46º capitolo

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Qualche mese dopo
Mamma. Sono mamma. È così assurdo, ma allo stesso tempo bello. Non pensavo che avrei mai potuto amare qualcuno così tanto, poi ho dato alla luce il mio bambino, Grover, e mi sono resa conto di quanto io sia fortunata, di quanto una persona possa amarne un'altra, mettendo sempre il suo bene prima del tuo. Perché io è questo che farò: lo amerò e lo proteggerò a costo di ogni cosa, perché è l'unico essere vivente per cui morirei.

Vedo qualcuno entrare nella mia stanza d'ospedale, alzo lo sguardo sorridendo a Kolby, che, a quanto pare, ce l'ha fatta ad arrivare.

Da quando è partito per il college ci siamo sentiti poco e visti ancora meno, mi manca da morire. A scuola è strano stare senza di lui, per non parlare di come mi guardano tutti da quando si è saputo che aspettavo un figlio da Mitch... il quale, comunque, non si è mai perso nemmeno una visita, c'è stato sempre, mi ha tenuto la mano mentre spingevo e ora è andato a casa a farsi una doccia, tornerà qui tra poco, perché voleva esserci la prima notte.

«Ei...» sussurra, avvicinandosi al letto e guardando il bellissimo bambino che ho tra le mie braccia.

«Ciao...» gli sorrido, si siede accanto a me sul letto e continua a guardare il nuovo arrivato in famiglia: «Lui è Grover... credo che tutti ce l'abbiano con noi perché non era nella lista dei nomi che avevano scelto loro, ma è... perfetto.»

«Sì, è perfetto.» mi sorride e gli accarezza dolcemente la guancia.

«Vuoi prenderlo in braccio?» gli chiedo.

«Non ho mai preso in braccio nessun bambino.» sussurra divertito.

Si avvicina a me e glielo faccio prendere, lo guarda un po', come se si dovesse rendere conto ancora di tutta questa storia, e poi sorride, facendo sorridere anche me.

Questi mesi sono stati belli, strani, a tratti duri, tristi e fantastici. Anche se ora continueranno ad essere duri, sarà tutto ancora più bello visto che è finalmente nato.

«Come va al college?» gli chiedo mentre continua a guardarlo.

«Non va bene.» risponde.

«Perché?»

«Perché tu sei qui e non sei lì.» è così anche per me.

Con la partenza di Oliver Harper ha molto più tempo da passare con me, quindi io, lei e Julissa abbiamo passato molto tempo insieme, a noi spesso si aggiungevano Mitch e Jake, che ora sta con Julissa, ma la mancanza di Kolby l'ho sempre sentita... anche quando stavo con loro, sentivo che la parte più importante non c'era.

«Pensavo che ci fossero così tante belle ragazze che ti fossi scordato di me.» sono ironica.

«No.» mi risponde serio: «Sage è tardi, Mitch non è qui con voi ma è al locale. Okay, sarà venuto a tutte le visite e durante il giorno non ti ha mai lasciata sola, ma... perché non vieni con me?»

«Lui non è al locale, è a casa a farsi una doccia.»

«Va bene, pensala come vuoi, oppure chiama Julissa. Ha detto a mia sorella che lui, Jake e gli altri sono andati a festeggiare la nascita del bambino al locale. Se non credi a me credi alla tua amica.» oh...

Pensavo che fosse soltanto un modo per farmi litigare con Mitch, il suo, ma ora non credo che lo sia più...

«Ascoltami... lui potrà venire a trovare il bambino ogni volta che vorrà.»

«Perché ricominci sempre con questa storia? Hai paura che se restassi qui senza di te vada di nuovo a letto con lui?» gli chiedo confusa.

«Cosa? No!»

«Allora qual è il problema?» gli chiedo.

Proprio non lo capisco... ha iniziato con la storia del matrimonio mesi fa, poi non ne abbiamo più riparlato, e ora salta fuori dicendo che posso trasferirmi con lui in una casa vicina al campus e Mitch potrà venire ogni volta che vorrà a trovare Grover.

«Lo so che adesso hai un figlio e hai molte più responsabilità di quanto ne abbia io, che hai soltanto diciassette anni e che non sono io il padre di Grover, ma... sono sempre stato innamorato di te, e lo sarò sempre. Voglio sposarti, voglio starti accanto mentre lo cresci e aiutarti, e poi voglio avere dei figli con te che amerò allo stesso modo di Grover. Se ti fidi di me... saremo felici. Avremo una vita bellissima. Io, te e Grover, e anche i bambini che forse avremo.» mi dice facendomi venire le lacrime agli occhi.

Il fatto è che sa sempre cosa dire e come dirlo, non dice mai la cosa sbagliata.

«Io voglio sposarti, Kolby, il fatto è che... non lo so, tu magari ti stancherai di me e di Grover.»

«Tu pensi sempre queste cose assurde... prima di venire qui sono andato a parlare con i tuoi genitori, dicono che la scelta è tua, e ti ho preso un anello, ma non mi inginocchio sapendo che la tua risposta sarà no.» mi dice alzandosi e dando di nuovo in braccio a me il bambino.

Un anello? I miei genitori?

È normale che sia andato a chiedere il permesso a loro, prima, e che loro abbiano detto che la scelta è soltanto mia, ma è andato anche a prendere un anello...

Lo so che lo vuole davvero, e lo voglio anche io, non si immagina quanto, ma ho paura che non si renda ancora conto che cosa significa prendersi cura di un bambino. Grover piangerà, si sveglierà spesso anche di notte, e non so se voglia davvero che Mitch metta piede in casa sua. Ci devo riflettere molto bene. Adesso non posso più pensare soltanto a me, prima di me c'è Grover, che ha bisogno di suo padre, quindi non posso allontanarlo da Mitch.

Il fatto che tiri fuori dalla tasca una scatoletta di colore nero e la appoggi sul comodino che ho di fianco mi fa strabuzzare gli occhi.

Ma è serio?

«Ti amo e resto con te, ma non voglio tenerlo io... tienilo tu, e indossalo quando sarai pronta. Passo domani prima di tornare al college.» mi dà un bacio sulla fronte e se ne va via, nonostante io provi a fermarlo.

Che gli prende?

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora