24º capitolo

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Sono ufficialmente una stupida che potrebbe facilmente essere presa per una poco di buono, nel caso uscisse fuori tutta la verità.

Ieri sera c'è stata la prima volta tra me e Mitch, mi è piaciuto, non so dire nemmeno a me stessa se sia più bravo lui o Kolby, non mi va nemmeno di pensare a questo, ma se c'è una cosa che so è che entrambi mi fanno bene.

Sono a scuola, anche se Mitch mi ha pregata di rimanere a casa con lui, sono stata costretta a venire, mentre lui è rimasto a casa mia a dormire.

«Non venire, c'è Mitch. Cosa significa?» sobbalzo e guardo Kolby, appoggiato agli armadietti accanto ai miei.

«Buongiorno anche a te.» mi guarda male, sospiro e guardo l'interno del mio armadietto cercando ciò che mi serve: «È venuto a casa, mi ha chiesto scusa e probabilmente resterà a farmi compagnia fino al ritorno dei miei genitori.»

Sembra arrabbiato, infatti è strano che non abbia aspettato di beccarmi da sola ma è venuto a parlarmene davanti a tutti, spero solo che nessuno faccia caso a noi, o, al massimo, che nessuno senta o capisca ciò di cui stiamo parlando.

È strano che Kolby si interessi a me riguardo qualcosa che va oltre al modo in cui ci piace divertirci insieme, non capisco che cosa gli succeda.

«Sei stata a letto con lui?» mi chiede, mi giro a guardarlo, ma abbasso subito lo sguardo.

«Questi non sono affari tuoi.»

«Certo, l'avete fatto... e ora cosa vuoi fare? Giocare alla coppietta felice con lui e non vedere più me?»

«Ei, parla a bassa voce, qualcuno potrebbe sentirti.» gli dico, si guarda intorno e poi torna a guardare me: «Io non ho intenzione di smettere di vederti, quindi calmati.»

Se arriverà mai il giorno in cui Mitch mi chiederà di metterci ufficialmente insieme allora, probabilmente, chiuderò questo "rapporto" che ho instaurato col fratello della mia migliore amica, ma fino a quando non lo farà, e la sera continuerà ad uscire, a bere e a divertirsi con altre ragazze, allora anche continuerò a vedere Kolby.

Nessuno sembra fare caso a noi, beh, lui è popolare ma io sono la migliore amica di sua sorella con cui spesso e volentieri si siede in mensa, quindi potrebbe non esserci nulla di male agli occhi degli altri.

«Sage non ne abbiamo mai parlato, ma... perché credi che lo chiamassero pazzo? Insomma... so che non lo vuoi chiamare così, e che secondo te non è un pazzo, ma... non pensi ci sia un motivo?»

«Questi non sono affari tuoi.» gli ripeto la stessa frase di prima.

«Sì che lo sono se si tratta di te e sono l'unico a sapere che sta da te. Siete in casa da soli.»

Sono affari suoi se si tratta di me?

Kolby forse non ha capito che non stiamo insieme, che potremo anche andare a letto insieme, ma ciò non lo trasforma magicamente nel mio ragazzo o in qualcuno a cui direi ciò che mi succede.

«Forse non ti è chiaro il fatto che io e te non stiamo insieme e che io posso fare quello che voglio. Non sono una tua proprietà.» gli dico facendogli corrucciare la fronte.

«Mi sto preoccupando per te! Chi altro lo fa? Nessuno. Senti, pensaci... perché tutti mi definiscono uno stronzo?» mi chiede.

«Perché usi le ragazze per portartele a letto e non le calcoli più, e perché prendi in giro tutti, e perché sei semplicemente uno stronzo.» gli rispondo subito.

«Non guardarmi così, tu sei l'unica che calcolo ancora e che non ho intenzione di mollare.» incrocio le braccia al petto chiedendomi dove voglia arrivare: «Sì, per questo sono uno stronzo, e hanno ragione... quindi cosa ti fa credere che non ci sia una ragione per la quale danno a Mitch del pazzo praticamente da sempre?»

Se ora venisse fuori che mi vedo sia con uno che con l'altro, mi trasformerei nella puttana della scuola, e lo rimarrei fino al giorno del diploma, e probabilmente anche quando fra vent'anni ci rincontreremo tutti per parlare dei buon vecchi tempi, quindi, per un solo sbaglio, il mio nome verrebbe affibbiato ad un aggettivo simile. Se Mitch viene definito un pazzo potrebbe anche aver fatto qualcosa non di brutto, ma anche solo... che ne so, tipo aver urtato qualcuno, quel qualcuno è caduto, si è fatto male e per questo è diventato un pazzo. Ci potrebbero essere un'infinità di spiegazioni, ma io lo conosco, forse meglio di chiunque altro, e qualunque cosa sia non penso si tratti di un pazzo.

Improvvisamente afferra uno dei miei libri, non capisco che cosa stia facendo, lo apre e lo tiene aperto non dalla parte degli armadietti, ma del corridoio, mi prende le mano e intreccia le nostre dita coprendole con quel libro. Sembra che mi stia indicando qualcosa sulla pagina.

«Cosa stai facendo?» gli chiedo imbarazzata.

«Inventati una scusa, mandalo a casa, io dico a Oliver di invitare da lui Harper e vieni da me. Una settimana intera con Kolby è meglio di una settimana intera con Mitch, no?»

La sua proposta mi lascia di stucco, non pensavo gli interessassi così tanto, ma, giusto, a lui non interesso esattamente io, direi, più che altro, il mio corpo.

Stringo la sua mano e lo guardo negli occhi.

«C'è qualcosa che va oltre ciò che facciamo noi due, Kolby... non lascerei mai Mitch per te, solo per del sesso che potrei fare con chiunque, ma potrei lasciare te per lui perché con Mitch non è solo sesso. Lui a me ci tiene.» lascia la mia mano e chiude il libro rimettendolo nell'armadietto e non incrociando il mio sguardo.

«Hai mai pensato che quello che c'è tra di noi non è solo sesso e che anche io tengo a te?» mi chiede superandomi e andando via.

Lo guardo allontanarsi sempre di più da me e chiudo per un attimo gli occhi rendendomi conto che, per una volta, Kolby potrebbe avere ragione, non su Mitch, ma sul fatto che tra di noi potrebbe anche non essere solo sesso e che anche lui tiene a me.

Il fratello della mia migliore amicaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora