Capitolo 38°

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Mia

Guardo l'orario che lampeggia sulla sveglia posta sul comodino.

<<Merda!>>

Mancano pochi minuti e io ancora cazzeggio in giro per la stanza.

Ho paura?
Certo che si, anche se siamo già passati alla terza base, restare sola con lui ancora mi mette ansia.

Respiro ed ispiro, lasciando uscire l'aria dai polmoni.
Ma la miriade di pensieri che infesta la mia mente, cessa di esistere quando il campanello suona.

Preciso.

Prendo la borsa e apro finalmente la porta, respirando aria pulita.
Percorro le scale molto lentamente a causa dei tacchi vertiginosi che indosso e con lo sguardo cerco le mie amiche, ma non vedo nessuno.

Ma dove sono finite?

Arrivo alla porta e noto un posti-it appeso.

Buona fortuna. E. J.

Stronze! Penso, accartocciando il biglietto e rilasciando l'ultimo respiro aprendo la porta.

Spazio Autrice: Genteee scusate ma incominciate questo capitolo ascoltando questa canzone.

Two Feet: Her life.

Mio Dio!

Il suo profumo investe subito le mie narici e inebria la mia mente, facendomi socchiudere gli occhi.
Piano li riapro e in lontananza poggiato alla sua macchina sexy e scura come lui, a gambe incrociate, vi è poggiato il principe ereditario.

Dio preserva la mia anima.

Ingoio sonoramente la quantità eccessiva di saliva formatosi per la visuale, cercando di assumere un atteggiamento sicuro, percorro il vialetto studiando ogni minino dettaglio.

Capelli perfetti nel disordine più totale.
Come possono essere sempre così perfetti?

Camicia nera e pantalone del medesimo colore, troppo stretti sul cavallo aggiungerei, dove una cinta armani spicca impeccabile tra il nero facendo luccicare la fibia argenta. La sua barba curata sempre nel minimo dettaglio, ora sembra leggermente più lunga e più scura, ma sempre perfetta.

Sospiro... quest'uomo rappresenta tutti i peccati del mondo.

Si stacca dalla macchina, buttando la cicca di sigaretta alla sua destra e mi raggiunge, con quella disinvoltura che lo contraddistingue. Fermo, fiero e orgogliosamente dannato e misterioso.
Io, da scema quale sono, mi immobilizzo guardando come con tanta  naturalezza mette una mano nei capelli torturando ancora quelle punte setose, rendendoli ancora più indomabili.

Respira scema.

Appena mi è abbastanza vicino, mi sorride e afferra la mia mano, osservando il mio corpo. Centimentro. Dopo. Centimetro. Senza tralasciare nulla.

Sto prendendo fuoco.

Si avvicina al mio orecchio e il suo fiato caldo fa solleticare la mia pelle, facendo rabbrividire il mio corpo. Come se fossi stata appena percossa da una scarica elettrica.

Inevitabile &quot;Il Principice Ereditario&quot;Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora