5º capitolo

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Harper mi ha chiesto se volessi andare con lei, Oliver, Kolby e i loro amici al centro commerciale, ma ho detto subito di no perché sarei stata l'unica senza ragazzo e sicuramente mi sarei annoiata a morte.

Sono appena uscita da scuola, a quanto pare passerò l'ennesimo pomeriggio tutta sola a studiare e guardare film... mentre cammino, una moto sportiva interamente nera mi taglia la strada fermandosi di traverso davanti a me. Guardo male chiunque ci sia alla guida, ma nel momento in cui alza la visiera del casco, anch'esso nero, e incontra il mio sguardo, mi rendo conto che si tratta di Mitchell, quel Mitchell.

Cosa vorrà?

Quando c'entra lui c'entrano anche i guai, ma forse non è nemmeno qui per me, infatti mi guardo intorno vedendo che in molti sono interessati a sapere chi sia, ma nessuno sembra preoccupato.

La moto è spenta, ma lui resta seduto sopra, inaspettatamente mi porge un casco facendomi capire che è qui per me, faccio un passo indietro e scuoto la testa incapace di dire qualsiasi cosa.

Lui è venuto qui per me e vuole darmi un passaggio?

Sapevo che, dopo quello che è successo, lo avrei sicuramente rivisto, ma solo per ridargli la felpa che mi ha prestato, tutto qui. Sicuramente non mi aspettavo che sarebbe venuto a prendermi fuori da scuola con una moto bellissima che attirerebbe l'attenzione anche di chi i motori non piacciano.

Fa una piccola risata e appoggia il casco davanti a lui, ma non sembra intenzionato ad andare via.

«Ieri sera quegli stronzi se ne sono andati, Jake mi ha chiesto di salutarti e tutti si scusano ancora.» finalmente dice qualcosa.

«Hai fatto cose di questo tipo per anni quando frequentavi questa scuola, quindi ora perché ti arrabbi con loro se provano a farlo a te?» gli chiedo, pentendomene subito, visto che non ho alcun tipo di confidenza con lui.

Pensavo che quel Jake sarebbe rimasto di più qui, ma mi manda i suoi saluti e sia lui che i suoi amici si scusano ancora... sono stati gentili.

«Perché non sono più un ragazzino e queste cose non mi fanno più ridere.» mi risponde, sorrido: «Come hai detto che ti chiami?» mi chiede subito.

«Non l'ho detto... mi chiamo Sage.»

«Sage... ti posso dare un passaggio a casa? Oppure hai paura di me?» mi chiede.

«Direi che mi fa paura ciò su cui sei seduto.» gli rispondo facendolo ridere.

Quando frequentava questa scuola non ho mai avuto la possibilità di conoscerlo appunto perché tutti si tenevano alla larga da lui, ma ora che mi parla... forse non sono tutte vere le voci su di lui. D'accordo, non è la persona più gentile e calma di questo mondo, ma non sembra nemmeno essere la peggiore... assurdo che io lo pensi.

Per anni tutti gli sono stati lontani, e scommetto che lo facciano ancora oggi, ma per la prima volta da quando "lo conosco" è gentile e simpatico...

«Prometto che andrò piano, e poi saresti la prima persona in assoluto a salire. Non vuoi approfittarne?» sorrido di nuovo.

«Pensi che se non salirò oggi perderò l'onore di essere l'unica?» gli chiedo.

Voglio evitare che a scuola tutti mi vedano salire su una moto del genere e che lo facciano sapere ai miei. Mamma e papà non sono quel tipo di genitori a cui verrebbe un colpo nel sapere che la loro figlia è salita su una moto, nemmeno se sapessero che è con colui che tutti definiscono un pazzo, ma sono quel tipo di genitori che penserebbero subito che stiamo insieme e inizierebbero ad organizzare il matrimonio anche subito...

Mi guarda per un po' con quei suoi occhi castani, non so a che cosa stia pensando, ma questa è la prima volta che lo guardo con occhi diversi.

«Quando mi piace qualcosa è difficile che lascio perdere.» mi risponde facendomi arrossire.

È chiaro che ci stia provando con me, lo è pure per me, ma questa cosa mi fa piacere.

«Wow, amico, è troppo bella!» esclama un amico di Kolby, mi volto vedendo che sono tutti qui, sospiro e abbasso lo sguardo.

«Ci posso fare un giro?» gli chiede un altro.

«Chi è?» mi chiede Harper avvicinandosi con le altre ragazze con cui passa la maggior parte del suo tempo adesso.

«Sage andiamo.» mi dice Mitch.

«No no no, aspetta, non puoi salire.» si mette in mezzo Kolby.

Come, scusa?

A parte che non salirò e l'ho già detto al diretto interessato, ma comunque lui non è nessuno per dirmi cosa posso o non posso fare.

Pensavo che a Kolby non importasse di me, insomma... non ha mai fatto o detto niente che lo facesse intuire, fino ad oggi, forse perché sa quanto possono essere pericolose le due ruote e vuole evitare che mi succeda qualcosa, ma dovrebbe anche sapere che sono abbastanza grande da prendere da sola certe decisioni.

«Non sapevo avessi un fratello che non si fa i cazzi suoi.» dice Mitch.

«Non sono suo fratello.» gli risponde subito.

«Oh, cazzo, avresti dovuto dirmi che hai già un ragazzo.»

«Non è nemmeno il mio ragazzo. Scusate ma io devo andare, voi ammirate pure la moto, io vado a casa.» mi allontano velocemente.

Probabilmente, se non fossero arrivati loro, sarei rimasta lì a parlare con lui, magari alla fine sarebbe anche riuscito a convincermi a farmi dare un passaggio, ma con tutte quelle domande, e con Kolby che si è improvvisato mio padre dicendomi che non potevo fare ciò che comunque non volevo già fare, ho preferito andarmene via.

Il rombo della moto mi fa sussultare, per quanto è forte, ma non mi giro, lo sento partire, ma invece di superarmi mi affianca andando molto lento.

«Non ti avrei costretta a salire, stavo solo cercando di togliere entrambi da quella situazione.» mi dice facendomi fermare, lo guardo sorpresa da quello che mi ha detto e gli sorrido, ancora.

«Adesso devo tornare a casa, ma la prossima volta prometto che verrò a fare un giro con te.» lo farò davvero.

In effetti ho sempre e solo sentito parlare male di lui, ma non l'avevo mai visto fare nulla di male, e le uniche due volte in cui ho avuto a che fare con lui è stato gentile, quindi potrei provare a conoscerlo: se capissi che quelle voci erano vere lo lascerei perdere, se invece si dimostrasse diverso da come tutti dicono allora sarò la prima ad avere avuto l'onore di conoscerlo.

«Posso comunque andare piano o spingerla fino a casa tua.» ne sono molto lusingata.

«Tranquillo, abito vicino.»

«Va bene... allora ci vediamo.» mi dice accendendo la moto, lo saluto con la mano e lo guardo partire.

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora