36º capitolo

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Sto seduta sul letto con le gambe incrociate e una coperta sulle spalle, guardo fuori dalla finestra chiedendomi se, là fuori, la voce di me che vado a letto con il fratello della mia migliore amica sia già sulla bocca di tutti... ho sempre creduto di essere abbastanza forte da superare ogni cosa, ma questa storia mi ha fatto capire che non lo sono per niente.

Bussano alla porta, che viene aperta subito, ma non mi giro e continuo a guardare la finestra.

«I tuoi mi odiano, ma è un sollievo sapere che odiano anche quel bastardo.» è Mitch.

Sento che appoggia qualcosa sul comodino, mi giro vedendo che si tratta del cellulare di Kolby, che Mitch ha scaraventato contro il muro rompendolo. Non l'ha ripreso, ed è rimasto lì per terra. Ho detto a mamma di non toccarlo, dopo averle raccontato che cosa era successo ed essermi sfogata... si è sentita in dovere di raccontare tutto a mio padre, che ora odia a morte sia Mitch che Kolby. Io, invece, non lo so... sto cercando di odiare Kolby con tutta me stessa, ma sento di non poterci riuscire.

Si siede sul letto e guarda qualcosa che ha tra le mani, come se fossimo tornati a ieri sera, quando l'ho visto qui seduto con qualcosa in mano: è una piccola foto di un uomo, non l'ho mai visto prima.

«Come ti senti?» mi chiede.

Almeno è qui... anche se finalmente ho scoperto perché era sparito senza darmi nemmeno una spiegazione, credevo che avrebbe comunque continuato a starmi lontano, invece non è così.

«Bene.» forzo un sorriso, non voglio che si preoccupi per me.

«Ti va di uscire?»

La porta, che era socchiusa, si apre velocemente e ci voltiamo entrambi a guardare mio padre, che guarda male Mitch, ovviamente.

«Non ti avevo detto di lasciare la porta aperto, Mitchell?» chiede al ragazzo che sta seduto sul letto con me.

«Mi scusi.» gli risponde lui.

«Tesoro sei sicura di non voler venire con noi?» mi chiede mamma.

Avevano organizzato da tempo di andare via per un weekend con i genitori di Harper. Visto come sono andate le cose l'ultima volta, hanno deciso di farmi stare a casa da sola, ma dopo quello che è accaduto continuano a chiedermi se sia sicura di voler restare a casa e di non andare con loro.

«Sicura.» sorrido anche a loro.

«Ora cosa fate?» ci chiede mamma mentre mette l'orecchino.

«Volevo portarla a fare un giro, e magari a cena fuori. Le prometto che non la toccherò e che per le undici saremo a casa.» dice Mitch.

Non so se mi va di uscire. L'idea di incontrare qualcuno che mi conosce, e che probabilmente sa di me e Kolby, ma soprattutto l'idea di incontrare proprio lui o magari Harper, che sicuramente vorrà uccidermi per essere andata a letto con suo fratello, non mi fa essere al settimo cielo, anche se so che uscire mi aiuterebbe sicuramente, perché non posso starmene rintanata qui per sempre.

I miei genitori si guardano, forse pensano anche loro a quello a cui sto pensando anche io, oppure se sia davvero il caso di farmi uscire con Mitch e di lasciarmi da sola con lui... oppure a qualsiasi altra cosa, non mi va nemmeno di sapere cosa, sinceramente.

«Nessun locale, nessuna rissa, e stasera ognuno dorme a casa propria.» dice papà, abbassandosi per darmi un bacio sulla fronte e poi andandosene.

«Chiamaci se hai bisogno... Mitch.» mamma gli fa un cenno.

«Signora.» appoggia un dito sulla fronte e la saluta in questo modo facendomi ridere.

Non stavo sicuramente così male, quando Mitch si è allontanato... si tratta di Kolby, ed è tutto così diverso, rispetto a quello che c'era tra me e Mitch... o c'è... non lo so, non ci sto capendo più niente.

Non appena sentiamo la porta di casa aprirsi e poi chiudersi, segno che i miei sono usciti, mi abbraccia subito.

«Chi è quell'uomo?» gli chiedo.

«Mio padre... non lo vedo da una vita, ora mi ha scritto una lettera e mi ha mandato questa sua foto. La fisso in continuazione perché vorrei che mi venissero in mente dei bei momenti passati con lui, però non ce ne sono... e tu vedi sempre del buono in tutti... è una cosa stupida, ma pensavo che... magari tu... non lo so...»

Non mi ha mai parlato di suo padre, non che ora lo stia facendo, però è chiaro che non abbiano mai avuto un buon rapporto, sono felice che me ne stia parlando, queste sono cose di cui non si parla con chiunque.

«Beh, ti ha scritto, questa è già una buona cosa, e poi ti ha mandato una sua foto perché vuole che tu conosca il viso di chi ti sta parlando... avrà paura che tu non conosca la sua faccia.»

«Hai visto? Ci vedi sempre qualcosa di buono.» gli sorrido.

Un giorno sarà pronto a parlarmi di suo padre, non è obbligatorio che io sappia tutto, ma so quanto gli farebbe bene parlarne finalmente con qualcuno, so che non ne ha mai parlato, lo conosco, pensa di potersi tenere tutto dentro, solo che questo non fa bene, anzi...

Lo guardo mentre continua a sorridermi... mi chiedo come possa essere qui dopo tutto quello che gli ho fatto, che ci siamo fatti.

«Mitch... grazie per essere qui, e per... starmi accanto. Mi dispiace averti fatto del male, e averti dato del pazzo, quel giorno.» gli dico, con le lacrime agli occhi, spero di non scoppiare di nuovo a piangere...

«Se non qui con te, dove dovrei essere?» mi accarezza la guancia: «Ti prego, non pensare alle altre... abbiamo sbagliato entrambi. Dispiace anche a me di averti fatto del male e di essere sparito invece di venire a chiederti spiegazioni.»

Potremmo anche stare qui a parlarne, solo che non farebbe bene ad entrambi, quindi mi alzo e vado verso l'armadio per cercare qualcosa da indossare, mentre lui si sdraia sul mio letto.

«Mi manca andare in moto con te. Sei seriamente l'unico ragazzo di cui mi fido, per quanto riguarda le due ruote.» gli confesso facendolo ridere.

«Così però mi fai emozionare!» finge di emozionarsi, facendomi ridere.

È sicuramente meglio non restare da sola, ma passare del tempo con qualcuno che cerca in ogni modo di farmi ridere.

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora