Capitolo 35

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La strada scorreva libera attraverso il finestrino dell'auto e il lieve vento dava alle piante un elegante senso si movimento, mentre il mio volto, riflesso sul vetro, vi risiedeva vicino, talmente vicino da volerlo quasi oltrepassare, permettendo al mio sguardo di focalizzarsi sulla natura e alla mente di estraniarsi quasi completamente dall'ambiente interno dell'abitacolo, arrivando a percepire solo lievi futili suoni.
Una volta chiusa la porta di casa dietro di me, presi qualche istante ad osservare le mura di quella imponente villa, tormentata dagli avvenimenti passati e, in particolar modo, dalla mia ancora impossibilità di ricordare tutto cio che avvenne prima di quel cappuccio sulla testa. Scrissi un messaggio ad Ally per informarla che in quei giorni non sarei stata presente e le chiesi di informare Marajah, la quale, accolta molto bene dalle amiche di Dana, trovò rifugio in casa della nostra amica. Vidi la badante osservarmi da lontano mentre l'auto abbandonava il terreno della villa; il suo sguardo spento come se non si aspettasse un mio ritorno. Mi sedetti nel retro; Apollo al posto guida e Selene accanto a lui discutevano tranquillamente sui vari scenari ipotetici che ci saremmo potuti trovare davanti.

"Allora. Sai già cosa dirai a questa tua presunta sorella?"

Sentire quella domanda catturò nuovamente la mia attenzione ed il mio sguardo, prima perso verso quelle forme naturali, tornò alle due figure posizionate davanti a me. Apollo sembrava rilassato con la schiena contro il sedile, una mano a tenere lo sterzo, l'altra posata distrattamente sul cambio. Girava il capo di tanto in tanto per poter osservare il volto di Selene, sempre fisso sulla strada. Iniziai a dedurre che, forse, la proprietaria della villa non si sentiva molto sicura della guida dell'amico.

"Prima di tutto dobbiamo trovarla."

Il tono di voce della ragazza tatuata era spento, quasi come se non si aspettasse nulla di positivo da questo viaggio, ma probabilmente era solo il suo modo di affrontare questo tipo di situazioni. La vidi chinare il busto in avanti verso il vano portaoggetti dal quale estrasse uno dei suoi pacchetti di sigarette; era quasi completamente vuoto, solo due stecche superstiti restarono impavide in attesa della loro sorte. Ne estrasse una, la portò alle labbra e l'accese qualche secondo più tardi, mentre il suo volto si diresse verso il finestrino chiuso alla sua destra. Il ragazzo al suo fianco fece una smorfia indecifrabile e tornò ad osservare la strada davanti a noi, stringendo con entrambe le mani il volante.
Lo sentii lamentarsi qualche minuto più tardi, mentre l'auto prese a rallentare notevolmente.

"Dannazione! Strada chiusa."

"Prendi la secondaria. Ci metteremo di più, ma è l'unica alternativa."

Restai in silenzio ad ascoltare lo scambio di battute dei due, spostando lo sguardo dall'uno all'altra ogni volta che uno dei due prendeva la parola. Poi Apollo fece il mio nome. La mia mente, assorta da dubbi e pensieri ricorrenti, si trovò come trascinata nuovamente alla realtà, costretta a persistere in una dimensione che sembrava non appartenerle.

"Tu che dici, Sara?"

"C-cosa?"

Mi sentii in imbarazzo, confusa e incerta sulla domanda che mi era stata posta. Osservai il volto del ragazzo alla guida attraverso lo specchietto retrovisore; stava sorridendo, l'espressione serena in volto. Lo vidi lanciare un'occhiata complice alla ragazza al suo fianco, la quale alzò gli occhi al cielo infastidita per poi indicare una stazione di servizio poco distante.

"Fermati lì. Devo pisciare."

"Delicata come sempre eh?"

Imboccammo l'uscita che conduceva direttamente alla stazione di servizio. Apollo scese dall'auto per fare benzina con il self service, mentre Selene, dopo essersi sgranchita le gambe, mi aprì la portiera e mi tese la mano; lo sguardo neutro fisso su di me. Accolsi quasi subito quel suo invito e le sorrisi sfuggente.

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