44º capitolo

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Con addosso questo meraviglioso vestito mi sento una vera principessa. Aspettavo da tempo questa serata per indossarlo. Mi è entrato a pelo, e quando Kolby mi ha vista mi sono sentita per la prima volta bella per davvero. Questo è il primo ballo a cui andrò, non è la prima volta anche per lui, ma prima ha voluto uscire a cena, e dopo essere scesi dalla macchina ed esserci diretti a piedi al ristorante, mi sono resa conto di che posto ha scelto: uno di quei ristorante in cui soltanto l'acqua costa cinque volte più del costo normale... non posso entrare in un posto del genere continuando a nascondergli una cosa che, in parte, gli riguarda, per cui mi fermo e lui mi guarda sorpreso.

«Non posso.» sussurro, lasciando la sua mano e facendo un passo indietro.

«Perché? Pago io, sei la mia ragazza. Dai, sto morendo di fame.» scuoto la testa.

Se entrassi e ordinassi, parlandogli soltanto più tardi della gravidanza, mi sentirei uno schifo, peggio di come mi sento ora che gli sto mentendo da giorni.

«Sage?» lo guardo.

«Sono incinta.» undici lettere, due parole.

I suoi occhi si fanno lucidi e fa un passo indietro, è sconvolto, e poi si siede sulla panchina, come se avesse sentito che le gambe non l'avrebbero sorretto. Vado a sedermi anche io, ma non appiccicata a lui, perché so che gli serve spazio in questo momento.

«Avevo e ho paura... Mitch si è preso da subito le sue responsabilità, i nostri genitori sono rimasti sconvolti, e l'altro giorno ho fatto la prima ecografia. Va tutto bene, solo che... avevo paura di dirtelo, perché so che mi lascerai, e in quel caso voglio che tu sappia che non ce l'ho con te. Hai diciassette anni, non è colpa tua.» gli dico.

«Sì ma io non ti lascerei mai, nemmeno se porti in grembo il suo bambino... che poi sei sicura che sia suo?» mi dice avvicinandosi e prendendomi le mani.

«Sì.»

«Okay.» sussurra.

Delle persone ci passano davanti, non fanno nemmeno caso a noi, ed entrano nel ristorante in cui dovremmo essere anche noi.

Ha detto che non mi lascerebbe mai, ma forse non ha ben chiaro che anche se ora le cose sono uguali a sempre, col tempo cambieranno. Io non avrò più tutto questo tempo per stare con lui, e dovrò passare anche del tempo con Mitch, cosa che a lui darà sicuramente molto fastidio.

«Io ho bisogno di te. Tu mi rendi felice. L'ho capito ancor prima che andassimo insieme a quella festa. Se per te non è così... va bene, lo accetto, e ti aspetto. Anche se ci mettessi del tempo, qualunque sia la durata, io ti aspetto.» ora sto piangendo.

Quella festa... se mi avessero detto che sarei andata ad una festa col fratello della mia migliore amica e che da quel momento non ci saremmo più lasciati avrei tirato un pugno in faccia a chiunque l'avesse detto... eppure è successo, ed è la seconda cosa migliore che mi sia successa. La prima è questa gravidanza, non potrei dire il contrario.

È una bella cosa che voglia restare con me e che sia deciso ad aspettarmi, nel caso io non volessi stare con lui, ciò mi fa capire quanto sia maturo rispetto a tanti suoi coetanei, compresi i suoi amici.

«Io non voglio lasciarti. Tutto questo... mi fa meno paura, sapendo che con me ci sei tu.» gli confesso.

«Ci sarò sempre, anche nei momenti più duri. Sarò un buon patrigno, gli insegnerò a giocare a lacrosse, e mi occuperò di Mitch o di chiunque se la prenderà con lui e con te.»

«Non è un maschio, insomma... ancora non lo so. È presto.» gli dico, felice comunque per ciò che ha detto.

«Beh, le insegnerò a giocare anche se fosse femmina, e quando sarà grande farò comunque il gelosone quando sapremo che dovrà uscire con un ragazzo. Gli, o le, vorrò bene anche quando si arrabbierà e mi dirà che non sono suo padre, e lo amerò esattamente come amo la sua mamma. Da sempre.» ah, com'è dolce!

Lo abbraccio e piango sulla sua spalla, sentendomi davvero fortunata per ciò che ho e per le persone che ho nella mia vita, in primis lui.

Anche se in futuro ciò che ha appena detto dovesse cambiare, non me la prenderò con lui, nemmeno con me stessa o con il bambino, non sarà colpa di nessuno. Se invece dovesse restare al mio fianco per sempre ed essere un fantastico patrigno per questa bambina o per questo bambino, sarò la donna più felice del mondo, e, chissà, magari lo renderò padre e vivremo per sempre felici e contenti.

«Raccontami un po'. Hai le voglie? La nausea? Come va?» mi chiede curioso.

«Entrambe, e mi fa un po' male il seno... tutto sommato però va tutto bene.»

«Devi mangiare, giusto? Se non ti va di entrare qui cerchiamo un posto in cui ci darebbero più cibo, e se poi non vuoi andare al ballo ci andiamo a sdraiare a casa, dimmi tu.» inizia ad essere più premuroso del solito.

«Volevi portarmi qui, a me va bene, e poi ci voglio andare al ballo... se a te sta bene.» si alza e mi porge la mano, la prendo e mi alzo, prendendolo a braccetto e raggiungendo lentamente l'ingresso del ristorante a cinque stelle.

«Andrei in capo al mondo per te.» sorrido e arrossisco per ciò che ha detto.

Ci resta soltanto aspettare e vedere con i nostri occhi che cosa ha in riserbo per noi il futuro... con me o senza di me, spero che starà bene e che sarà felice, mentre a me auguro di stare bene, di avere un bambino sano, che sia sempre felice e a cui non mancherà mai niente, che potrà sempre contare sul suo papà, che per lui, o per lei, si terrà fuori dai guai, e, ovviamente, che sarà felice come merita.

Chiedo troppo?

Comunque vada a finire, ricorderò i momenti passati con lui e con Mitch come alcuni dei momenti migliori e più felici della mia vita... qualunque cosa penseranno loro, per me sarà sempre così.

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora