Il silenzio nella stanza faceva da padrone e l'intera area risultava ancora in parte sommersa dall'ombra portata dalla finestra rimasta socchiusa.
Ero seduta sul bordo del letto ad osservare una Selene piuttosto alterata camminare irrequieta per tutta la stanza, emettendo dei versi quasi animaleschi nella probabile speranza di placare i nervi. Le mani andavano a scompigliare scosse il capelli, mentre il respiro fuoriusciva pesante dalle sue narici. Mi alzai con cautela con l'intenzione di raggiungerla per cercare di trovare un modo di dare pace al suo animo, ma non appena le fui vicina prese a gridare e mi spinse nuovamente contro il letto, osservandomi con quel suo sguardo truce. Non appena si rese conto delle sue azioni, cambiò di colpo espressione e mi raggiunse quasi preoccupata."Scusa, non volevo, io-"
"Va bene."
La fermai, permettendo ad un mio palmo di entrare in contatto con la sua guancia attraverso un delicato movimento. Selene mi sorrise, avvicinandosi poi con l'intento di lasciarmi un bacio, per niente casto, sulle labbra, venendo però bloccata dalle mie mani sul suo petto. Mi lanciò un'occhiata che trasmetteva confusione mista ad irritazione, aspettando che le dessi spiegazioni. Chiusi gli occhi per qualche secondo cercando di far chiarezza nella mia mente, mentre il respiro calmo andava a cozzare con quello innervosito della ragazza a pochi centimetri dal mio volto.
"Posso essere del tutto sincera con te?"
Selene annuì alla mia domanda, allontanandosi di poco per permettermi di mettere insieme le parole da utilizzare, continuando comunque ad osservarmi con quella sua espressione difficilmente decifrabile che, fu una mia impressione, sembrava più calma di prima. Permisi allo sguardo di concentrarsi sulle mie mani, le quali non persero tempo a torturarsi a vicenda, mentre quelle della padrona di casa si poggiarono sulle mie gambe con un fare quasi predatorio, cosa alla quale lei nemmeno fece caso.
"Io...ecco..."
"Hai paura di me."
Non risposi a quella sua affermazione, distogliendo lo sguardo che poco prima avevo faticato a fissare su di lei. Selene fece un cenno di comprensione con il capo e si alzò nuovamente da terra, tornando alla sua nervosa camminata in giro per la camera. Sapevo che, con quel mio silenzio di risposta, non si sarebbe calmata facilmente, ma decisi nonostante tutto di non darmi per vinta; non avevo intenzione di rivivere nuovamente i primi periodi in quella villa. Mi alzai piano dalla mia postazione e, con piccoli cauti passi, mi diedi la forza di raggiungere la ragazza rabbiosa ora poggiata contro l'anta di uno dei due armadi. Mi fermai a pochi centimetri da lei, di fronte al suo petto, e mi costrinsi a fissare i miei occhi sui suoi spenti, come fosse lo sguardo vitreo di una statua o di un vecchio manichino ormai privo d'anima.
Poiché priva di alcuna parola che potesse alleviare il suo stato d'animo, mi avvicinai maggiormente al suo volto e, una volta ottenuto il contatto visivo, le lasciai un lieve bacio a stampo sulle labbra, prendendomi qualche secondo per assaporarne il gusto. Quando mi separai poco dopo la vidi sorridere, le pupille profonde come pozzi nei quali immergersi. Avvolse le sue mani intorno ai miei fianchi e mosse il proprio corpo in avanti contro il mio per invitarmi ad indietreggiare, mentre la sua bocca ancora una volta si fiondò avida sulla mia, approfondendo quel timido bacio che le avevo donato.
Quando toccai il materasso poco distante da noi, la sentii gattonare lentamente sopra di me, imponendosi con fermezza per costringermi a sdraiarmi sulla schiena. Cercai di restare salda sui gomiti, ma la pressione del suo corpo su troppa e mi trovai costretta a lasciar andare la presa delle braccia. La sua lingua percorse esperta la parete del mio collo mentre un suo palmo si infiltrò sotto la maglietta per raggiungere un mio seno ed un sussulto improvviso si liberò in me nell'esatto istante in cui mi resi conto della presenza del suo membro pressato con forza sulla mia coscia. Ero ben consapevole di doverle lasciar svolgere la volontà del signor Trevor, ciononostante non potei fare a meno di percepire il cuore pulsare dritto alla gola, mentre il corpo prese di poco a tremare. Presi un respiro profondo e mi diedi coraggio, raggiungendo con le dita il suo volto ancora nascosto nell'incavo del mio collo per cercare di legare i nostri sguardi."Fai...fai ciò che devi fare, ok?"
Lei annuì distrattamente e, con un movimento convulso, premette la morbidezza avvolta dalle sue dita, portandomi ad attuare una smorfia di dolore. Si separò di poco da me per poter slacciare la chiusura dei pantaloni; i capelli ricadevano in avanti nascondendo il suo volto concentrato, il respiro rumoroso reso affannato dall'eccitazione, la maglietta di poco rimasta alzata a mostrare parte del suo addome.
Quando si precipitò nuovamente su di me, un improvviso rumore assordante si sentì provenire dal piano inferiore, come se qualcuno avesse rovesciato l'intera cucina. Selene si allontanò di fretta con un balzo, alternando lo sguardo tra la porta e i suoi pantaloni."Porca troia!"
Sbraitò, colpendo il materasso con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo. Si alzò in piedi, si ricompose, prese un respiro profondo e infine si recò verso il comodino posto accanto al suo lato del letto, estraendone una pistola dal cassettino. La vidi avanzare indemoniata verso il piano terra, mentre io rimasi per qualche istante ferma su quel materasso, in parte felice di essere state interrotte, in parte terrorizzata di quello che sarebbe potuto accadere a partire da quel momento. Chiusi gli occhi e mi concentrai sul respiro, fin troppo accelerato, prima di lasciare la camera da letto e seguire la ragazza tatuata verso quell'anonimo frastuono che era riuscito, in piccola quantità, a catturare la mia vena curiosa, mentre il cuore pregava di poter vedere ancora una volta un altro giorno.
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Sara
RomanceLa vita di una ragazza viene stravolta quando, dopo aver perso la memoria, si troverà costretta in casa di sconosciuti; la sua libertà comprata. Trattata come un oggetto di poco valore, riuscirà a conquistare nuovamente il libero arbitrio o resterà...