17º capitolo

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Oggi non sono andata a scuola, avrei potuto, ma non mi va di vedere nessuno, e poi sono sicura che Mitch sarà lì fuori quando dovrò uscire, e io non sono pronta a vederlo.

Quella sera, fuori dal locale, sarei potuta andare via con Kolby, una parte di me si è pentita di non averlo fatto, e quando me ne sono andata con Mitch, mi ha portata da lui per parlare, ma gli ho detto che non era il momento, che avevo bisogno di tempo, quindi me ne sono andata e per il resto del weekend non sono uscita di casa. Mitch mi chiama in continuazione, so che vorrebbe risolvere, lo vorrei anche io, e sono sicura che presto accetterò di vederlo e di parlare, ma in questo momento ho bisogno solo di restare da sola. Il fatto è che... io e Harper eravamo riuscite a riavvicinarci, ma dopo ciò che è successo non si è più fatta sentire e non vado a cercarla sapendo che ci litigherò.

Dalla finestra vedo entrare qualcuno, una parte di me vorrebbe che fosse Mitch, lo ammetto, ma anche l'altra parte è felice di vedere che si tratta di Kolby.

«Non dovresti essere a scuola?» gli chiedo mentre rifiuto l'ennesima chiamata da parte di Mitch.

«Non hai voglia di stare un po' con me?» mi chiede buttandosi sul letto accanto a me: «Era una vita che non entravo in camera tua, ma è rimasta tale e quale...»

«Sei venuto per divertirti un po' e poi andartene?» gli chiedo mettendo il telefono sul comodino e girandomi a guardarlo.

Tra tutte le persone che avrei pensato potessero venire a casa mia, lui non era nemmeno tra loro... ma se ha avuto lui il coraggio di venire da me, allora io dovrei trovare il coraggio di andare da Harper e da Mitch.

Ai miei genitori ho raccontato quello che è successo, non sono arrabbiati perché uscivo di nascosto con Mitch, ma perché ho mentito... ho promesso di non mentire più, e hanno detto che, nel caso chiarissimo, potrò invitarlo a casa senza temere una loro reazione negativa, perché a loro non importa ciò che le persone dicono e pensano di lui, vogliono conoscerlo come lo conosco io... vogliono conoscere il vero Mitch. Sapevo che non gli importava ciò che dicono di lui in città.

«Sage se hai bisogno di un ragazzo che ti abbracci, che ti baci e che ti dica cose carine, quel ragazzo non sono io. Avresti anche potuto dirmi che era lui il tizio con cui uscivi, e ora che vuoi fare? Stare con lui e non vedere più me?» sembra agitato e nervoso, dovrebbe darsi una chiamata.

«Tranquillo, non sono così disperata da cercare in te il ragazzo di cui ho bisogno...»

«Però ti piace farlo con me.» mi dice sorridente, arrossisco, appoggia la mano sul mio fianco e mi attira a sé iniziando a baciarmi.

Lo so che è sbagliato, ma credo che in questo momento ho bisogno di pensare ad altro, di smettere di pensare per un attimo a tutto ciò che è accaduto e alla situazione in cui sono sia con la mia migliore amica che con Mitch, e so già che mi pentirò come al solito, ma non m'importa.

Con la sua frase "se hai bisogno di un ragazzo che ti abbracci, ti baci e che ti dica cose carine quel ragazzo non sono io", voleva dire che non può darmi ciò di cui ho bisogno, che se mi bacia non lo fa con dolcezza, per amore, ma solo per... dai, alla fine ha ragione lui quando dice che scopiamo... infatti quella sera è stato gentile con me solo per fare in modo che lo baciassi per riuscire a scattare quella foto, e poi non lo è più stato. Non è venuto qui per assicurarsi che stessi bene, è venuto qui per farsi una bella scopata.

Per la prima volta da quando abbiamo instaurato questa specie di "rapporto" non sto pensando al fatto che lui sia il fratello della mia migliore amica e che, se lei ci scoprisse, questa volta non riuscirò a farmi perdonare da lei, perché sento di aver bisogno di questo... non dico di aver bisogno di Kolby, ma di quello che c'è tra di noi sì.

«Ei, aspetta, perché non cerchi di allontanarmi? Dove sta l'inganno?» mi chiede smettendo di baciarmi.

«Nessun inganno.»

«Sage... non sono la persona giusta per starti vicino, ma quello che hanno detto le ragazze quella sera... non è la verità. Non m'importa se stai o no con Mitch il pazzo, ma tu non sei né una sfigata, né tantomeno una puttana.» oh, mi sorprende che, invece di arrivare subito al dunque, si sia fermato per dirmi ciò.

Non si può nemmeno dire che io e lui siamo amici, ma apprezzo che mi stia dicendo ciò che pensa, e mi fa piacere che secondo lui non hanno ragione la sua ragazza e le sue amiche.

«Mi hai sempre detto che sono una sfigata.» sussurro.

«Anche che sei l'unica che non mi sarei mai scopato... ma con te faccio il miglior sesso della mia vita.» mi dice mettendosi sopra di me, rido e lo guardo: è davvero bellissimo.

Si leva la maglietta e la lancia da qualche parte nella stanza, poi si abbassa e inizia a baciarmi il collo facendomi ansimare leggermente.

«Kolby aspetta...» continua comunque a baciarmi e infila la mano sotto alla mia maglietta toccandomi il seno: «Io con Mitch non sono mai stata a letto... e con nessun altro.» si alza e mi guarda sorpreso.

«Alla festa... quella sera è stata la tua prima volta?» mi chiede sorpreso.

«Sì, e... uhm... non prendermi in giro, ma... anche il mio primo bacio. Non ridere di me, però.» gli confesso.

«Perché non me l'hai detto? Sarei stato più...»

«Dolce? Quello che c'è tra di noi è tutto fuorché dolce... e comunque è stato bello.»

«Bello? Se riuscissi ti scoperei una volta dopo l'altra.» inizia di nuovo a baciarmi.

È chiaro che questo non ci porterà a nulla di buono, ma per ora credo di non essere l'unica dei due ad averne bisogno...

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora