Capitolo 37

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Tre mesi dopo

Agosto.

Quando siamo arrivati ad agosto?

Sembra quasi surreale il fatto che il tempo sia passato così in fretta, come un treno ad unica fermata.

«Sarà il tredici di settembre!»

Scuoto la testa a questa frase.
Avevo lo sguardo perso nel vuoto, mentre la mia mente era intenta a vagare, come una vagabonda, senza una meta precisa.

Quando riprendo coscienza di ciò che mi circonda, il mio sguardo cade immediatamente su Lisa.
La mia migliore amica, in questo momento, sfoggia un sorriso che parte da un orecchio per poi arrivare all'altro. Il suo entusiasmo è tanto forte, da far sorridere persino Yoongi, ora seduto accanto a me, mentre ascolta con trasporto il racconto della ragazza.

«Non manca molto, quindi». Afferma il mio fidanzato, regalando un sorriso genuino alla nostra interlocutrice.

«Ti prego, non ricordarmelo! Sono così emozionata che potrei mettermi a saltare per sfogare tutta questa adrenalina!» Replica la ragazza, battendo le mani freneticamente.

Tredici settembre.
Trentasette giorni.
Si sposeranno tra poco più di un mese.

Un brivido di freddo percorre la mia schiena. Sento il leggero pizzicore delle unghie che premono nei miei palmi.
Guardo un punto casuale del soffitto, nel vano tentativo di asciugare l'umidità che ha preso il sopravvento dei miei occhi.
Tiro un impercettibile sospiro.

«Sunbae?»

Sento una piccola mano poggiarsi sulla mia spalla.
In un secondo, i miei occhi entrano in contatto con quelli della padrona di casa.

«Cosa?» Chiedo, confuso dalla situazione.

«Ti avevo chiesto di passarmi il cellulare, ma avevi la testa altrove a quanto pare». Afferma la biondina, sventolando in aria il suo telefono, con uno sguardo divertito in volto.

Ridacchio imbarazzato, mentre mi porto una mano a strofinare il volto.

«Scusami Lali, ero distratto». Le rispondo vago, ma ciò non basta a spegnerle l'entusiasmo.

«Ma non mi dire, sei troppo distratto in questo periodo!» Replica, socchiudendo gli occhi a due fessure, per poi sedersi dall'altro lato del sofà. «Non dirmi che il tuo fidanzatino ti riempie il cervello ancora come una volta!»

Mi si stringe lo stomaco a questa frase, mentre la mano di Yoongi cinge la mia gamba, nel mentre, abbozza un sorriso sghembo.

Questo tocco mi riporta ad un altro momento.

Gli ultimi giorni sono stati un vero inferno e, anche se non lo ammetteró mai ad alta voce, il solo ricordo delle notti scorse, mi fa quasi rabbrividire, mentre le immagini delle mani di Yoongi sul mio corpo, continuano a susseguirsi nella mia mente.

L'interno delle mie guance è quasi completamente lacerato, a causa del mio spasmodico tentativo di strappare quella pelle viva a morsi, con il solo ed effimero scopo di bloccare questo disturbante senso di nervosismo ed inadeguatezza che ha preso possesso di ogni mio singolo nervo.
Eppure, faccio di tutto, per poter celare questa verità che farebbe qualsiasi cosa, pur di risultare una menzogna.

Abbozzo un sorriso, rido con trasporto, poggio persino una mano su quella del ragazzo accanto a me. Quello stesso che a volte mi sembra di non riconoscere.
Mi pare quasi un estraneo.

Dodici anni.
Dodic'anni trascorsi insieme e tutto quello che mi resta è uno schifoso senso d'intolleranza.

Persino i tratti del suo viso, mi sembrano sconosciuti.
Sarà che è un po' che ho smesso di guardarlo.
Sarà che tutto quello che mi ritrovo in mano è un semplice pugno di mosche con le ali strappate.
Ed io... io sono proprio come loro.
Bloccato, limitato, imprigionato. Impossibilitato dal poter dire la verità. Fermato da una pesante voce interna che non fa altro che strillare alle mie orecchie e, mentre mi frantuma i timpani, come oggetti di cristallo, mi urla quanto io sia vile.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora