Capitolo 38

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Abbasso la saracinesca del locale in cui ho lavorato davvero tanto tempo, per l'ultima volta.
Ascoltando il forte rumore del metallo strusciare lungo i propri binari, quasi sento già la nostalgia di questo posto che, in fin dei conti, è stato per me più una casa che un luogo di lavoro.

Namjoon, quello che ormai sarà il mio ex capo, ma che non smetterà mai di essere uno dei miei amici più cari, è accanto a me, mentre stappa, con i denti, entrambe le bottiglie di birra che ha tra le mani.

Quando chiudo definitivamente il pesante lucchetto e mi rimetto in piedi, scrollandomi di dosso lo sporco, procuratomi dall'asfalto, il biondo mi porge la mia bottiglia, per poi sorridermi.

Ci avviciniamo in silenzio alle nostre macchine, parcheggiate entrambe vicine, per poi poggiarci contro le rispettive portiere.
Ci ritroviamo faccia a faccia e, dopo qualche secondo, entrambi facciamo collidere il vetro che contiene le nostre birre, brindando.

«Ah, non posso credere che non ti vedrò più dietro a quel bancone!» Asserisce il mio amico, poggiando il collo della sua bottiglia alle labbra e prendendo un sorso del liquido amaro e giallognolo.

Sogghigno, per poi imitarlo nei movimenti.

«Non mentire, so perfettamente che i miei osceni ritardi non ti mancheranno affatto!» Gli rispondo, guardandolo dall'alto in basso.

Entrambi ridiamo, cercando di non essere troppo rumorosi, data l'ora tarda.

«Beh, considerato il fatto che oggi tu abbia lavorato tutto il giorno, posso dirti che siano stati recuperati!» Mi dice il ragazzo, continuando a mantenere il suo contagioso sorriso, stampato in volto.

Oggi ho iniziato il turno molto presto, passando la mattinata a dare una mano per pulire bene tutto l'arretrato, prima dell'apertura pomeridiana.
Sono uscito di casa assieme a Yoongi, partito oggi per un concerto che terrà assieme alla sua orchestra, ad Osaka.

«Dovevo farlo, Taehyung non sembra ancora voler tornare e non potevo lasciare che tutto quel disordine, che tanto cerchi di nascondere ai clienti, si sistemasse da solo». Replico, con fare ovvio, mentre ingoio un altro sorso.

Il biondo reagisce dandomi una leggera spinta contro una spalla, a cui reagisco in maniera fintamente esagerata.
Passano alcuni minuti di silenzio, prima che il ragazzo riprenda parola, rianimando la situazione quasi spenta.
Decide di cambiare argomento.

«Non hai saputo nulla di Tae, quindi?» Mi chiede, mettendo su uno sguardo rammaricato, probabilmente aspettandosi già la mia risposta.

Io mi acciglio, cercando di raccogliere le parole giuste da fornirgli.

«Non lo sento dall'altro ieri». Sospiro rumorosamente. «Ho provato a chiamarlo varie volte, ma non sono riuscito a contattarlo». Gli rispondo, abbassando leggermente gli occhi.

Non riesco a nascondere il mio forte stato di preoccupazione.
Il non aver sentito il mio migliore amico, neanche una volta oggi, mi mette in agitazione.
Soprattutto, conoscendo la situazione in cui si trova e il grande problema che dovrà affrontare.

«Sta tranquillo, sono sicuro che se la stia cavando bene, ne avrà combinata un'altra delle sue». Asserisce Namjoon, cercando di rassicurarmi.

«È proprio questo che mi preoccupa...» Gli rispondo, emettendo un piccolo sorriso malinconico, mentre con gli occhi, mi perdo a fissare un punto casuale dell'asfalto.
Namjoon lo nota.
Mi da una leggera pacca sulla spalla, prima di girare il contenuto della sua bottiglia, con un fluido movimento del polso.

«Spero sia andato tutto bene con Hoseok». Mi intima il biondo, quasi sospirando, guardando nella mia direzione.
Ricambio lo sguardo, per poi alzare gli occhi al cielo e, con una punta d'ironia nella voce, gli rispondo.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora