Capitolo 15

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Il rumore assordante dei bicchieri di vetro, mentre si toccano tra di loro è improvvisamente diventato il mio suono preferito, da quando Taehyung ha deciso di passare l'intera serata a parlarmi di quanto si senta fortunato ad avere Hyunjin come suo partner, per l'esercizio della Douglas.

«Hai visto la faccia che ha fatto? Non posso credere che sia ancora perso per me!» Esclama il bruno, rimettendo a posto un'ulteriore stoviglia.

«Non saprei... a me sembrava più che volesse spararsi un colpo in testa!» Gli dico ironicamente, cercando di farlo scendere dall'altissimo piedistallo su cui si è appena posto.

Lui mi lancia un'occhiata a metà tra il divertito e l'offeso, facendomi capire di aver colto la mia ironia.

«Avanti, chiunque ad essere stato a letto con me almeno una volta, avrà sicuramente voglia di un bis...» Si vanta il mio amico, facendomi alzare gli occhi al cielo.

Nonostante sia solo un normale martedì sera, il locale è pieno. Un gruppo, di non so quante persone, ha affittato la sala per festeggiare una laurea, suppongo. Senza contare gli altri clienti fissi che entrano ed escono.
Ho perso il conto della quantità di cocktail che io e Taehyung abbiamo preparato stasera, senza contare quelli degli altri barman presenti.

«A proposito...» Inizio a parlare per intavolare una conversazione con il mio amico. «Non mi hai ancora raccontato nulla su Hoseok. Per quanto ancora vorrai tenerlo per te?» Gli chiedo e in quel preciso istante, un piccolo sorrisino si dipinge sul volto del bruno.

«Non ho nulla da dirti in realtà! Ci vediamo qualche volta...» Lascia la frase in sospeso ed io mi insospettisco.

«Solo?» Lo incito a continuare, mentre cerca di ignorarmi e sviare il discorso, adoperandosi per riempire un altro bicchiere. Io mi avvicino di più a lui, solo per stargli un po' con il fiato sul collo.

«No, andiamo anche al parco divertimenti e ci teniamo la manina come due bravi scolaretti!» Afferma Taehyung ed io gli lancio lo straccio contro, iniziando a ridere per la sua stupida battuta.

«Non fare l'idiota e parla!» Gli impongo, godendomi il suo sguardo annoiato, seguito da un sonoro sbuffo.

«Cosa dovrei dirti, Jimin? Facciamo sesso e a volte usciamo... nulla di più». Risponde, finalmente serio ed io vedo, improvvisamente, posarsi un velo di malinconia sui suoi occhi. Estremamente leggero e a tratti impercettibile, ma non per me. Ci conosciamo da troppi anni, ormai leggerci l'animo a vicenda, ci viene quasi spontaneo. «E poi, tra poco tornerà a New York». Conclude ed il pensiero che questa consapevolezza sia la causa del suo sconforto, non può che balenarmi per la testa.

«Quindi, cosa farai con lui?» Gli chiedo, stupidamente, in assenza di altre domande da fargli, per non scoraggiarlo.

«Cosa ci dovrei fare? Mi diverto finché si trova qui». Mi risponde il bruno, sfoggiando il suo solito sorriso divertito.

«Sicuro che non ti piaccia più del previsto?» Gli chiedo e lui sbarra gli occhi a questa domanda.

«Sei impazzito, Jimin-ah? A volte sembri non conoscermi affatto!» Mi risponde, tornando a focalizzarsi sul suo lavoro.

Un sorriso malinconico si dipinge sul mio volto, mentre anche io cerco di prestare nuovamente attenzione al mio operato.

Il problema è proprio la lunga amicizia che lega me e Taehyung.
Ci conoscemmo al liceo, eravamo allo stesso anno. Mi piacerebbe potergli attribuire il titolo di "Prima persona con cui abbia interagito". Eppure non fu così.

Kim Taehyung si trasferì da Daegu a Seoul, verso novembre.
Quando arrivò a scuola, io avevo già il mio gruppo d'amici.
Non sono mai stato troppo timido con le altre persone, anzi... mi definivano l'anima delle feste. Nonostante questo, non ero me stesso.
Da sempre, nella mia vita, ho dovuto interpretare un personaggio, il preferito della gente. I miei amici mi vedevano come il maschio alpha, popolare e pieno di ragazze. Difatti, era proprio quello a cui volevo che credessero. Nascondendo a tutti il vero Jimin.
Mi divertivo, in un certo senso, ma non ero felice. Troppo spaventato da una società che voleva imprigionarmi in una bolla di stereotipi e cliché, non rendendomi conto di consumarmi, giorno dopo giorno. Con ogni ragazzina che credeva di avere le mie attenzioni e tutte quelle inutili ore di cardio in palestra, solo per quella stupida maschera, troppo pesante da portare.
Improvvisamente, arrivò Taehyung: la persona più esuberante ed eccentrica che avessi mai visto.
Mi colpì dal primo momento che lo vidi. Non gli importava che la gente lo giudicasse o che avesse qualcosa contro di lui. Esprimeva sé stesso al cento percento e, molto probabilmente, eravamo destinati ad incontrarci.
Delle volte abbiamo bisogno di qualcuno che ci stravolga la vita, rendendola migliore e Taehyung per me fu proprio quello. Una ventata d'aria fresca, in mezzo al fumo tossico di luoghi comuni e pregiudizi.
Devo tutto ciò che sono ora a quel ragazzino con il lucidalabbra e lo zainetto di Hello Kitty, incontrato dodici anni fa. Quello che non si faceva problemi nel cambiare ragazzo ogni weekend.
Tra di noi ero io quello romantico e in cerca del vero amore, mentre il cuore di Taehyung, invece, era chiuso in una cassaforte a doppia combinazione che nessuno poteva permettersi il lusso di conoscere.
L'amore, quel ragazzino non l'aveva mai conosciuto, così come l'uomo che è diventato: romanticamente ignorante.
Tormentato dal matrimonio andato male dei suoi genitori, divorato dalla convinzione dell'inesistenza di quel sentimento che, da sempre, alimenta gli animi degli esseri umani.
No, nessuno potrebbe mai entrare nel pericoloso cuore del bellissimo Kim Taehyung, almeno... queste sono le sue solite parole.

𝐍𝐚𝐤𝐞𝐝 𝐍𝐨𝐢𝐬𝐞 "소음" 𝘑𝘪𝘬𝘰𝘰𝘬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora