«Se solo potessi cancellerei il passato.»
«Non pensare a voler cancellare ciò che è stato,
cerca piuttosto in ogni modo di migliorare ciò che sarà. Perderai tempo vivendo nel rimorso, combatti piuttosto per cambiare ciò che verrà.»«Nonna, questa pasta è la cosa più buona che io abbia mai mangiato» disse Britney ingozzandosi della pasta al sugo della nonna. «Dimmi che ce n'è dell'altra, ne ho bisogno.»
«Sì, sta nella...» iniziò a dire la nonna, ma non fece in tempo a finire la frase che Bri si era già andata a riempire il piatto. Risi, perché sapevo quanto mia sorella fosse terribilmente, come dire... attiva.«Tu ne vuoi ancora Rose?» Chiese la nonna guardandomi da dietro le lenti dei suoi occhiali.
«No nonna, ma era buonissima» dissi sorridendole. Natale era giunto alle porte, e nonostante non lo potessimo più passare con mamma e papà ero felice, perché al mio fianco vi erano i nonni. E per quanto avevo perso, avevo comunque le stelle più luminose della mia vita lì in alto nel cielo, mentre al mio fianco avevo quale più forti che avessi mai conosciuto. Io e Britney avevamo perso i nostri genitori, ma loro avevano perso la loro unica figlia, e oltretutto si erano dovuti prendere cura di noi quando avrebbero semplicemente avuto bisogno di qualcuno che stesse accanto a loro.Non avevamo nessuno oltre a loro, come loro non avevano nessun altro oltre a noi. Ciononostante ci eravamo fatti forza l'uno con l'altra, e questa era la cosa che più amavo di loro. Non si erano mai mostrati deboli per poterci far tornare a vivere, e ci erano riusciti.
«Non hai mangiato molto Rose...» disse preoccupata la nonna.
Abbassai lo sguardo sul mio piatto e notai che, effettivamente, la porzione fatta da nonna era abbastanza piccola. Sapeva che mettermi davanti agli occhi troppo cibo avrebbe fatto solo sì che crollassi, per questo tendeva sempre a mettermene poco per poterne poi aggiungerne dell'altro. In quei giorni però non avvertivo più il bisogno di mangiare, e quando alzai lo sguardo verso la mia famiglia li notai tutti e tre intenti a guardarmi.Britney venne al mio fianco posando il suo piatto al suo posto. Poi mi sorrise debolmente, e capii solo dal suo sguardo ciò che mi aveva chiesto senza nemmeno dire una parola. Annuii solamente, e la vidi tirare un sospiro di sollievo prima di prendere il mio piatto e tornare ai fornelli per mettermi ancora un po' di pasta.
«Grazie...» disse la nonna guardandomi con occhi lucidi. E lì la vidi: la paura. La paura che crollassi di nuovo. La paura che tornassi in quel tunnel senza luce in cui ero immersa fino a solo un anno prima.
«Mi dispiace» furono le uniche parole che riuscii a dire, vedendola poi negare con il capo e raggiungermi dall'altro lato della tavola. Mi strinse a sé come fossi qualcosa di prezioso, qualcosa di talmente fragile da rischiare di rompersi... senza renderete nemmeno conto, ed io lo ero stata.Fragile, intendo.
Lo ero stata per così tanto che sapevo come capire quando stavo crollando, quando qualcuno mi stava ferendo, quando stavo raggiungendo il limite. Lo sapevo bene, e non era quello il caso.
«Non devi dispiacerti per nulla stella mia, non ne hai motivo» disse la nonna abbracciandomi forte a sé. E lì, anche senza i miei genitori accanto, anche senza sentire le loro risate riscaldarmi il cuore, compresi quanto potesse essere bello avere un posto da chiamare casa, e compresi anche quale fosse la mia.
Perché casa è quel luogo da cui non vorresti mai andare via davvero, quello spazio nel mondo non necessariamente grande, non necessariamente immacolato, non obbligatoriamente perfetto. Casa è dove sei in grado di essere te stesso, dove sai di poter tornare anche dopo mesi, anni o semplici secondi, e casa, per me, erano le braccia delle persone che amo.
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Nel ricordo di noi due
Romanzi rosa / ChickLitAlenoire Rose Miller ha sempre e solo avuto una priorità nella sua vita: diventare un'importante figura nel mondo dell'architettura. Per farlo si sa, serve decisamente tanta dedizione e passione, capacità nel prevedere le mosse degli avversari e, so...