Capitolo 2°

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Devhon

Mi volto verso la vetrata alle mie spalle con la poltrona girevole fatta su misura per me, guardo fuori l'immensità di questa bellissima città, Seattle, il futuro, mentre l'uomo seduto difronte alla mia scrivania mi aggiorna senza sosta, cercando in ogni modo di attirare la mia attenzione, schiarendosi di tanto in tanto la gola. Mi giro verso di lui, trovandolo rosso e sudato come un pomodoro bagnato. Forse imbarazzato per la mia poca attenzione o forse perché si trova per la prima volta davanti a me. Chi lo sa.
Mi viene da ridere, ma per rispetto del suo lavoro mi trattengo, anche se a stento.

Ma chi diavolo l'ha assunto?
Devo parlare con Dafne, quest'uomo non fa per la mia società, deve sostituirlo immediatamente.

<<Va bene, va bene Philip>>. Dico alzando le mani in aria. <Puoi andare>>.
Lo liquido guardando per l'ennesima volta l'orario sul mio rolex, non proprio impaziente di lasciare questo posto.

Il mio ufficio è all'ultimo piano ed interamente fatto in vetro e specchi.
Ho fatto costruire questo edificio a mio piacimento solo pochi anni fa. Sono l'erede legittimo di un impero che fa invidia all'uomo più ricco, ovvero io.

Arrogante? Me lo posso permettere!

Il mio cognome è la realtà attuale dell'economia globale, io e miei fratelli che occupano i successivi edifici al mio fianco, abbiamo deciso di prendere in mano non solo il piccolo paese fondato dai nostri antenati, ma anche le città circostanti, per ora abbiamo nelle nostre mani Los Angeles, Miami, Dubai e da giusto un'anno, Seattle, con i nomi delle più grandi aziende commerciali che ci affiancano.

Mi alzo dalla medisima poltrona, afferando la giacca del mio completo, uscendo così dall'ufficio e prendendo solo il mio telefono, che non smette mai di ronzare.
Mi affianco a Dafne, che digita freneticamente sulla tastiera, alza di scatto la testa per guardarmi strabuzzando gli occhi. È una bellissima ragazza, ma non ha niente che mi attiri particolarmente.

Chi lo ha?

Nessuna direi.

<<Signor Monroe, come posso
aiutarla?>> Dice mettendosi una ciocca di capelli ramati dietro l'orecchio e abbassando lo sguardo.

Imbarazzata Dafne?

Sorrido orgoglioso e mi siedo sulla sua scrivania poggiandomi su un piede, solo per metterla ancora più in difficoltà.

Un gioco di potere che mi soddisfa ogni volta.

<<Dafne, la mia auto>>. Dico guardando fisso il suo volto, la vedo deglutire, ma non risponde.
<<Dafne!>> Scatta dalla sedia e questa volta non ce la faccio a trattenere la risata, dove arrossisce e balbetta che l'auto è di sotto che mi aspetta.

Sono uno stronzo lo so, ma mi eccita da morire esserlo.

<<Cavolo Dev! Lasciala in pace. Possibile che ancora ti ecciti vederle imbarazzate e arrossate?>>.
Scatto con lo sguardo verso il suono della voce.
<<Logan amico mio! Che cazzo ci fai
qui?>>
Lui allarga le braccia e sorride.

<<È così che accogli il tuo migliore amico?>> Dice avvicinandosi alla scrivania, facendo un occhiolino alla povera Dafne che ora è messa peggio di Philip.
E poi sarei io lo stronzo!?

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