15- I silenzi del passato.

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Se potessi mi prenderei ogni tua pena.
Farei mio ogni tuo dolore.
Donerei a te la mia felicità,
perché non conta quanto io ne uscirei distrutto,
se in cambio ricevessi solo il tuo sorriso.








Ryan

«Quella sera ero in macchina assieme a loro...» iniziò a raccontare, ed io riuscivo a vedere la paura insinuarsi in ogni spazio della sua anima. «Stavamo tornando a casa, eravamo andati nel tardo pomeriggio nella casa in campagna dei miei, per prendere le cose che avevamo dimenticato dopo le feste di Natale. Era tarda sera ormai, ma tutto era così normale che, ripensandoci, non riesco a soffocare la rabbia che vive in me. Come può il mondo essere così normale sapendo che, di lì a poco, sarebbero morte due persone senza alcuna colpa?»

Sentii le sue esili mani tremare sotto le mie, così le presi e vi posai sopra dei leggeri baci. Lei piantò i suoi occhi nei miei, sorpresa, eppure non si scansò. Non oppose resistenza, ed io continuai. Continuai perché ero uno stronzo, perché mi servii di quei suoi attimi di debolezza per starle vicino, per sentire la sua pelle a contatto con la mia, per sentirla mia quando lei non avrebbe nemmeno voluto che pensassi una cosa simile.

«Ero al telefono con la nonna nel momento in cui tutto è accaduto. Mamma mi chiese di chiamarla per avvertirla che avremmo fatto un po' tardi, e che quindi non avrebbero dovuto aspettarci svegli. Ed io glielo stavo dicendo. Le stavo riferendo ciò che mi era stato detto, quando vidi mio padre agitarsi al volante. Delle luci provenienti dall'altra corsia ci abbagliarono, e papà fece il possibile per evitare che quell'auto, evidentemente guidata da un ubriaco, ci finisse addosso. Papà fece il possibile per salvarci, ma nulla servì per evitare l'inevitabile. Era una strada di montagna quella, troppo stretta per manovre tanto pericolose, e per questo l'auto finì completamente fuori strada.»

Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime, e mi sarei voluto tirare un pugno da solo perché, vedendole scendere, avrei voluto toglierle dal suo viso a suon di baci. Invece mi limitai ad accarezzarla, raccogliendo quelle gocce salate nel vano tentativo di prendermene cura il più possibile.

«Solo se te la senti...» Provai a dirle, ma dopo tanto tempo, Rose mi rivolse il sorriso più vero che avessi mai visto sul suo volto.

«Fu un attimo, e mi ritrovai scaraventata da una parte all'altra per via degli alberi presenti. Non capivo nulla, non ero in grado di farlo, riuscii solamente a sentire le urla di mia madre e a vedere il panico negli occhi di papà. Questione di secondi, secondi che mi cambiarono la vita.»

La vidi intenta ad alzare leggermente la sua maglia, scoprendo una parte dell'addome piatto. Quando stavamo assieme Rose non era così magra, ma ricordo di averla vista nei mesi successivi sempre più secca, tanto che arrivai al punto di preoccuparmi per lei. Sicuramente le mie erano paranoie, le stesse smentite dalla vista del suo corpo di adesso. Era perfetta, e Dio solo sa quanto avrei voluto risentirla mia.

Rimasi pietrificato però quando, scoprendo l'addome, vidi una cicatrice decisamente grande percorrerle l'esile busto.

Non mi resi conto di ciò che feci, ma mi venne istintivo portare una mano su quel segno indelebile per accarezzare quella porzione di pelle che avevo potuto toccare, baciare e accarezzare anni prima, la stessa che però ora non riconoscevo più. Marchiata da un segno simile, mi si parò davanti la certezza che Rose, nel giro di pochi istanti, divenne tanto forte da essere in grado di far tremare il mondo. Perché se ero convinto di qualcosa, lo ero sul fatto che lei fosse la ragazza più forte che avessi mai conosciuto.

«Lo capisco se la trovi ripugnante, se potessi fare qualcosa per farla sparire...»
«No, non dirlo nemmeno» dissi facendo rimanere la mia mano su quel punto ma alzando gli occhi nei suoi. «Sei perfetta così Rose, nulla può cambiare la verità. Una cicatrice non potrà mai essere in grado di cambiarti, di farti valere di meno.»
«Lo dici perché sei di parte» disse sorridendomi malinconica.
«Lo dico perché sei la creatura più bella che io abbia mai visto» dissi senza rendermene conto.

Nel ricordo di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora