Capitolo 33°

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Devhon

Busso alla porta d'ufficio di mio padre è attendo che mi faccia entrare.
Mi ha mandato a chiamare stamattina e io decido di presentarmi solo ora che sono le sei di sera.

Puntuale.

Dopo essere andato via dall'ospedale e aver lasciato Mia in una totale devastazione, ho deciso di rimanere per un pó da solo e fare ricorso ai miei vecchi contatti. La sua voce investe ancora la mia mente e la delusione nel suo timbro, mi ha distrutto e fatto riaffiorare i demoni, ragione per cui, ho deciso di sparire e tornare a casa solo due giorni dopo l'accaduto.

Mi sono odiato per essere andato via?

Si! Ma lo rifarei. Mia non fa per me è solo una ragazza qualunque, mente io sono il principe ereditario destinato a sposare un oca che odierò per il resto della mia vita.
Sono nato per portare avanti il buon nome di questa famiglia e da tale devo comportarmi, sono le regole.

Non lo fai solo per te.

Mi ricorda la vocina che continua a tormentarmi senza fine.

<<Avanti>>.

Finalmente cazzo.
Cosa stava aspettando? A volte credo che gli piaccia mandarmi in bestia.

Abbasso la maniglia della grande porta ed entro, il grande Victory Moore è dietro la scrivania che legge dei documenti.
Guarda l'orologio sul suo polso, forse per controllare l'orario della mia presenza.

Sono in ritardo papà? Ultimamente lo sto vendendo sotto un altra luce, sembra essere cambiato anche lui.

<<Perché mi hai fatto chiamare?>> Chiedo scocciato, mentre prendo posto sul divano sotto l'enorme finestra.
Divarico le gambe e poggio la testa sullo schienale.
Dio potrebbe scoppiare da un momento all'altro.

<<Ciao anche a te>>. Risponde mentre posa i documenti e si alza per darmi la sua più totale attenzione.

<<Ma che cazzo ti è successo?>> Chiede spaventato mentre mi osserva.

<<Taglia corto, perchè sono qui?>>
Il mio aspetto in questo momento non è affar suo, basta aspettare, che arrivi al dunque.

<<Sei sparito per due giorni!>> Afferma l'ovvio. << E ora ritorni in questo
stato?>>
Quasi urla per poi continuare:
<<E ho saputo quello che è successo in ospedale l'altro giorno, non sarà a causa di quella dannata ragazzina che sei conciato cosi?>>

Alzo lo sguardo e lo fisso.

Dannata ragazzina?

<<Perchè sono qui?>> Ribatto, sfidando il suo sguardo accusatore.

Sbuffa sonoramente, quasi come se si fosse arreso.

<<Dev, io credo che tu ti sia divertito abbastanza>>.

Rilascio un grande respiro e inalo aria pulita per non radere a suolo questo posto.

<<Io invece credo, che siano cazzi miei con chi e come mi diverto.
Non credi?>> Dico alzandomi e con molta calma afferro i sigari che mio padre tiene per ordine sulla sua scrivania in mogano.

<<E la dannata ragazzina come la chiami tu, non centra un cazzo con la mia vita. Anzi lei è l'unica che non da problemi>>

<<Ti cosa ti lamenti Dev? Hai tutto, sei un l'ereditiere più invidiato del pianeta>>.

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