Capitolo 27°

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Devhon

Parcheggio davanti ad un bar e scendo dall'auto ancora un pó frastronato.
Se la memoria non mi inganna, qui dovrebbe esserci un ritrovo all'inglese, dove servono dell'ottimo liquore, quello dal tasso alcolico da ritiro patente e degli infusi da farti girare la testa.
Anche questo un posto che fa parte del mio passato.

Chiudo la portiera dietro di me e aggiusto le maniche della camicia guardandomi intorno. È come se mi sentissi osservato e sotto tiro.
Maledetta erba.
Ed è strano conoscendo la zona, perché è proprio come la ricordavo, tranquilla e poco frequentata, se non dalle persone che la abitano.
Mi guardo di nuovo intorno, giusto per stare più tranquillo, e nel farlo noto che due macchine dopo la mia c'è lo stesso pick-up nero che era fermo davanti a villa Monroe.

Sto per caso impazzendo? O le mie allucinazioni non sono poi così surreali?

Indosso gli occhiali e prendo il mio telefono. C'è qualcosa che non va.
Il mio primo pensiero è chiamare Dafne per vedere se ha più sentito Stefany. Non vorrei che si fosse fatta scappare qualcosa.

Se quella matta faccia da bile, sa dove sono, ho i minuti contati.

Due squilli dopo risponde ansimando:
<<Si..signor Monroe>>.
Guardo lo schermo per vedere se ho composto il numero giusto.

No! Impossibile. Non è da lei.

<<Dafne? Tutto bene?>> Rispondo titubante.

<<Sssi! In cosa posso esserle utile?>>
<<Mmmh, sicura? Stai per caso scopando nel mio ufficio?>> Ribatto subito senza giri di parole e sorridendo sapendo di averla messa in imbarazzo.

<<Oh ma no! Signor Monroe io...>>

<<Va bene va bene, lascia perdere non è per questo che ti ho chiamato>>.

<<Io... io...>>

Oddio Dafne smettila di balbettare.

<<Ascoltami! Volevo sapere se tutto procede bene durante questa mia assenza e se per caso hai detto a qualcuno dove mi trovo>>.

<<No signore, a nessuno. E qui tutto procede be-benissimo. Domani avrò anche un colloquio via Skype con la nuova candidata>>.
Annuisco come se potesse vedermi ed entro bel bar, il posto per essere giorno è molto scuro e per lo più fatto in legno. Mi addentro sedendomi al bancone e ordinando qualcosa di molto forte.

<<Due dita di Wiskey>>. Dico alla ragazza che serve i drink, sembra la fotocopia uscita male di Avril Lavigne, capelli ossigenati con le punte nere, unghie tinte anch'esse di nero e magra come un palo della luce. Mi sorride ammiccando un sorriso che secondo lei dovrebbe risultare sexy, ma che risulta solo come un ghigno di gargamella.

Patetica.

Porto la mia attenzione al telefono, che dopo avermi dato le ultime direttive Dafne riattacca. Guardo per un pó il telefono sbalordito per come mi abbia risposto.
Vuoi vedere che sotto sotto la timida Dafne non è poi così timida?

Sorrido e lo intasco.

Per ora devo capire se sono pazzo o se qualcuno mi segue, non credo sia Stefany in carne ossa, ma qualcuno sicuramente assunto da lei per pedinarmi. No che non possa farlo lei stessa, sia chiaro, solo che conoscendola non entrerebbe mai in un pick-up vecchio più o meno di vent'anni.
Sarebbe troppo per la signorina.

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