Capitolo 10

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02.30 PM.

«Vuoi l'ultimo pezzo? Non credo di riuscire a finirlo.» Chiedo distrattamente a Taehyung, seduto di fianco a me, mentre gli porgo quello che rimane dell'hamburger che ho ordinato poco fa.

Il mio migliore amico fa spallucce e afferra il pezzo dalle mie mani, per poi portarselo velocemente alla bocca. Io emetto un'espressione disgustata nel sentire continui lamenti di apprezzamento, uscire dalle labbra del mio amico.

«Cazzo, è meglio del sesso!» Afferma, pulendosi la bocca, leggermente sporca di maionese, con un tovagliolo.

«Sei rivoltante». Asserisco, ridacchiando, provocandogli un piccolo grugnito divertito, mentre alza gli occhi al cielo.

«Sei tu quello strano tra noi, mangi come se fossi un pulcino». Mi dice Taehyung, sistemandosi meglio sulla sedia.

Siamo nell'aula ristoro della nostra accademia, anche se ha più l'aspetto di un angolo relax. Ci sono vari divani sparsi, tavoli e alcuni distributori automatici. Io e il bruno abbiamo deciso, come accade spesso in questo periodo, di ordinare da mangiare in uno dei fast food vicini e portarlo qui, per stare più tranquilli.

«Non ho molta fame». Gli rispondo, osservando il suo viso cambiare dal divertito al preoccupato.

«Jimin, è una settimana che vai avanti in questo modo, ma perché non gli parli?» Chiede il mio amico, mentre inizia ad accartocciare gli scatoli, dov'erano riposti i nostri panini, poco fa.

«Non sono io quello che deve chiedere scusa stavolta, Taehyung!» Gli rispondo, sperando che capisca e la smetta di fare domande sulla situazione con il mio ragazzo.

È passata già una settimana da quando io e Yoongi abbiamo avuto quella pesante discussione. Non ci parliamo da allora o comunque, cerchiamo di conversare il meno possibile. Non è la prima volta che io e lui litighiamo, ma sicuramente non era mai successo prima che non ci parlassimo per così tanto tempo. Essere in questa situazione non mi fa molto bene, anzi. Ho continuamente lo stomaco chiuso e cerco di non aggredire verbalmente ogni persona che vuole rivolgermi la parola.

«Allora, se ti senti così tanto nella ragione, smettila di pranzare sempre fuori e cucinati qualcosa a casa tua, no?» Afferma Taehyung, alzandosi per buttare il tutto in una pattumiera vicina.

«Non mi va di vederlo, lo sai». Gli rispondo, iniziando a schioccarmi nervosamente le nocche.

Il mio migliore amico torna a sedersi accanto a me. Afferra il suo borsone e ne estrae una bottiglietta d'acqua, la stappa e inizia a berne un sorso. Una volta richiusa me la porge, io l'afferro e faccio la stessa cosa di Taehyung, prendendo un sorso molto più consistente. Mentre bevo, il mio sguardo è puntato verso l'ingresso della sala e per poco l'acqua non mi va di traverso, quando vedo la figura slanciata di Jungkook, farsi strada nel mio campo visivo.

Sposto la bottiglia dalle mie labbra e la richiudo, ma senza prestare attenzione all'oggetto che sto maneggiando. Continuo a tenere lo sguardo puntato su di lui, intento a chiacchierare con alcuni dei suoi amici, fermandosi dinnanzi alla caffetteria. Lo vedo ordinare qualcosa e, mentre aspetta, inizia spasmodicamente a toccarsi i numerosi orecchini e pendenti al suo orecchio sinistro, continuando a ridere con il ragazzo accanto a lui che dovrebbe essere Mr. Jackson Wang. Un ragazzo dell'ultimo anno, nonché estremamente conosciuto, con cui non ho mai avuto il piacere di scambiare parola. Il moro viene richiamato dal barista e, subito dopo, afferra i tre caffè in monouso, porgendone uno a Jackson e l'altro ad un ulteriore ragazzo accanto a loro, il cui nome mi è completamente sconosciuto, so solo che qui lo chiamano tutti BamBam. Non posso credere che in così poco tempo quell'essere odioso abbia stretto amicizia con l'élite dell'accademia. I tre ragazzi vanno a sedersi su uno dei divanetti in fondo alla sala, insieme agli altri membri della cerchia ristretta di Jackson.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora