Capitolo 46°

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Mia

Finalmente arriviamo. L'area è deserta, popolata solo da macchine vuote in questo enorme parcheggio, il sole picchia forte, ma io mi abbraccio, perché un brivido gelido mi attraversa la spina dorsale e mi fa tremare, rabbrividire, aggiungerei.

Scendo dall'auto e la breccia sotto i miei piedi riscalda la gomma dei miei stivaletti.
Mentre Logan già cammina velocemente facendo da giuda, e io lo seguo quasi correndo, come se non avessi più tempo, come se il ticchettio dell'orologio segnasse i secondi rimanenti, come una clessidra che scorre velocemente.

Le urla degli uomini rimbombano e fanno da eco, ma ad ogni urlo, il mio cuore perde un battito.

Fa che non sia troppo tardi.

Ci avviciniamo ad un capannone fatto di ferro e lamiere, dove un uomo alto con una folta barba e un codino fa da buttafuori.

<<Fammi entrare>>. Tuona Logan.

<<Non credo proprio>>. Dice l'uomo sorridendo in modo sinistro.
Mi stringo ancora di più nelle braccia e cerco di proteggermi dal suo sguardo.
<Lei non è ammessa, è una femmina>>. Conclude squadrando il mio corpo.

<<Levati dal cazzo o giuro che butterò giù questa merda di posto>>.

<<Ho detto che lei. Non . È. Ammessa>>.
<<Bene>>. Afferma Logan.
Si gira solo un attimo verso di me e mi guarda per poi rigirarsi, succede tutto così in fretta che non capisco nemmeno da dov'è partito. Il suono arriva prima dell'impatto, un pugno colpisce il viso dell'uomo che fa da guardia, segiuto da un mio strillo, e d'un tratto Logan e il signor codino si ritrovano a terra in una rissa.
D'istinto mi allontano, ma Logan incomincia ad'urlare.

<<Mia, corri! Va dentro e fa il possibile, glielo devo!>>

Rimango imbambolata per quell'istante che sembra eterno, è solo un decimo di secondo, solo uno, ma sembra così esteso e infinito

<<Vai!>> Urla.

Ed è quello che faccio, corro verso quell'ammasso di ferro, tiro il maniglione con tutta la forza, trascinando verso di me quell'enorme portone. Il rumore del ferro che viene trascinato sui binari mi fa stridere le orecchie e aumentare la sensibilità ai denti, ma alla fine riesco a tirare quel che basta per far entrare il mio esile corpo.

<<Oh mio Dio!>>

Vengo catapultata in un'altra realtà, quella che pensi non sia reale o che si veda solo nei film.
Fumo, urla e spinta di eccitamento popolano il grande capannone.
T

ra le grida degli uomini assetati di ira, sento il rumore della carne che viene colpita. Le mani si gelano e i capelli usciti dalla mia coda si attaccano al viso, ormai sudato per l'ansia e la paura che dominano il mio corpo.


Sono tutti ammassati in un cerchio, ci sono centinaia di uomini e io sono l'unica donna presente in un inferno abitato da soli demoni.

Mi guardo intorno, dandomi coraggio.
Cerca Devhon, non fermati Mia e fa che non sia troppo tardi.

Trova il tuo uomo.

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