Il bacio, ma soprattutto la richiesta di consenso di Selene, mi portò a percepire qualcosa in me, una sensazione quasi come di stupore che non si era mai palesata prima. Quando si separò mi sentii come nuovamente sola e cercai di non distogliere lo sguardo dal suo.
Il cellulare che custodiva gelosamente nella tasca dei pantaloni prese a suonare con insistenza, costringendo la ragazza ad alzarsi dal prato per potersi allontanare quanto bastava in modo da poter accettare la chiamata. I suoi gesti sembravano quasi innervositi, ma la sua camminata si mantenne composta quando, dopo aver concluso il breve discorso, tornò nella mia direzione; le mani in tasca, l'espressione dura. Mi confessò di aver contattato un investigatore privato qualche giorno prima e che, proprio in quel momento, le era stato comunicato il suo arrivo nella villa. Ne compresi che, probabilmente, riguardava qualche suo losco affare. Sicuramente stava cercando di rintracciare qualche pagante che aveva deciso di darsela a gambe.
Quando tornammo dentro casa, il suo braccio avvolto intorno alle mie spalle come a volermi proteggere, Dana si precipitò nella nostra direzione e mi rivolse uno sguardo preoccupato che immediatamente smorzai con un sorriso. Ci scortò verso il salotto, dove due uomini stavano attendendo pazientemente.
Il primo, capelli scuri che ricadevano di poco sulle spalle, ben impostato ed in possesso di una cicatrice sul mento, indossava un abito formale completo di cravatta. Da quanto sentii fuoriuscire dalle labbra di Selene, compresi che si chiamava Apollo e che, senza alcuna ombra di dubbio, avevano un qualche tipo di passato che li accomunava.
Il ragazzo al suo fianco, invece, più minuto e dai capelli quasi del tutto rasati, rimase in silenzio, a braccia conserte, mentre osservava i due scambiarsi un abbraccio fraterno. Non seppi il suo nome, ma non mi importò molto."Apollo, amico mio, grazie di essere passato."
"Questo ed altro per la mia sorellina."
Il ragazzo era di poco più alto di Selene, ma di un paio d'anni più giovane. Si sedettero intorno al tavolo e Apollo estrasse dei documenti dalla sua valigetta in pelle nera, li sfogliò attentamente ad uno ad uno e sospirò. Io, seduta accanto alla proprietaria di casa, osservai con discrezione le scritte che i miei occhi vedevano sottosopra e ne dedussi che si trattava di un qualche documento correlato a dei pagamenti. Ne discussero a lungo e durante tutto il procedimento Selene non sembrava infastidita dalla mia presenza, anzi, sembrava quasi volermi lì per apprenderne i segreti.
La ragazza tatuata chiamò Dana, ordinandole con tono di superiorità di portare del buon whisky da condividere con i presenti. Quando la bottiglia fu in tavola, non perse tempo a versare il liquido nei bicchieri in vetro, porgendomene successivamente uno. Feci cenno di non voler permettere alla sostanza di attraversare la gola, ma il suo sguardo si mutò presto in un'espressione notevolmente più seria e avvicinò maggiormente il bicchiere verso di me facendolo scorrere sulla superficie liscia."Bevi."
Deglutii rumorosamente ed afferrai quel piccolo contenitore in vetro; le mani, con il loro tremore, sembravano instabili, ma fui in grado, seppur a fatica, di far scivolare quella piccola porzione di alcol fino a raggiungere lo stomaco. Selene sorrise soddisfatta, mi diede una pacca sulla spalla e tracannò il suo bicchiere tutto d'un fiato, accendendo subito dopo una delle sue fidate sigarette. Infilò una mano in tasca e ne estrasse un bigliettino tutto rovinato, per poi farlo planare sulla porzione di tavolo occupata da Apollo.
"Devi trovare questa persona."
Il ragazzo diede una veloce occhiata all'oggetto in questione e fece una smorfia poco convinta. Si grattò la nuca un paio di volte e sospirò a lungo prima di terminare il whisky nel suo bicchiere. Piegò nuovamente il foglietto in più parti e lo porse alla proprietaria.
"Mi stai chiedendo di fare l'impossibile."
"Non te lo chiederei se non fosse importante."
Selene assunse un'espressione dura come la pietra, la sua gamba si muoveva nervosa, le dita a torturarsi tra loro. Restai ad osservare il suo volto per un periodo non ben definito; fu come se il tempo si fosse fermato e, in quell'istante, percepii uno strano desiderio di consolarla, come una mamma foca con il suo cucciolo.
Mi risvegliai da quella trance solo quando percepii nuovamente la sua voce farsi strada nell'ambiente e tornai ad alternare l'attenzione tra i due. Apollo sembrò restio nel portare a termine il lavoro, ma sapeva che se Selene lo aveva chiamato ci dovevano essere senza ombra di dubbio delle buone motivazioni."Quindi, devo cercare una persona basandomi solamente sulla calligrafia della lettera?"
Selene annuì, continuando ad aspirare il fumo che fuoriusciva dalla sigaretta ormai del tutto consumata. Poggiò la schiena contro il retro della sedia, accavallò le gambe e distese le braccia, prendendomi per le spalle e costringendomi ad avvicinarmi il più possibile a lei. Voleva dare un'espressione di durezza, impermeabilità, ma sentivo come se stesse per crollare. Apollo allungò il braccio per recuperare nuovamente il piccolo oggetto e lo passò all'aiutante, che non perse tempo a riporlo con molta cura nella valigetta in pelle, per poi poggiare i gomiti sul tavolo, congiungere le mani come se in preghiera e poggiarvi sopra il mento.
"Chi devo cercare?"
"Mia madre."
A quella risposta, mi girai di scatto nella sua direzione, osservandola con incredulità in volto. La sua mascella era talmente serrata da permettere di vederne i segni attraverso le guance, la postura salda, quasi come pietrificata. Forse senza pensare o forse per migliorare il suo stato d'animo, decisi di porgerle una mano sulla gamba come simbolo di supporto. Selene, non appena si rese conto del contatto, si girò verso di me e sorrise; un sorriso di quelli affamati, per niente dolce. Provai a ritrarre la mano, ma fui bloccata dalla sua e costretta a mantenere quella posizione.
"Molto bene."
Apollo si alzò da tavola e si avviò verso l'uscita poco distante, girandosi poi verso di noi per fare un cenno di approvazione con il capo; il ragazzo in sua presenza subito dietro di lui.
"Ti faccio sapere se scopro qualcosa, ma non ti assicuro niente."
Selene gli sorrise e lo salutò con un cenno appena pronunciato della mano.
Non appena fummo sole, mi sorprese intrappolandomi in un abbraccio soffocante; il silenzio aveva preso possesso della stanza; poi un sussulto, no, un singhiozzo; un singolo singhiozzo solitario che, per la prima volta, non mi apparteneva. Accettai la sua richiesta di conforto e finalmente avvolsi le mie braccia intorno al suo busto. Il suo volto, che poco prima aveva trovato rifugio tra i miei capelli, si allontanò di poco e mi sorrise, poggiando una seconda volta le sue labbra sulle mie."Esco. Vieni con me?"
Risposi positivamente alla sua domanda ed un accenno di gioia si formò in me nel vederla sorridere. Sapevo che il signor Trevor non si sarebbe dato pace se non avesse partecipato al nostro matrimonio; matrimonio che, tra l'altro, non voleva nessuna delle due. Nonostante ciò, Selene si dimostrò accondiscendente e pronta a soddisfare le richieste del suo tutore; per questo, quando mi chiese di venire con lei, ovunque stesse andando, pensai subito che ci saremmo dirette in qualche negozio di abiti o da qualche wedding planner per poter concordare i dettagli della cerimonia.
Non avrei mai pensato che mi avrebbe portata nuovamente in quel night club sempre pieno la notte e apparentemente aperto di giorno solo per lei. Non appena solcammo la linea che separava l'interno dall'esterno, notai la ballerina dell'altra volta, Baby, avvicinarsi a noi, ancheggiando con lo sguardo predatorio fisso su quello della donna che, a detta di Trevor, sarebbe diventata mia moglie. Le abbracciò il collo, lasciandole qualche bacio dipinto di un color rosso acceso per via del rossetto, e portò una gamba all'altezza dei suoi fianchi, circondandole parzialmente il bacino. Selene chiuse gli occhi ed inspirò a fondo, per poi lasciarle un bacio sulle labbra seguito da un piccolo morso concentrato nel labbro inferiore, mentre una sua mano parlava avida un suo gluteo. Distolsi lo sguardo non appena si girò verso di me e mi osservai intorno come se non conoscessi ancora il luogo. Baby mi passò davanti, ancora una volta ancheggiando, per poi tornare dalle altre ridacchiando."Dov'è Andrea?"
"È andata ad un seminario sul sesso subacqueo."
Selene sembrò per un attimo sconvolta, poi scoppiò in una fragorosa risata, accompagnata dalle presenti che non smisero mai di mangiarla con gli occhi. Kyra, una ragazza bassina e piuttosto minuta, dai capelli tinti di rosa che le ricadevano fin sopra il sedere, le porse un bicchiere di qualche sostanza alcolica mentre con la mano libera non smise di toccarsi il seno eccessivamente prominente per la sua statura.
"A cosa è dovuta questa piacevole visita?"
"Stavo cercando Andrea, ma dato che non c'è penso che passerò un altra volta."
Ghignò. Fece finta di tornare verso l'uscita solo per sentire le presenti implorarla di restare. Si girò nuovamente nella loro direzione poco dopo, avvicinandosi con passo deciso verso una di loro in particolare. Le avvolse il braccio intorno alle spalle e sorrise.
"Baby, tieni compagnia a Sara. E non spaventarla."
Disse mentre la vidi incamminarsi insieme a quella spogliarellista verso una stanza di norma inaccessibile ai clienti.

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Sara
Roman d'amourLa vita di una ragazza viene stravolta quando, dopo aver perso la memoria, si troverà costretta in casa di sconosciuti; la sua libertà comprata. Trattata come un oggetto di poco valore, riuscirà a conquistare nuovamente il libero arbitrio o resterà...