19º capitolo

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Mi sembra di essere tornata al giorno in cui ho bussato a questa stessa porta un po' impaurita... anche oggi lo sono, perché non so che cosa accadrà, ma voglio essere positiva.

La mamma di Mitch mi apre, ma sta parlando al telefono, per cui si limita a sorridermi e a farmi un cenno, mi fa segno di entrare e lo faccio, chiudendomi la porta alle spalle e andando dritta verso la stanza di Mitch, entro senza nemmeno bussare e mi avvicino lentamente al letto.

Oggi è sabato, non so se ieri sera sia andato da qualche parte e se vorrà restare a letto fino a tardi, ma che sia a letto o che sia da qualche altra parte, è arrivato il momento che noi due parliamo.

«Mitch... ei, so che è presto, anche se è quasi ora di pranzo, ma...» sussurro.

«Vieni.» oh, è stranamente sveglio.

Levo velocemente le scarpe e mi butto sotto alle coperte come lui, che si avvicina subito a me e mi abbraccia. Questi sono proprio i gesti che mi fanno capire quanto gli sono mancata e quanto tiene a me.

Io non so che cosa devo fare, non so che cosa devo dire, l'unica cosa che so è che non voglio mettere fine né a quello che c'è tra me e lui, né a quello che c'è tra me e Kolby... è strano, lo so, ma è ciò che sento ed è anche ciò che voglio.

«Io...» diciamo all'unisono, volendo entrambi parlare per primi: «Inizia tu.» gli dico subito dopo.

Ci ho messo troppo a venire da lui, avrei dovuto farlo molto prima, ma ora sono qui e non ho intenzione di andarmene se prima non chiariamo.

«Io ho sbagliato, probabilmente ho sbagliato tutto, ma ho passato una settimana di merda senza di te.»

«Anche io... mi sei mancato.» sussurro.

«Non sono tipo da relazioni serie, ma se vuoi possiamo provarci. Oppure... non lo so, Sage, quando si tratta di te non riesco nemmeno a ragionare.» appoggio la fronte sulla sua e sorrido.

Vederlo insieme a quella tizia mi ha fatta sentire... non lo so, è stata una sensazione brutta, ma, d'altronde, l'ha appena detto anche lui che non è tipo da relazioni serie, quindi non so proprio che cosa fare... forse nemmeno io sono tipa da cose serie.

«Se... per ora non vogliamo darci un'etichetta e vogliamo continuare comunque a vederci a me sta bene.» gli dico.

Intreccia le nostre gambe come se avesse paura che io scappi e mi sistema i capelli, per poi iniziare a baciarmi... dolcemente. Provo delle belle emozioni e sensazioni sia con lui che con Kolby, se non fosse così ora non sarei qui oppure avrei deciso di smettere di vedere Kolby, invece non voglio farlo... nessuna delle due cose.

Conoscere Mitch è stata forse la cosa migliore che mi sia successa: in lui ho trovato un amico, una spalla su cui piangere, qualcuno di cui fidarmi, la persona giusta da far rimanere al mio fianco. La gente non sa nemmeno di che cosa parla quando parla di lui, non hanno idea di che persona magnifica, meravigliosa è stupenda lui sia... eppure non credo esista persona migliore di Kolby a cui avrei potuto dare il mio primo bacio e con cui avrei potuto avere la mia prima volta... non so come andranno le cose con entrambi, sono diversi e provo cose diverse per entrambi, ma non voglio perdere nessuno dei due... magari potrei cambiare idea fra due minuti, ma finché non lo saprò, manterrò per me tutto questo.

«Comunque quelle che... le troie che vedo la sera, restano soltanto troie che non rivedrei più. Nessuna viene da me, sta abbracciata a me, o ha anche una minima cosa in comune con te.»

«Ci mancherebbe.» gli rispondo facendolo ridere.

«Ho... saputo che a scuola ti chiamano Sage la pazza. Vuoi che vedano di nuovo Mitch il pazzo e che li faccia smettere?» mi chiede, dal suo tono di voce sembra che si senta in colpa.

«No, va tutto bene, non è colpa tua, e poi presto avranno altro di cui parlare.»

Va sempre a finire così: si fissano su qualcosa, in questo caso su me e Mitch che stiamo insieme, poi succede altro che fa scordare a tutti di questa storia e così via.

Questa volta sono io ad avvicinarmi a lui e ad iniziare a baciarlo, ma ci allontaniamo quando la porta viene aperta all'improvviso, mi giro vedendo sua madre, che sorride e si appoggia allo stipite della porta con le braccia conserte, guardo quindi Mitch che sbuffa.

«Ieri in giro si diceva che i tuoi genitori partono per una vacanza... se non vuoi stare a casa da sola puoi venire a stare qui.» mi dice, è gentile a chiedermelo.

«Grazie, ma visto che con loro partiranno anche i genitori della mia migliore amica andrò da lei.»

«Devi stare a casa di quel figlio di...» mi giro a guardare Mitch, che a quanto pare non prova molta simpatia nei confronti di Kolby, ma credo che la cosa sia reciproca.

«Beh, se lì ti annoi qui ci sarà sempre posto per te.» le sorrido e lei sorride a me: «Vado al lavoro, a stasera.»

«Buona giornata!» esclamo prima che chiuda la porta.

«Quando me lo avresti detto? Sage... ti hanno dato della poco di buono e nessuno di loro ha fatto o detto niente, perché non vieni qui? Mia madre tanto è sempre al lavoro.» mi sposto mettendomi sopra di lui e mi accoccolo.

«Non preoccuparti, starò bene.» lo rassicuro.

Magari, nel caso io e Kolby non dovessimo andare d'accordo, potrei venire davvero qui.

Sono sicura che Mitch non smetterà di uscire e di farsi le altre, anche Kolby continuerà non solo a stare con la sua ragazza, ma magari a farsi le altre, mentre io, beh, mi sento uno schifo, ma la vita è una sola.

Mi accarezza la schiena e mi dà dei piccoli baci tra i capelli... questo è proprio quello che Kolby non farà mai, ma non ne ho bisogno da parte sua, comunque.

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora