Capitolo 27

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La mattina successiva mi svegliai per via della luce che penetrava dalla finestra alla quale avevamo dimenticato di coprire il vetro con la persiana. Selene era coricata di fianco accanto a me, il suo petto pressato contro la mia schiena; era ancora completamente nuda e potevo percepire senza fatica ogni suo lembo di pelle toccare il mio corpo. Non mi mossi nella paura di svegliarla ed attesi paziente un suo risveglio che sembrò non arrivare mai. Il bagno mi stava chiamando invitante ed ogni parte di me mi implorava di ascoltare quel richiamo allettante, così, cercando di fare il minor rumore possibile, scivolando via dalle sue braccia con maestria, mi misi dritta e mi recai in punta di piedi verso la stanza poco distante da me.
Quando finalmente raggiunsi l'oggetto dei miei desideri, tirai un sospiro di sollievo. L'acqua che scorreva libera nel lavandino risultava essere abbastanza fredda da allontanare ogni traccia di Morfeo ancora presente in me. Mi guardai allo specchio e, per la prima volta da quando ne avevo memoria, sorrisi, un sorriso spontaneo e pienamente sentito.
Mi feci una doccia veloce e tornai in camera, dove trovai la ragazza tatuata ancora inibita da un sonno apparentemente profondo; sghignazzai divertita nel vedere la piccola linea di bava disegnare una via lungo l'angolo della sua bocca, finendo sul cuscino dove vi era impressa l'altra guancia e mi avvicinai a lei per poter assumere nuovamente la posizione che fui costretta a spezzare poco prima.
Non appena le fui vicina, le sue braccia mi avvolsero possessive e si sistemò in un istante contro la mia schiena.

"Pensavo dormissi."

Non rispose. Alzò di poco il capo per poter raggiungere il mio volto e mi lasciò un tenero bacio sulla guancia, portandomi a sorridere imbarazzata.
Si alzò poco dopo, anche lei costretta a raggiungere il bagno, dandomi tutto il tempo necessario per potermi cambiare. Quando scesi al piano di sotto, poco dopo, la trovai già seduta intorno al piccolo tavolo presente in cucina, intenta a consumare una tazzina di caffè mentre osservava stregata il telefono. Presi una tazza, la riempii con del latte e vi versai una manciata di cereali, sedendomi poi sulla sedia accanto alla sua. Allungai di poco lo sguardo verso il suo cellulare, osservando la chat aperta.

"Cosa guardi?"

"Al locale hanno preso una nuova ragazza."

Il silenzio regnò sovrano per qualche minuto. Quella risposta ebbe la capacità di infastidirmi, ma non dissi nulla; non potevo permettermi di avanzare pretese sul suo comportamento, ma una parte di me era spaventata, se non sicura, del fatto che non sarebbe mancato poco al ritorno delle sue vecchie abitudini. Di colpo, poggiò il telefono sul tavolo e si girò di scatto nella mia direzione, sogghignando divertita.

"Usciamo, ti va?"

Presi un sorso di latte ed annuii frettolosamente alla sua domanda, asciugando un angolo della bocca rimasto macchiato da una goccia superstite.

"Dove andiamo?"

"Al mare. Mettiti il costume."

Non attese di ricevere un mio riscontro; andò di corsa al piano di sotto e prese i costumi di entrambe, poggiandoli sul tavolo con fare soddisfatto. Questa volta aveva selezionato un costume a pantaloncino, scuro con delle piccole onde bianche, ed un sopra abbinato, mentre il mio era talmente piccolo da farmi dubitare fosse della mia misura. Una volta indossato, mi resi conto che si trattava di uno di quei costumi che lasciavano vedere fin troppa pelle. Selene mi osservò con sguardo affamato, facendo scorrere la lingua lungo tutta la lunghezza delle  sue labbra, per poi sorridere tranquillamente.
La mattinata fuori dalla piccola villa era tranquilla, una lieve brezza estiva colpiva giocosa le mie spalle mentre il canto degli uccelli appena svegli prese ad impossessarsi del silenzio dato dallo stato di sonno generale. In cielo solo un paio di nuvole bianche come il latte contrastavano l'azzurro intenso che ci sommergeva, mentre in lontananza il mare, che raggiungemmo rapidamente a piedi, mi parve una tavola statica, talmente fermo da far pensare che il tempo si fosse fermato per permettermi di cogliere quell'attimo. Selene mi prese per mano, costringendomi ad aumentare il passo verso di lei per raggiungere un punto non ben definito della spiaggia. Lungo tutta la sua estensione vi erano solo un paio di persone sdraiate a prendere quel sole timido che si sarebbe rafforzato con il passare del tempo e qualche pescatore seduto davanti alla propria canna da pesca ben saldata sotto la sabbia. Il telo mare che trovammo poco prima sul fondo di un armadio bastò a consentire a entrambe di prendere posto sull'insieme di minuscoli granelli senza doverci sporcare.
Come una bambina il giorno di natale con davanti centinaia di pacchetti da aprire, non fui in grado di attendere oltre e mi fiondai contro quello specchio liquido che rifletteva alla perfezione le forme del cielo. La temperatura dell'acqua era perfetta ed il mio corpo sembrò come purificarsi da ogni male, mentre i miei occhi si fusero con l'orizzonte davanti a me. Mi girai poco dopo verso la costa e notai Selene ancora ferma a riva, con i piedi immersi nel mare ed un'espressione per nulla convinta. Le feci cenno di entrare, ma scosse la testa negativamente.

"È fredda, cazzo!"

"Ma che dici? È perfetta."

Nel constatare il suo rifiuto categorico, sogghignai divertita e mi avvicinai a lei in tutta calma, cercando di non destare sospetti. Non appena fui abbastanza vicina, mossi con forza le braccia contro la superficie liquida trasparente e permisi ad un'infinità di goccioline di fluttuare nell'aria, raggiungendo il corpo impreparato della ragazza tatuata. Non fui in grado di trattenere una risata quando incrociai il suo sguardo sbalordito e, in un attimo, senza nemmeno rendermene conto, mi trovai sott'acqua. Quando risalii pochi istanti dopo, Selene era davanti a me, completamente immersa e con in volto un sorrisino soddisfatto.

"Mi hai buttata sott'acqua!?!?"

"Così impari."

Incrociò le braccia al petto, chiuse gli occhi ed alzò il mento in una posizione fiera e determinata. Risi nel vederla così tranquilla, a tratti bambinesca, talmente diversa dalla persona che avevo imparato a temere eppure pronta a trasformarsi in qualsiasi momento.
La vidi prendere a nuotare verso il largo per poi lasciarsi cadere sotto la superficie dell'acqua e risalire poco dopo; i capelli zuppi appiccicati sulle spalle. Feci per uscire, ma venni prontamente bloccata dalle sue braccia che, come ganci meccanici, mi avvolsero da dietro costringendo il mio corpo ad arrendersi alla sua forza.

"Sei molto sexy in costume, lo sai?"

Non dissi nulla, mi girai verso di lei per poter osservare il suo volto calmo e rilassato e sorrisi delicata, portando le mani sulle sue spalle mentre le gambe non smisero per un istante di reggere il resto del corpo. La vidi mordersi il labbro di sfuggita mentre sorrise come soddisfatta, avvicinandosi lentamente verso di me. I nostri visi si fusero in un bacio carico di desiderio, la sua lingua penetrò prepotente esplorando ogni centimetro della mia bocca, le sue mani contro la schiena intente a spingermi verso di lei, come a volersi fondere completamente con il mio corpo. La tranquillità del momento, la spontaneità di quel gesto, l'atmosfera suggestiva, il suo tocco gentile. Fu in quel momento che, per la prima volta nella mia vita, iniziai a percepire il desiderio di essere sua.

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