Capitolo 29°

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Passato: parte/2

Molti anni fa.

Devhon

Lo chalet del nonno, un posto isolato tra le montagne di Trout Lake, un posto così diverso da villa Monroe.

Tutto è diverso da villa Monre.

Non capirò mai la sua scelta di venire a vivere qui tutto solo, lontano da tutti, senza nessuno che si occupi di lui. No che ne abbia bisogno, sia chiaro, ma parliamo sempre di un uomo anziano alquanto lunatico.

Come biasimarlo, visto i suoi parenti.

Parcheggio l'auto e salgo le scale a due gradini alla volta, arrivando all'enorme pianeggiante giardino.

<<Nonno Devhon!>> Urlo bussando alla porta.

Vista la nostra tradizionale famiglia, mio padre pensò bene di rinnovarmi come mio nonno.
Che idiozia.

<<Chi è?>> Urla il vecchio pazzo, facendo svolazzare qualche uccellino per lo spavento.

<<Sono Dev nonno, apri>>.

<<Che diavolo vuoi?>>Urla attraverso il portoncino di legno.

<<Nonno aprimi e ne parliamo. Possibile che ogni qualvolta venga a trovarti, tu debba farmi mille domande prima aprirmi?>>

<<Certo che si maledizione! Non sono uno sprovveduto>>.

<<Certo che no!>> Dico ironico al pazzo.

<<Ora puoi aprire a tuo nipote? Vengo in pace.>> Dico già stanco ed'esausto, poggiando testa sul legno liscio e lavorato del portoncino d'ingresso.

Poco dopo sento le serrature scattare e la porta aprirsi.

<<Non c'è pace per noi Monroe!>> Urla.

<<Ciao nonno, sono felice di vederti anch'io, come stai?>> Chiedo entrando.

<<Come diavolo vuoi che stia? Sono vecchio! Ho l'artrosi e il diabete>>. Dice arrabbiato come sempre.

<<D'accordo>> Dico imbarazzato dalle sue risposte.

Mio nonno è una persona scontrosa, maleducata e senza peli sulla lingua. Quindi avrà sicuramente qualche risposta per me.

<<Allora ragazzo, che cosa sei venuto a fare? E per favore non dirmi stronzate dal genere: volevo vedere come stavi. Non ci credo nemmeno morto. Nessuno ti viene a trovare per vedere davvero come stai>>. Dice sedendosi su una poltrona, mentre tira il suo bastone dal pomello d'oro.

<<Ho bisogno di sapere alcune cose>>. Ammetto, prendendo posto sul divano.

<<Dai parla! Ma mentre lo fai prendi il wiskey sul carrello dei liquori con due bicchieri, ho la gola secca>>.

Se continui ad urlare in questo modo finirai per perderla la voce.

Sospiro, mi alzo e prendo la bottiglia e verso due dita di Wiskey a lui e due a me.

Gli porgo il bicchiere e mi siedo.

<<Parla ragazzo! La vita è troppo breve per aspettare>> Urla e porta il bicchiere alle labbra.

<<Cosa sai del contratto dell'eredità?>>
Lui mi guarda con i suoi piccoli occhi contornati di rughe.

<<Finalmante quell'idiota si è deciso a parlartene. Cosa vuoi sapere esattamente?>> Chiede studiando il mio volto.

Inevitabile &quot;Il Principice Ereditario&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora