Il viaggio in auto durò più del previsto, portandomi ad affrontare la restante strada in uno stato di dormiveglia mentre Selene si decise a mettere della musica jazz in sottofondo per impedire a quel silenzio assordante di appropriarsi nuovamente della piccola area. Non percepii più la sua mano sulla mia gamba; forse l'aveva spostata o forse crollai in un sonno talmente profondo da non riuscire a percepire più nulla intorno a me.
Quando venni svegliata, notai quasi immediatamente l'auto ferma nei pressi di una villetta poco distante da un piccolo boschetto. Scesi dall'abitacolo e mi presi del tempo nell'osservarmi intorno mentre Selene si occupava di prendere le valigie dal piccolo porta bagagli posto nel retro dell'auto. Nel vederle portare a termine quel gesto, mi resi conto di non aver avuto modo di portare nulla per via della mancanza di preavviso e, quasi di colpo, corrucciai la fronte infastidita. La ragazza tatuata mi osservò per qualche istante e prese a ridere genuinamente, non riuscendo a contenere il suo divertimento. Mi porse una delle due valigie con sguardo beffardo per poi chiudere a chiave l'auto."Ho pensato a tutto io, non ti preoccupare."
A quelle parole, la mia anima si tranquillizzò e mi concesse nuovamente di concentrarmi sulla visuale di fronte a noi.
La villetta, vista dall'esterno, non risultava essere eccessivamente ampia; composta da pareti bianche e colonne in stile corinzio, si circondava di un discreto appezzamento di verde, decorato da siepi attentamente potate, collegato alla strada tramite un vialetto composto di piccole mattonelle con alle estremità delle luci bianche poste al suolo. Il tetto, in classico stile americano, presentava delle decorazioni, delle statuette, ad ogni angolo e gran parte delle tegole era coperta da pannelli fotovoltaici.
Selene mi diede una lieve spallata come a volermi riportare alla realtà, portandomi a sorriderle di rimando. La vidi avanzare con a carico le due valigie verso l'ingresso di quella interessante abitazione, poggiando poi i bagagli sul portico per poter prendere le chiavi dalla tasca dei jeans. Inserì la chiave nella serratura e permise alla mano di ricadere nuovamente lungo il suo fianco, restando immobile per qualche istante, per poi girarsi verso di me. La osservai con fare confuso, alzando un sopracciglio per cercare di capire cosa le stesse passando in mente; pensai che, magari, quel suo sguardo fosse da interpretare come una richiesta di portare i bagagli dentro, così mi accinsi ad afferrare i manici di entrambe le custodie, ma venni prontamente bloccata dalla ragazza tatuata. Si avvicinò a me con fare di certezza, arrivando ad invadere il mio spazio personale, mi prese le guance tra le mani e mi lasciò un bacio delicato sulle labbra per poi stringermi in un abbraccio. Il gesto in sé mi lasciò senza parole e non ricambiai quel bacio, riuscendo a vedere la delusione nel suo volto.
Quando entrammo in casa, i miei occhi si illuminarono al cospetto di tale perfezione. L'immenso soggiorno open space, collegato al piano di sopra da un gemellaggio di scale in stile ottocentesco, catturava gran parte della luce esterna, arrivando a trasmettere a chi vi entrava una gioia immensa.
Al piano inferiore, oltre l'immenso spazio luminoso, vi erano altre poche stanze: la cucina, con annessa zona pranzo, uno studio, un bagno ed una zona ristoro con all'interno un tavolo da biliardo, qualche videogioco antico, un mini bowling ed un paio di poltrone posizionate di fronte ad un enorme schermo da cinema. Il piano di sopra, invece, riguardava la zona notte, con la camera padronale, compresa di bagno in camera, due camere secondarie, la stanza degli ospiti ed un bagno con doppi lavandini.
Vidi Selene portare le due valigie in camera, scendendo poi in fretta e furia con un paio di costumi tra le mani. La sua espressione talmente serena, carica di gioia, era quasi paragonabile a quella di un bambino e mi venne da ridacchiare al pensiero che mi si era formato in mente."C'è la piscina nel retro. Ci facciamo una nuotata?"
Annuii entusiasta a quella proposta e non persi tempo a precipitarmi verso il bagno più vicino per potermi cambiare nell'immediato. Il mio era un costume semplice, monocromatico, sulle tonalità del viola. Non l'avevo scelto io, ma dovetti ammettere che non era niente male.
Quando mi recai nuovamente verso il soggiorno, intenta a raggiungere la porta che dava direttamente sul retro, rimasi come imbambolata nell'osservare la figura della fumatrice poco distante da me e le guance divennero subito rosse. Il pezzo di sotto era composto da uno slip attillato che non lasciava niente all'immaginazione, mentre il pezzo di sopra era una semplice fascia priva di bretelle, di color nero; i miei occhi scorrevano liberi lungo la sua figura, riuscendo ad osservare ogni forma del suo corpo, mentre le guance non smisero per un istante di infiammarsi, rosse come lava bollente. Quasi non mi accorsi che si stesse avvicinando nella mia direzione, fin troppo concentrata ad osservare la sua muscolatura perfettamente mescolata con il tatuaggio. Mi prese per i fianchi e mi scortò verso l'uscita, risvegliandomi dalla mia realtà.
La temperatura dell'acqua rappresentava la perfezione, né troppo calda né troppo fredda. Mi immersi lentamente per consentire al mio corpo di abituarsi alla nuova sensazione, poggiandomi subito dopo al bordo della piscina e chiudendo gli occhi con l'intento d'iniziare una sessione rilassante che, fosse stato per me, sarebbe durata un'eternità. Non sentii la presenza di Selene e ciò mi portò ad aprire le palpebre qualche minuto dopo, trasportate da un accenno di preoccupazione. Che avesse cambiato idea e avesse deciso di lasciarmi lì tutta sola? Le domande presero spazio prepotenti nella mente, imponendo al mio sguardo di osservarsi intorno. Poi, un rumore di passi accelerati alle mie spalle, seguiti da una risatina divertita; infine, l'acqua della piscina si sollevò, ricoprendomi il viso e costringendo i miei occhi a chiudersi nuovamente; il tuffo di Selene mi colse di sorpresa.
La vidi riemergere poco dopo da sotto la superficie dell'acqua, avanzare piano verso la mia figura, per poi poggiare le mani sul bordo della piscina che mi fungeva da poggia schiena, bloccando il mio corpo all'interno della piccola area delimitata dalle sue braccia."Oh scusa, ti sei bagnata?"
Annuii positivamente alla sua domanda, per poi rendermi conto troppo tardi del doppio senso al quale stava alludendo. Il suo sopracciglio si alzò divertito mentre il suo corpo si pressò contro il mio. Le misi le mani sulle spalle per cercare almeno in parte di riacquistare l'aria che mi era stata depredata, ma ogni mio sforzo fu vano. Percepii le sue labbra sulla pelle delicata del mio collo tracciare calme dei piccoli disegni astratti mentre le sue gambe si insediarono avide tra le mie, impedendomi di poter raggiungere un autonomo equilibrio, costringendomi dunque a far forza sulla presa nelle spalle.
"Perché hai deciso di venire qui?"
Le chiesi, sperando di riuscire a distrarla dal suo intento almeno per qualche minuto. Selene portò una mano alla mia schiena e non perse tempo a slacciarmi il costume messo da poco, sorridendo soddisfatta quando fu finalmente in grado di entrare in contatto con i miei seni. Puntò il suo sguardo predatorio sul mio e si allontanò di qualche centimetro, portandomi a ringraziarla silenziosamente per avermi permesso di tornare a respirare.
"Volevo stare un po' sola con te. Considerala come una vacanza."
Alzai un sopracciglio, per niente convinta da quella risposta. Sapevo perfettamente che la motivazione era un'altra, ma decisi di lasciar correre; non volevo rischiare di alterare il suo umore, non quando ero letteralmente bloccata dal suo corpo.
Selene sembrò come comprendere i miei pensieri; sospirò piano e liberò le mie morbidezze dalla sua presa salda senza mai separarsi troppo da me."Sai benissimo perché siamo qui. Ci serve del tempo per noi, per..."
"Mettermi incinta."
Terminai la sua frase amareggiata. Lei annuì quasi dispiaciuta, restando in silenzio per qualche istante come a volermi far abituare alla situazione, poi prese nuovamente a parlare.
"Senti, l'altra volta è stato troppo per te, ne sono consapevole. Non sono abituata a fare le cose con calma, ma se questo significa farti stare di nuovo male come in passato, allora ci andremo piano. Non voglio sia un trauma ogni volta, voglio che anche tu ti diverta come mi diverto io, ok?"
Quel suo discorso mi colse talmente di sorpresa che non mi resi nemmeno conto delle poche lacrime che minacciavano di lasciare la lucidità dei miei occhi. Priva di parole, annuii a quel suo pensiero e d'istinto l'abbracciai. Lei sorrise e ricambiò il mio gesto. Per la prima volta, le nostre anime si trovarono in sintonia e mi trovai a pensare che, magari, quella così assurda situazione avrebbe anche potuto funzionare.

STAI LEGGENDO
Sara
RomanceLa vita di una ragazza viene stravolta quando, dopo aver perso la memoria, si troverà costretta in casa di sconosciuti; la sua libertà comprata. Trattata come un oggetto di poco valore, riuscirà a conquistare nuovamente il libero arbitrio o resterà...