Capitolo 20°

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Mia

Sono rimasta per il resto della giornata a piangermi addosso come una dannata sedicenne.

Two Feet: Love is a Bitch
Fidatevi ascoltate  questa mentre leggete.

Un pó come il tempo fuori colpito all'improvviso da un temporale estivo.

Ma che mi prende?

Dovrei uscire e gioire... invece?
Mi sento grigia e cupa come il cielo in questo momento.

Io che avevo sempre promesso a me stessa di ricordarmi quello in cui credo, ora piango per un uomo? Per dire meglio per un Monroe?
Ma se devo dirla tutta, non è tanto per lui che sono in questo stato, ma per averlo desiderato tanto da non respingerlo.

Forse dovevi capire anche tu!
Mi ricorda la mia vocina interiore.

O forse sto solo impazzendo.

Non ho mai fatto nulla del genere e spingermi fino a questo punto non è assolutamente da me.

Nessuno mai mi ha suscitato tale emozioni da rendermi quasi folle, lui invece mi sta facendo sprofondare in un vortice senza via d'uscita, più lo respingo e più lo voglio e più mi detesto.

Un circolo vizioso.

Mi appoggio sul letto e guardo fuori, il rumore dell'acqua che cade pesante sul terreno i lampi che annunciano l'arrivo di un rumoroso tuono che farà da sottofondo, sembrano quasi cullarmi e confortarmi.

Prendo il mio libro dal comodino di fianco e lo apro, leggendo la frase evidenziata più e più volte: "Devo imparare a sopportare l’idea d’essere più felice di quanto io non meriti”.

Già se solo fosse così facile.

Sento un rumore provenire al piano di sotto, penso tra me e me che forse saranno rientrati i miei, ma di scatto si apre la porta e io sobbalzo per la paura, mettendomi dritta sul letto e arretrando spaventata all'indietro.

Perché lui è qui?

<<Devhon! Che ci fai qui?>> Chiedo spaventata.

Che cazzo ci fa nella mia stanza?

Come Diavolo è entrato?

Oddio forse sto sognando di nuovo.

È tutto bagnato a causa della pioggia, i suoi capelli gongolano d'acqua e sembrano più scuri, la maglia bianca è totalmente attaccata al suo petto, mettendo in risalto il suo addome definito.

Merda! Che visuale.

Nei suoi occhi c'è qualcosa di diverso, sembrano luccicare.

L'osservo mentre si chiude la porta alle spalle e si sfila la maglia dalla testa, lasciandola cadere a terra pesantemente.
Dandomi così una visuale perfetta del suo torace asciutto, con ogni muscolo sviluppato alla perfezione, con la sua pelle bronzeea e con quella collana che oscilla ad ogni movimento, suscitando in me tanta, tanta curiosità.

Inevitabile &quot;Il Principice Ereditario&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora