Capitolo 5°

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Mia


Dopo quattro shottini e tre mojito, credo che sia meglio tornare a casa.

Nell'alzarmi dallo sgabello noto che la testa mi gira pericolosamente, mi appoggio al bancone, cercando di non dare nell'occhio e seguo i due fratelli fuori dal locale. O sono loro che seguono me, fatto sta che andiamo via.

Ho deciso di ritornare con Ellie e suo fratello Ryan, visto che siamo quasi vicini di casa, mentre Jen a quanto pare stasera ha davvero trovato qualcuno, non un moro come aveva precisato, ma un biondo, che devo dire non è per niente male.
Sii molto carino.
L'ho visto solo da lontano, ma posso confermare che era sexy. Credo.
Un viso familiare aggiungerei.

Siamo in auto e decido di sostare direttamente da Ellie e fare il resto del tragitto a piedi, non posso presentarmi a casa conciata così, una passeggiata mi farà sicuramente bene.

Certo, come se l'alcol sfumasse con l'aria fresca.

Dopo aver sdeviato tutte le proteste di Ellie e minacciato di morte Ryan, mi incammino verso casa.

Sono un adulta, posso farcela.

L'aria è più fredda e umida, mi copro sfregando le braccia con le mani, maledicendomi per aver dimenticato il giubbotto nell'auto di quel cazzone di Ryan.

Maledetto alcool e ciò che ne consegue.

È buio, fatta eccezione per qualche lampione e i fari dell'auto, che di tanto in tanto mi fanno strizzare gli occhi e alzare una mano per fare ombra al mio viso.

Idea del cazzo, dovevo farmi accompagnare.
Davvero?
Ma ormai, non posso tornare indietro, non la darò mai vinta a Ryan.

Brava Mia.
Mi do una pacca mentale e continuo a camminare.

Per farmi compagnia, incomincio a cantare l'ultima canzone che ha suonato la cover band, una melodia che continua a ronzarmi in testa senza sosta. Chissà perché le canzoni ti rimangono in mente per così tanto tempo, per poi ritrovarti a cantare quelle parole anche nel momento meno opportuno.
Tipo ora.
Sono molto concentrara sul cantare ogni minima parola perfettamente, almeno credo, quando mi passa di fianco a tutta velocità, una moto nera. Quasi come se fosse stato un fumo. Seguo con lo sguardo il motociclista, per quanto velocemente possa fare, ma giuro che andava veloce come il vento.

Mi ha quasi investito!

Ma che razza di persona è, una che quasi investe un essere umano e poi va via come se niente fosse?
Pirata!
Non contenta incomincio ad urlare dietro il motociclista, quasi a graffiare le mie corde vocali.

<<Ehiiii! Stupido idiota, ma non mi hai visto? Che razza di animale sei? Non hai nemmeno il coraggio di fermarti, eh?>> Dico allargando le braccia con fare teatrale.
Da lontano vedo gli stop posteriori lampeggiare e la moto fare inversione.

<<Cazzo, cazzo, cazzo>>.

Incomincio a correre, cercando di non slogare nessuna delle mie caviglie e posso garantire che alcol e tacchi non vanno per niente d'accordo.

<<Maledizione, ma questa giornata non ha proprio intenzione di finire?>>
Urlo saltellando, corro e biascico parole senza senso, evitando di cadere per strada e camminando il più possibile sul marciapiede.
Ma i miei tentativi risultano invani, visto che come era ovvio, la moto mi è di fianco in un batter d'occhio, testarda come sono, continuo a camminare/ correre o molto probabilmente saltare.
Non ne ho idea.

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