Capitolo 18

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Il jazz mi è sempre piaciuto molto, specialmente se dal vivo e con una di quelle calde atmosfere serali ad accompagnarlo.
In questo momento, quasi non riesco a prestare attenzione alle parole di Yoongi, seduto di fronte a me, mentre cerca di arrotolare per bene i suoi spaghetti attorno alla forchetta. Gli lancio uno sguardo divertito, prima di tornare con gli occhi al sassofonista, posizionatosi sulla piccola pedana che abbiamo di fronte, continuando ad allietare il resto dei commensali.

«Avevo quasi dimenticato quanto amassi la cucina italiana...» Faccio caso ad una delle frasi del mio ragazzo, alzando repentinamente gli occhi al cielo.

«Concordo, tra l'altro questo è anche l'unico ristorante di Seoul a fare del buon italiano». Gli rispondo, spostando nel piatto, con la mia posata, un fusillo.

«E da quando sei diventato un critico gastronomico, amore?» Mi chiede il castano, ridacchiando, mentre porta alla bocca un piccolo rotolo di pasta lunga.

«Se te lo dicessi dovrei ucciderti». Replico, ammiccando nella sua direzione, mentre lui per poco non si strozza con il suo stesso bolo, preso da una risata improvvisa.

Continuiamo a parlare del più e del meno, mentre la cena procede in maniera estremamente tranquilla. Mi sento quasi rilassato dalla voce calda e bassa di Yoongi, frammista al suono riprodotto dai vari strumenti.

Mi perdo ad osservare le varie fotografie appese ai muri, tutte in bianco e nero, probabilmente di vecchi attori o cantanti stranieri che però non riesco a riconoscere, accompagnati da vari poster che ritraggono la pizza in molteplici forme e gusti.

Inspiro l'odore del pomodoro cotto che entra prepotentemente nelle mie narici, inebriandomi totalmente.
In poco tempo, lo stesso cameriere che si è occupato del nostro tavolo per tutta la sera, inizia a servirci il dessert. Allunga un piatto nella mia direzione, posandomi davanti la piccola fetta di tiramisù, mentre al mio ragazzo viene porta una porzione di cassata siciliana.
Dopo il cortese inchino del cameriere, iniziamo a gustare i nostri dolci, apprezzando il loro sapore. Entrambi smettiamo di chiacchierare per qualche minuto, finché Yoongi non decide di voler rovinare il mio stato di pura estasi mistica.

«Domani hai quella presentazione, giusto?» Mi chiede improvvisamente, afferrando un tovagliolo e iniziando a strofinarselo attorno alle labbra, pulendole.

Io aggrotto le sopracciglia, non captando immediatamente l'oggetto del suo quesito.

«Presentazione?» Gli rispondo, con una domanda che possa far trapelare la mia confusione.

«Sì, l'esame per la Douglas...» Replica il mio ragazzo, afferrando distrattamente il cellulare, per guardarne l'ora sul display.

«Ah, sì...» Affermo titubante, iniziando a sentire un leggero fastidio alla bocca dello stomaco, ricordandomi dell'esercizio di domani e della persona con cui dovrò presentarlo. «... domani, giusto». Rispondo alla sua iniziale domanda, sperando che l'argomento, ora estremamente futile, possa chiudersi in questo istante, ma mai speranza fu più vana di questa.

«Con il fidanzato di Lisa, se non sbaglio». Continua il castano, osservandomi con uno sguardo totalmente sereno e rilassato, come se il suo interessamento riguardo questo argomento fosse quasi casuale e neanche voluto. Io mi limito ad annuire, prendendo il mio calice di vino rosso tra le mani, accompagnandolo verso le labbra, per ingerirne una consistente quantità. «Junghyon... Jihyon... com'è che si chiamava?» Alza gli occhi verso il soffitto, portandosi una mano alla tempia, sforzandosi di ricordare il suo nome, fallendo, per poi chiedere aiuto a me.

«Jungkook». Rispondo, abbassando di poco il tono, come se, pronunciare il suo nome ad alta voce, fosse un proibito peccato capitale. Continuo a tenere il calice poggiato alle labbra, come a volerle coprire, ricordandomi di tutte le volte che questo stesso nome è uscito dalla mia bocca, accompagnandomi verso le desolate terre della perdizione.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora