Capitolo 12

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Quella stessa sera le lenzuola del letto non sembrarono più così confortevoli, graffianti piuttosto a contatto con la pelle.
Selene fu la prima ad entrare in camera, tenendo salda la mia mano per impedirmi di indietreggiare. La luce, messasi d'accordo con le lacrime, sembrava intenzionata a bruciare la cornea, portandomi a sbattere convulsamente le palpebre. La proprietaria della villa chiuse la porta a chiave, riponendo con cura il piccolo strumento in metallo in una della tasca dei pantaloni per poi sfilarsi via la maglia, mantenendo comunque i seni fasciati dal reggiseno. Si sedette sul vasto materasso e mi fece cenno con la mano di raggiungerla. Lentamente, avanzai cauta verso la mia predatrice, deglutendo rumorosamente per un paio di volte. Non appena toccai la morbidezza del letto, Selene mi fece coricare con forza portando il suo corpo sopra il mio. Le ginocchia salde ai lati dei miei fianchi, le braccia robuste tenevano il peso delle sue membra, il ghigno divertito sul suo volto lievemente nascosto dai capelli ricaduti in avanti.

"Hai paura?"

Domandò in un sussurro. Annuii rapidamente, strizzando gli occhi poco dopo nella speranza di potermi svegliare da quel terribile incubo, solo per poi rendermi miseramente conto che nessuno mi avrebbe salvata, che non ci sarebbe stato un lieto fine.
Selene prese a giocherellare con una ciocca dei miei capelli poco prima di portarli al volto per assaporarne l'odore. Chiuse gli occhi ed inumidì le labbra attraverso il lento passaggio della lingua, concentrando poi l'attenzione sul piercing, iniziando a torturarlo piano. Si spostò dalla sua posizione di dominanza qualche istante dopo, permettendo al suo corpo di ricadere morbido affianco al mio ancora terrorizzato. Le sue mani, che prima sorreggevano gran parte del suo peso, erano ora distese lungo il volto, accarezzandone i lineamenti contorti. Rimasi immobile mentre la osservai allungare un braccio verso il comodino per poter raggiungere il pacco di sigarette ormai quasi vuoto ed il fedele accendino, estraendo uno di quei tubicini infiammabili per poter fare qualche tiro.

"Non ti farò niente."

Nel sentire quelle parole non potei fare a meno di sorridere, rilasciando un sospiro di sollievo. Selene mi guardò per un istante prima di riposare l'accendino sulla superficie posta al fianco del letto e sorrise scuotendo di poco il capo. Una lieve risata lasciò la sua gola annebbiata; si portò indietro quei pochi capelli che persistevano nel caderle davanti al volto, prese un altro tiro e fere fuoriuscire il fumo dalle narici, girandosi nuovamente nella mia direzione.

"Vedi, il fatto è questo. Tu hai permesso ad una sconosciuta di entrare in casa mia, le hai concesso asilo, e tutto senza il mio permesso."

Abbassai il capo mortificata anche se in cuor mio sapevo di aver fatto la scelta giusta. Ally, come me, non avrebbe avuto alcun posto dove andare e, sul momento, mi sembrava la decisione migliore da prendere. La ragazza al mio fianco spense la sigaretta dentro il posacenere per poi portare entrambe le mani sulla cintura che reggeva i pantaloni, slacciandola lentamente.

"Ovviamente devi pagare se vuoi fare restare qui la tua amica, ma, come ti ho detto prima, non ti farò niente. Nonostante ciò, con quel vestito così attillato e con tutte quelle parti scoperte...devo ammetterlo, sei riuscita a farmelo venire duro."

Slacciò la cintura ed abbassò con tranquillità la cerniera dei pantaloni. Il suo sguardo privo d'anima fisso sul mio pietrificato. Fece scendere di poco il tessuto impiegato a coprirle le gambe quanto bastava a permetterle di massaggiare piano la zona coperta dalle mutande. Spalancai gli occhi quando ne fuoriuscì un membro in semi erezione, portandomi a formulare una risposta a delle domande che non avevo mai avuto il coraggio di esporre. Il suo ghigno divertito ancora una volta presente sul suo volto.

"Ora tu stai bella tranquilla dove sei mentre ti scopo la bocca. In questo modo avrai pagato il tuo debito. Sarà meglio per te non farti venire l'idea di mordere."

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