Capitolo 14°

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Devhon

A volte penso che il destino si stia prendendo gioco di me, altre volte invece penso che stia cercando di farmi capire qualcosa.

O forse stai solo impazzendo.
Può essere. Almeno avrebbe più senso.

Ormai tra i problemi che ho con quella stronza a Miami e quello che succede qui, sto veramente uscendo fuori di testa. Sarò anche pazzo, ma sono sicuro di quello che in questo momento i miei occhi stanno vedendo, con i fari puntati su di me, Mia, la sola ed unica Mia, è ferma lì nell'auto. Non credo che mi abbia seguito, penso più che sia stato solo un caso incontrarci proprio qui.

Destino? Mah chissà...

Quindi faccio l'ultimo tiro alla sigaretta e la butto, avviandomi verso il pik-up rosso e alquanto malconcio.

A causa dei fari alti non la vedo molto bene, quindi alzo la mano destra, mentre con la sinistra le faccio segno di spegnere l'auto, ma non lo fa.

<<Hai intenzione di far luce a tutti?>>
Le dico a pochi metri da lei.
Ma com'era previsto non ottengo nessuna risposta.
<<Se non vuoi vedere nessun sedere al vento ti conviene abbassare i fari>>.
E con mia grande sorpresa mi da retta.

Quale onore.

<<Che ci fai qui? Mi segui?>>Le chiedo appoggiandomi al finestrino aperto.
È ancora fissa davanti a sé e il suo odore di zucchero filato invade subito le mie narici, facendomi socchiudere gli occhi per pochi istanti. Così dolce...

E poi che fine ha fatto quel cazzone del suo ragazzo? L'ha già lasciata sola?

<<Non seguirei mai uno come te! E comunque non lo so perché tra tutti i posti in questa città del cazzo sono finita proprio qui>>. Mi risponde sorprendendomi.

Lingua lunga.

<<Incontrando proprio te!>> Dice facendo segno con la mano verso di me.

<<Siamo in due allora>>. Ammetto.

Davvero strano.

Finalmente si volta verso di me e mi guarda, i suoi meravigliosi occhi, ancora lucidi, che alle fioca luce della luna sembrano ancora più scuri, mi fissano e come sempre mi disarmano.
Che strana creatura.

<<Perché tra tutte le persone sembra che io incontri solo te?>> Dice quasi stufa della situazione.

Beh questa è davvero una bella domanda, perché è la stessa che mi faccio anch'io.
<<Sono andata via per pensare e...>>
Dice stringendo il volante è guardando di nuovo davanti a sé, ma senza finire la frase.
<<Ho fatto lo stesso>>. Dico di botto senza pensare.
Ma che...
<<Infatti siamo finiti al lago del pensiero>>. Dico ironicamente.

La vedo voltare la testa dalla parte opposta alla mia.
All'inizio credo stia piangendo, ma poi mi rendo conto che sta ridendo, cercando di non farsi notare da me.
Non era mia intenzione fare il simpatico, non lo so fare e quando ci provo non mi riesce per niente bene.
Sono un uomo scorbutico e poco amichevole, ma con lei è bastata una semplice e banale battuta.

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