visto il doppione della chiave che possedeva, ma non ci era certamente passato inosservato il suo sguardo frustrato per quella nostra richiesta.

Come biasimarlo? Aveva di certo il compito di rimanere sveglio per custodire l'hotel, ma ciò non significava che avesse l'incarico di aprire le porte a chi si dimenticava la chiave. Mi dispiacque disturbarlo, ma non potevamo certamente passare la notte fuori dalla porta della stanza.

Abbassai lo sguardo sulla mia mano dove, proprio sull'anulare sinistro, spiccava un piccolo e grazioso anello dall'incantevole delicatezza. A dividerlo perfettamente a metà vi era un piccolo diamante rosa, e anch'esso sprigionava un'eleganza tanto delicata quanto perfetta... perfetta per me.

«Ti piace?» Mi chiese Ryan avvicinandosi a me, talmente tanto che, alzando il viso, mi ritrovai il suo a pochi centimetri di distanza.
«Tanto, veramente tanto Ryan» dissi io avvinghiando le braccia attorno a lui stringendolo in un abbraccio in cui ritrovai il mio posto nel mondo. «La cosa più strana sai qual è stata?»
«Cosa?»
«Il fatto che tu fossi in camicia, avvolto dall'eleganza che effettivamente poteva richiedere il momento, mentre io sono scesa in tuta» dissi ridendo prima di guardarlo.

Lui però mi prese il viso tra le mani e, posandomi un rapido bacio sulle labbra, mi guardò sorridendo ribadendo quanto io, per lui, fossi meravigliosa in qualsiasi modo. D'un tratto mi prese in braccio, e portandomi sul letto mi ci fece stendere con premura facendomi comprendere le sue intenzioni.

Nel ricordo di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora