Capitolo 42

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Arrivammo in un paesino immerso nel verde, separato dalla grande città, caratterizzato da pace e tranquillità. Ci concedemmo qualche ora per esplorarne i dintorni poiché era ancora presto e, soprattutto, perché a detta di Selene "era necessario eseguire un sopralluogo in caso di pericolo", per poi raggiungere un grazioso bed & breakfast e lasciarvi le valigiedopo aver preso una stanza.
Il mio stomaco iniziò ad esprimere il suo disappunto nel non aver ancora ricevuto  di che nutrirsi nonostante fossero passate le tre del pomeriggio. Selene mi osservò divertita; probabilmente aveva sentito gli strani rumori emessi dal mio corpo, rumori che molto probabilmente avrebbero potuto attirare l'attenzione dell'intera popolazione.
Durante la nostra camminata per le strade del luogo, ci imbattemmo in un piccolo locale poco frequentato, ma carino a vedersi dall'esterno. La facciata era completamente dipinta con colori brillanti, mentre dal lato interno della vetrata erano stati esposti diversi strumenti musicali e dei quadri che ne richiamassero il tema. Non appena entrammo, una musica aggressiva eppure accattivante invase i nostri timpani, accompagnandoci lungo il breve cammino verso il bancone del locale. Prendemmo posto sui piccoli sgabelli circolari e la ragazza al mio fianco ordinò da bere, chiedendo poi il piatto del giorno per me. Mi osservai attentamente intorno, osservando un gruppo di ragazzi conversare tranquillamente tra loro ed un paio di uomini scolarsi qualche birra. Nel mio subconscio mi pervase una strana sensazione; più osservavo quel luogo, più mi sembrava di conoscerlo, di averlo già visto, di esserci già stata. Ed il mio dubbio continuò a crescere quando soffermai maggiormente la mia attenzione su quei ragazzi. Non si girarono mai nella mia direzione, eppure, nonostante non avessi modo di vedere per intero i loro volti, mi sembrava di conoscerli.
I miei pensieri s'interruppero non appena percepii la mano calda di Selene sulla mia gamba avanzare lenta verso il mio interno coscia per poi fermarsi, come a voler riposare. Mi girai nuovamente nella sua direzione, accorgendosi solo in quel momento del piatto posto di fronte a me.

"Mangia o finirai per crollare."

Mi disse quasi in un sussurro poco prima di prendere un sorso di bourbon dal bicchiere che le era stato passato poco prima dal ragazzo all'altro lato del bancone. Notai che aveva preso anche una porzione di noccioline, probabilmente per impedire all'alcol di salire troppo rapidamente.
Presi a mangiare, forse con troppa foga, il tortino al forno che mi era stato fornito, ancora fin troppo caldo, bruciandomi di poco la lingua, ma al contempo potendo provare la soddisfazione di aver accontentato le suppliche del mio stomaco.
Sentendomi lievemente osservata, mi girai nuovamente verso la proprietaria della villa in cui ero stata rinchiusa, osservandola con confusione nel mio sguardo. La vidi ridacchiare divertita, allungando poi la mano verso il mio volto. D'istinto chiusi gli occhi, ma li riaprii non appena percepii il suo pollice poggiarsi all'angolo della mia bocca, con lo scopo di togliere via quel po' di sugo rimasto, per poi portarselo alle labbra.
Arrossii nel vedere la sua espressione predatoria, un'espressione che avevo ormai imparato a riconoscere e che prima mi terrorizzava al punto da impedirmi di respirare.
Tornammo al B&B poco dopo; la mano di Selene stretta intorno al mio fianco mentre raggiungevamo la nostra camera. Una volta aperta la porta, mi trascinò dentro e mi spinse con foga contro il muro, portandomi a percepire un lieve dolore lungo la schiena. Non dissi nulla; sapevo che tra noi vi erano dei sentimenti non poco rilevanti, ma nonostante tutto ero ancora di sua proprietà ed il solo pensiero di poter tornare all'inizio della mia permanenza insieme a lei, a quella situazione di agonia, mi si stringeva il cuore, così decisi di tenere per me ogni pensiero.
Le sue labbra si fiondarono fameliche sulle mie, assaporando ogni secondo di quel dolce contatto, passando poi a torturare il mio collo mentre i suoi fianchi non persero tempo ad annullare la poca distanza presente tra i nostri corpi. Fui perfettamente in grado di percepire la sua eccitazione; non era facile nasconderla. La spinsi di poco via, in modo da permettermi di separarmi dalla parete per potermi recare al letto.

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