Capitolo 1°

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Mia

Prendo il telefono dalla tasca dei jeans e leggo il messaggio:

" Stasera finalmente festeggeremo il tuo ultimo compleanno in questo posto dimenticato da Dio."

Sorrido e lo intasco senza rispondere. La mia amica Ellie, non manca mai di ricordarmi che stasera compirò ventitré anni.

Già, come se potessi dimenticarlo.

Anche se preferirei rimanere a casa, a guardare qualche serie TV su Netflix. Ma per le svitate che affermano di essere mie amiche, non è plausibile. Stasera non sarà solo un compleanno, sarà anche la nostra ultima festa da ragazze di montagna, perché tra giusto un mese, partiremo per la bellissima Seattle.

Seattle.

Sorrido all'idea di quello che mi attenderà tra soli trenta giorni, sperando che qualcuno mi richiami dopo l'invio dei miei curriculum in tante aziende e società.
Maledizione è tardi!  Devo darmi una mossa, visto l'ora che segna la sveglia sul mio comodino.

Salto giù dal letto e mi precipito allo specchio per sistemare alla meglio quell'ammasso che oso chiamare capelli.
Anche se tra un mese partirò, devo comunque andare a lavoro. Fortunatamente per me, ho trovato un'occupazione nella caffetteria qui all'angolo, non è chissà cosa, ma almeno sono riuscita a mettere da parte abbastanza soldi per andare via da questo posto e dare il mio contributo in casa.

Prima di questo obiettivo, oltre a studiare per laurearmi, non avevo molti scopi, la mia vita è sempre stata una continua routine, fatta di cose semplici, mai nessun colpo di scena, a parte le classiche cose causate dalla mia smemoratezza, una cosa non proprio adatta a una che vuole diventare una commercialista.

Te ne rendi conto solo ora? No, ma sorvoliamo, non mi pare il momento adatto.
Avrò tempo per pensare a come collegherò questo mio lato al lavoro.

Ecco un altro aspetto di me; rimando sempre le cose.

Trout Lake, un luogo circondato da montagne, laghi e acque meravigliose, con tavole calde aperte anche di notte, poche scuole e un sindaco conosciuto da tutti. Purtroppo però è anche un luogo dove i sogni rimangono sogni, forse troppo piccolo per contenere quelli di tutti gli abitanti, quindi sono costretta a fuggire e lasciare tutto qui, partendo per Seattle, insieme alle due mie amiche Jen e Ellie.

Sono emozionata? Non l'ho ancora capito, ma lo scoprirò presto.

La mia famiglia, mi ha sempre detto di vivere secondo i miei desideri, senza mai tralasciare i sani principi che mi hanno insegnato, ed è quello che sono disposta a fare, vivere come voglio, seguendo ciò che voglio, un motto che mi ripeteva mia madre prima di mettermi a letto la sera. Ci sono genitori che raccontano fiabe e storie della buonanotte e genitori che raccontano di come puoi stare meglio nella vita seguendo ciò che ami, a me raccontavano cosa potevo fare se avessi spiegato le ali e avessi imparato a volare da sola.

Questo posto per com'è piccolo, si divide in due posizioni sociali, ci siamo noi poveri plebei ed esseri umani costretti a lavorare per vivere e sopravvivere, e ci sono i patrizi; ovvero i Monroe: la cosiddetta famiglia reale. Come ben si sa, ogni famiglia reale ha degli eredi e i coniugi Moore ne hanno ben tre, o come sia giusto chiamarli: i principi del paese.

Inevitabile "Il Principice Ereditario"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora