34º capitolo

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Rientro in stanza dopo essermi fatta una doccia e, visto che i miei genitori sono usciti a cena, chiudo la porta pronta a passare una serata tutta sola, ma sussulto nel vedere qualcuno seduto sul letto. Guardo male Mitch, che mi guarda per poco, prima di posarlo su qualcosa che tiene tra le mani.

«Cosa vuoi?» gli chiedo.

«Che domanda stupida... lo sai cosa voglio.» divertente.

«No, Mitchell, non lo so.»

Deve essere entrato usando la famosa chiave sotto allo gnomo col cappello rosso, perché lui o entra così oppure suona il campanello. L'unico ad entrare dalla finestra è Kolby, e siccome stasera è a casa a guardare una partita con i suoi amici, non verrà sicuramente.

«Non mi hai mai chiamato Mitchell.» mi fa notare, ma tanto lo sapevo.

Stare chiusa in stanza con lui mi agita parecchio, sono arrabbiata con lui e non voglio che per lui sia facile avvicinarsi a me, quindi riapro la porta e torno in bagno, inizio a pettinarmi mentre, con la coda dell'occhio, lo vedo uscire dalla mia stanza e venire qui, appoggiandosi allo stipite della porta.

L'ultima volta che abbiamo passato del tempo insieme è stato quando è venuto qui a trovarmi, mi ha portato del gelato e abbiamo guardato un film, poi è sparito di nuovo, ora non so che cosa voglia.

«Prima ho incontrato i tuoi amici. Mi hanno chiesto di te, non hanno detto delle cose tanto carine... non posso toccare le ragazze, quindi ho tirato un paio di pugni a quel Kolby. Volevo farlo da tanto. Almeno la prossima volta porterà più rispetto alla ragazza con cui usciamo entrambi.» mi giro sorpresa.

Andiamo con calma: Kolby è in giro con le ragazze? Non è a casa con i suoi amici? E lui sa tutto?

«Non so di cosa parli.» sussurro, spostando lo sguardo da lui.

«È stato la sera stessa in cui sono venuto qui a cena a conoscere i tuoi genitori. Lui è venuto al locale e ha iniziato a parlare di una ragazza, pensavo fosse ubriaco, me ne stavo andando quando ha fatto il tuo nome. Non ci volevo credere. Insomma... tu, proprio tu, che mi hai definito un pazzo quando ho detto che secondo me tra di voi c'era qualcosa, che ci esci? Gli ho detto di non dire cazzate sulla mia ragazza... mi ha risposto, fiero di farmi vedere la vostra tenera foto insieme, che sei la sua ragazza, non la mia.» ma sta dicendo sul serio?

L'ultima volta in cui tra me e Mitch è andato tutto bene è stato proprio quando lui è venuto qui a cena, e io avevo quel brutto presentimento, infatti gli chiedevo di non raggiungere i suoi amici ma di restare con me, lui è comunque andato e... sì, è plausibile che stia dicendo la verità, e non può sapere di quella famosa foto se non fosse che Kolby gliel'ha fatta vedere.

Mi sono chiesta cosa fosse successo, perché Mitch avesse preso le distanze, ora finalmente lo scopro e mi rendo conto che le cose sono cambiate. Che se prima veneravo Kolby per essere rimasto e odiavo Mitch per essere sparito, ora l'unico che odio è Kolby perché non mi doveva fare una cosa simile.

«Pensi di essere tanto diverso da me? Da quando ti conosco non hai fatto altro che andare a letto con altre ogni sera, quindi non sei migliore di me.» sussurro.

«Paragoni delle troie a cui non chiedo nemmeno il nome a quello che c'è tra voi due e tra noi due? Sei mai venuta a chiedermi di smetterla e di stare soltanto con te?» alza la voce, ma non sono spaventata.

«Dovevo farlo? Davvero? Non ci arrivavi da solo?» alzo anche io la voce.

Lo guardo con gli occhi lucidi, sento di stare per scoppiare a piangere, ma entrambi ci giriamo quando sentiamo dei rumori provenire dalla mia stanza.

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora