Prologo

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Apro piano gli occhi, per farli adattare alla luce solare che filtra nella stanza.
Di scatto volto la testa nella direzione opposta e l'ansia che avevo respinto la notte precedente, ritorna sovrana popolando la mia mente.

Il suo posto è vuoto, mi alzo tenendo il lenzuolo al petto per coprirmi e passo la mano sul suo guanciale, freddo.
Velocemente mi alzo e passo in rassegna la stanza per capire se è rimasto qualcosa, qualcosa di lui, di noi, niente.

Lascio cadere il tessuto bianco che ricopre il mio corpo è corro verso la porta, dove su di un gancio vi è un accappatoio, l'afferro al volo e indossandolo più velocemente possibile, mi precipito fuori, legando i lembi tra loro.
Mentre percorro quei metri il suo odore fa già da base al dolore che mi attende.

Il vuoto si impossessa subito del mio cuore, che già piange sapendo che ha perso ancor prima di iniziare.

Non può averlo fatto davvero.

I miei piedi colpiscono il parquet sotto di me, lasciando così l'impronta per il mio passaggio.

Mi sento chiamare, ma non è la sua voce quella che sento, la mia mente e il mio corpo, la respingono a prescindere, sapendo che non appartiene a lui.

Mi guardo intorno, i miei occhi, dove non mi ero resa conto, sono già pieni di lacrime in attesa solo di cadere giù.
Mi avvicino titubante al tavolo che occupa la stanza, dove sopra c'è un biglietto fermato da una collana.

Quella collana.

Un anello per ogni mio peccato.

Prendo il biglietto e piano lo apro, quasi come ad averne paura. L'inchiostro viene macchiato subito dalle mie lacrime, che cadono pesanti creando così un immagine astratta, che sembra quasi prendersi gioco di me.

Poche righe, ma dirette e concise.
Poche righe che hanno segnato tutto fin dall'inizio.
Con la punta dell'indice, percorro il suo nome quasi come ne stessi delineando il suo viso.
Questo è ciò che mi rimane, un nome, un ricordo, un qualcosa che sapevo fin dall'inizio, ma che ho ignorato costantemente.
Come se tutto questo fosse stato un gioco e io l'attrazione principale.

Lacrime calde e salate cadono silenziose avendo paura anch'esse di far rumore.
Sperando che così facendo non sembri mai reale.

Lui, che mai avrei pensato di conoscere, ma, soprattutto amare, ha portato via con sé tutto. Ha fatto di me un gioco di potere dove io inconsciamente o egoisticamente, ho partecipato senza pensare alle conseguenze.

Stringo i pugni e alzo la testa al soffitto, accartocciando quel doloroso biglietto.
Quel biglietto che solo ora mi rendo conto porta scritto con sé, i versi che hanno fatto da sottofondo al nostro primo incontro.

Spazio Autrice: cari lettori bentornati.
Grazie per aver intrapreso questa lettura.
☆☆☆Liberate la mente e tenetevi pronti☆☆☆
Votate e commentate se vi fa piacere.

Grazie.

Inevitabile "Il Principice Ereditario"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora