Capitolo 35

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Sbatto la portiera della mia auto con violenza, quasi senza rendermene conto, mentre la mia mente è inondata da pensieri fastidiosi e, come ogni singola volta, tutti confluiscono verso un unico ed inevitabile soggetto.
Ovvero, il proprietario dell’abitazione che mi si è appena parata davanti.

Chiudo l’auto con l’apposito telecomando, prima d’incamminarmi verso la porta d’ingresso, dietro il quale, si nasconde il fotografo che si occuperà del mio shooting, per tutta la mattina.

Sbuffo sonoramente, prima di bussare al campanello, aspettando che l’uscio venga spalancato.
L’attesa non dura a lungo e, molto probabilmente, avrei sperato nel contrario.

Davanti a me, poggiato con l’intero corpo contro lo stipite della porta, vi è la figura di Jeon Jungkook, impeccabile, come sempre.
Fasciato nelle sue solite camice enormi, piene di lacci, con la stessa matassa di capelli scuri ad accarezzargli varie parti del volto. Il tutto, mentre stringe una sigaretta, arrivata quasi alla fine, tra le labbra.

«Mi credi se ti dico che non mi aspettavo accettassi?» Chiede il moro, mantenendo la sua sigaretta allo stesso posto.

«No». Gli rispondo, alzando gli occhi al cielo, per poi sorpassarlo, entrando in casa sua.

Lui rimane lì per qualche secondo, forse non aspettandosi questo mio comportamento schivo.
Dopo poco, però, mi raggiunge a grandi falcate, osservandomi dalla testa ai piedi, con aria confusa.
Io mi limito a restare fermo in mezzo al grande salone, facendo attenzione a non avere un contatto visivo con lui, troppo lungo, per la paura di poter cedere, dimenticando il motivo del mio nervosismo.

«Bevi qualcosa?» Propone il moro, con cortesia, aspettandosi sicuramente una risposta negativa, viste le innumerevoli volte in cui ho preferito servirmi da solo.

«Mhh, sì. Magari un po’ d’acqua». Gli rispondo, continuando a non prestargli troppa attenzione.

Jungkook aggrotta le sopracciglia, annuendo semplicemente per poi sparire verso la sua cucina.

Resto qui, mentre mi fisso a guardare un particolare inutile di uno dei tanti bonsai, al di fuori della porta-finestra che da sul piccolo giardino artificiale.

Non ci vuole molto tempo, prima che il moro torni nel mio campo visivo, porgendomi un bicchiere che io prontamente afferro, non degnandolo di uno sguardo.
Seguono alcuni secondi di silenzio, scanditi dal rumore della mia acqua che scende giù per la mia trachea.

«Ho pensato che potremmo restare qui, in studio è già tutto pronto…» M’informa il ragazzo, non smettendo di guardare il mio viso, in cerca del solito contatto visivo, che però continuo a negargli.
Mi limito ad annuire, tornando con lo sguardo verso il vaso di piante all’esterno. «Il trucco ti è venuto bene». Esordisce subito dopo, riferendosi alla semplice sfumatura di marroncino chiaro che ho realizzato sulle palpebre, come da sua richiesta.

«Mhh, grazie». Alla mia ennesima risposta insoddisfacente, Jungkook emette una piccola risata nervosa, per poi avvicinarsi a me, spingendomi quasi contro il tavolino di fronte al divano.

«Posso sapere perché stai facendo la prima donna?» Chiede il moro, avvicinandosi sempre di più, nel tentativo di intimidirmi.

In realtà, non sono neanche sicuro del perché io sia così nervoso nei suoi confronti o forse sì, ma confermarlo significherebbe confessare ed io non sono pronto a farlo, non sono pronto ad ammetterlo a me stesso.

«Stamattina ho sentito Lisa…» Gli dico, non prestandogli troppa attenzione. Lui alza gli occhi al cielo, probabilmente già aspettandosi quello che dirò. «… mi ha detto che ieri avete fatto pace!» Proferisco, tutto d’un fiato, cercando di non sembrare troppo irritato. Finisco però per risultare passivo-aggressivo.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora