Capitolo 30

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Fastidio allo stomaco.

Sto avvertendo questa tremenda sensazione da questa mattina, pienamente consapevole del fatto che questa stia provando ad uccidermi.
Sono poggiato con i gomiti sul bancone, dietro il quale lavoro. La mia testa è bassa e gli occhi sono puntati sullo schermo del mio cellulare che sto stringendo tra le mani.
Con quella maledetta chat aperta, fissato su quell'ultimo messaggio, completamente ignorato, da quasi una settimana.

"Sono stato così bene con te, Jungkook".

Visualizzato e mai preso in considerazione.

Una sola ed unica frase, lasciata lì a morire nell'aria, mentre l'intero mondo va avanti ed io resto sempre bloccato sulla stessa odiosa chat, dilaniato da mille dubbi.

È forse stato troppo?

Mi sono sbilanciato?

L'ho spaventato?

Ha per caso capito quello che provo per lui?

Mi ha solo illuso?

Mi sono solo illuso?

Stringo gli occhi e porto una mano tra i capelli, in un gesto di nervosismo.
Gesto che di certo non passa inosservato alla persona che mi poggia una mano sulla spalla, accarezzandola.
Blocco velocemente il display.

«Il tuo principe non da ancora segni di vita?» Chiede il mio migliore amico, curioso.

Io sbuffo rumorosamente, scrollandomi Taehyung di dosso e facendo per tornare a pulire delle stoviglie.
Il bruno però non demorde, affiancandomi e riponendo i bicchieri che sto tirando fuori dalla lavastoviglie, sul bancone, pronti per essere usati. «Sta tranquillo, Jiminnie... probabilmente è solo impegnato». Lo giustifica il ragazzo, cercando di calmarmi.

Eppure, io non riesco a controllare il mio stato di nervosismo.

«Non capisco di cosa ti preoccupi, Tae. Jungkook è adulto, può fare quello che vuole!» Affermo, provando a trasmettere menefreghismo, ma fallendo miseramente, specialmente quando, per poco, non rompo un calice, lanciandolo in uno dei cestelli della lavastoviglie, con troppa foga.

«Non mi sembri molto tranquillo». Replica il mio amico, allontanandosi di poco da me, forse per evitare di ricevere un ceffone a causa della sua insistenza.

Sogghigno nervosamente.

«Mpff, io sto benissimo, se lui ha deciso di non parlarmi mai più, forse potrebbe essere un bene per entrambi, no?» Continuo, cercando di convincere me stesso, con tutte le mie forze.

«Certo, mi sembra solo strano che abbia deciso di farsi carico delle sue responsabilità, il giorno dopo averti portato fino a Busan, ricreando una pietosa scena da film romantico, in cui il bello è tenebroso racconta alla protagonista la sua storia strappalacrime, dichiarandole amore eterno». Asserisce il bruno, portandosi un calice di vino (sottratto al bar) vicino alle labbra.

Io pondero le sue parole, masticandole a fatica e cercando di non trovarmi d'accordo con la sua tesi sottintesa, ma proprio non ci riesco, così, mentre afferro uno straccio per pulire il bancone, cerco di sviare il discorso.

«C'è poca gente stasera, vero?» Chiedo retoricamente al mio migliore amico.

«Jimin...» Mi richiama, stringendo le braccia al petto, in segno di rimprovero.

Io tiro un lungo sospiro, prima di lanciare malamente lo straccio nel lavandino.

«Senti, non lo so, ok? Non ho idea del perché sia sparito, tantomeno ho avuto il coraggio di chiedere a Lisa. Forse è stato tutto troppo per lui!» Gli rispondo con tono deciso, facendo però attenzione a non alzare la voce.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora