13º capitolo

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«Penso sia di sopra, io sono appena tornata... prova a vedere nella sua stanza.» mi dice la mamma di Harper e Kolby.

Dopo che Harper è venuta a casa mia in lacrime a raccontarmi che Oliver si era voluto prendere una pausa non l'ho più né vista e né sentita... la notte fatico a chiudere occhio perché temo che quello stronzo di suo fratello possa raccontare a qualcuno ciò che è successo tra di noi, ma credo che, nonostante questo, Harper abbia bisogno di avere vicina la sua migliore amica.

«Va bene, grazie.» le dico dirigendomi verso le scale.

Oggi a scuola non si è presentata, quindi ho pensato di passare per assicurarmi che fosse tutto okay, visto che non risponde nemmeno alle mie chiamate...

Con Mitch le cose vanno bene... non ho intenzione di allontanarmi da lui per Kolby, non ho nemmeno intenzione di parlargli di ciò che è successo, perché oltre ad allontanarci lo farebbe arrabbiare, ed è chiaro che scaricherebbe la sua rabbia su Kolby... beh, non stiamo insieme, io sono libera di stare con altre persone e lui anche, ma è meglio che resti una cosa tra me e Kolby.

Arrivo in cima alle scale proprio nel momento in cui lui esce dalla sua stanza, ci fissiamo per un po' e poi abbasso lo sguardo.

Stamattina a scuola era il solito ragazzo di sempre... è stato con i suoi amici, compreso Oliver, che comunque sembrava molto triste, e con la sua ragazza, e si è comportato allo stesso modo di sempre, per me non è stato facile, ma sono stata brava anche io...

«Sono uno stupido a pensare che tu sia qui per me?» mi chiede.

«Sì.» sussurro, incamminandomi verso la porta della stanza di sua sorella.

«È da Oliver, le ha scritto se potevano parlare.» mi dice, abbasso quindi lo sguardo e sospiro: «Le ho detto di trattarti bene, nel caso tornassero insieme.»

«A te che importa?» gli chiedo girandomi e vedendo che è davanti a me.

Se non avesse pagato qualcuno per scattarci quella foto e se non la usasse per ricattarmi, porterei nel cuore ciò che è successo tra di noi e ovviamente resterebbe tra di noi, invece ha fatto e continua a fare lo stronzo e io non posso portare nel cuore una persona del genere e qualsiasi cosa sia successa con lui.

«Mi importa di te, dico sul serio... sei di famiglia.»

Di famiglia?

Ad una persona di famiglia non si fa ciò che lui ha fatto me, forse non se ne rende conto.

Per me non ha nemmeno senso starmene qui a discutere con lui, ho di meglio da fare, ma quando provo ad andarmene mette il braccio davanti per evitare che io me ne vada, lo guardo con gli occhi lucidi e lui prova a toccarmi i capelli, ma allontano bruscamente la sua mano.

«Mi hai spezzato il cuore, Kolby. Mi hai usata quando potevi farti davvero qualsiasi altra ragazza e ora vuoi anche ricattarmi.» gli dico.

«Smettila... ti è piaciuto tanto quanto è piaciuto a me, e possiamo continuare a divertirci senza che nessuno lo sappia. Quella foto non la vedrà mai nessuno, non ho intenzione di ricattarti, voglio soltanto divertirmi come ci siamo divertirti l'altra notte, tutto qui.»

Per lui si tratta solo di divertimento?

Non capisco proprio come possa pensarlo, ma in questo momento non sono lucida anche perché di sotto c'è sua madre.

Si avvicina di più a me, mi ritrovo tra la porta e lui, ci guardiamo negli occhi e poi si avvicina col viso, non posso andare indietro, ma non trovo nemmeno il coraggio di scappare via, perché i suoi occhi sono come una calamita per me.

«Lasciati andare.» mi dice prima di appoggiare le labbra sulle mie, ma mi giro subito e scuoto la testa: «Sage non voglio farti del male, sono uno stronzo ma tu sei l'unica persona a cui non lo farei.» appoggia la fronte sulla mia.

«Sei il fratello della mia migliore amica...» dico, ma più a me stessa che a lui.

«Per tutta la mattina ho avuto voglia di baciarti, e anche adesso sto morendo dalla voglia di farlo.» mi confessa.  

Si allontana quel poco che basta per potermi guardare negli occhi, e poi inizia ad avvicinarsi lentamente a me.

È assurdo che lo abbia odiato fino al momento in cui si è avvicinato e ora, invece di tirargli un pugno, dirgliene quattro e andarmene via, stia qui e lasci che faccia quello che vuole... non so davvero come spiegare ciò che sta succedendo.

Questa volta non metto fine al bacio, perché lentamente lascio assaporare ad entrambi questo bacio che sembra essere ciò che serve per sistemare le cose... almeno per ora. La cosa assurda è che continuo a baciarlo e non lo fermo nemmeno quando slaccia i miei jeans ed infila sotto ad essi e alle mie mutandine la mano, iniziando a darmi piacere e a soffocare i miei ansimi con questo bacio che sembra non avere fine. Non posso credere che stia facendo questa cosa e che io gliela stia lasciando fare nel corridoio di casa sua, senza paura che qualcuno possa salire e vederci, ma è una sensazione così bella che quello sembra essere l'ultimo mio pensiero... l'ho odiato da quella sera più di quanto lo abbia odiato nei miei sedici anni di vita, ma se davvero lo odiassi non gli avrei permesso di avvicinarsi di nuovo a me... la verità è che mi fa bene e lui lo sa perché forse io gli faccio lo stesso effetto che lui fa a me. Una volta che sono venuta, toglie la mano ma non smette comunque di baciarmi e ciò mi fa pensare che mi voglia... però non so se in questo momento, proprio ora, io abbia voglia di lui, invece.

«Sage, tesoro, l'hai trovata?» sentendo i passi di sua madre salire le scale si allontana velocemente da me e abbasso velocemente la mia t-shirt in modo che non noti che i miei jeans sono slacciati.

«Ehm... no, Kolby mi ha detto che è uscita.» le dico non appena arriva di sopra.

«Oh, che peccato... vuoi aspettarla qui?» mi chiede poco prima che il campanello suoni, per cui sbuffa: «Puoi aspettarla, se vuoi, sai che questa è anche casa tua.» le sorrido e la guardo tornare di sotto, mentre suo figlio si avvicina di nuovo a me.

«Vieni in camera mia, le diciamo che studiamo.» mi dice provando a convincermi, ma scuoto la testa.

«Devo andare, ci vediamo un'altra volta.» Dio, non so nemmeno se baciarlo oppure andarmene così.

Aspetto che sia lui a salutarmi, invece non fa né dice niente, per cui allaccio velocemente i jeans e vado verso le scale.

Sage... che cosa combini?

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora